A colloquio con Marco Manfroni, presidente dell’Ordine di Rimini
A meno di un anno dal Congresso di Rimini che l’ha coinvolta in prima persona in qualità di presidente, quest’anno Brescia e il suo ordine sono protagonisti dell’evento. Cosa augura agli organizzatori e ai congressisti?
Colgo l’occasione del Congresso Nazionale degli Ingegneri che si tiene quest’anno a Brescia, per porre i migliori auguri all’Ordine di Brescia e al presidente Marco Belardi mi auguro il congresso abbia il successo che merita e sia il primo congresso di una nuova era. Il 58° Congresso di Brescia ha già dimostrato la forte volontà di rendere questo appuntamento annuale non solo un’occasione di incontro fisico per un migliaio di ingegneri ma anche un momento di aggregazione più forte per tutta la categoria con la realizzazione di un sito strutturato e una serie di piattaforme e strumenti telematici per far sì che tutti gli ingegneri possano virtualmente partecipare al congresso.
Per quanto riguarda invece il tema congressuale è ormai chiaro che la strada principale per uscire da questa congiuntura sfavorevole è quella di fornire prodotti e servizi innovativi e di qualità e gli ingegneri, per loro vocazione e formazione, sono le figure più adatte a svolgere questo compito. Abbiamo il dovere di rivendicare questa predisposizione e questo ruolo sia all’interno della categoria che all’esterno, fornendo un sostegno al Paese in un momento di estrema difficoltà.
Uno dei temi del congresso è quello della semplificazione e sburocratizzazione. Cosa ne pensa?
Per loro natura gli ingegneri sono intrinsecamente antagonisti della burocrazia avendo un approccio molto pragmatico. Sappiamo bene che il nostro paese è ad un livello da terzo mondo per quello che riguarda la burocrazia. Nel costo del nostro prodotto c’è una percentuale molto alta dovuta agli adempimenti burocratici, spesso assolutamente inutili. È stato dimostrato che per altri paesi europei e non solo, questo costo si riduce di oltre un terzo. In un momento di competizione globale questo gap è insostenibile per il nostro Paese. È dunque necessario capire come rendere gli adempimenti necessari meno onoresi e togliere tutto quello che è inutile. Purtroppo la crisi che stiamo affrontando è una crisi di sistema e non riusciremo ad uscirne se non cambiando il sistema. Un sistema burocratico elefantiaco non ci consente di essere competitivi nel mondo. Dobbiamo avere un sistema di produttivo, inteso nella sua globalità, che ci consenta di occupare sui mercati nuovamente quelle posizioni cui eravamo giunti qualche anno fa, quando eravamo considerati la settima potenza mondiale. Se il nostro sistema non è in grado di fare questo, tale gap si rifletterà sulla nostra capacità di stare sui mercati erodendo inevitabilmente e costantemente la competitività dei nostri prodotti.
Cosa succede in un Ordine dopo un congresso molto impegnativo quale quello dello scorso anno?
Il 57° Congresso è stato per il nostro Ordine un evento di grande rilevanza anche per la decisione di organizzarlo all’interno dell’Ordine e di non affidarci ad una società esterna. Un evento che ci ha impegnato per quasi due anni. Dopo un momento di ribalta nazionale, dovendo l’Ordine rinnovare il Consiglio a luglio, è volontà di tutti i consiglieri che hanno presentato la propria candidatura che i prossimi quattro anni siano concentrati all’interno dell’Ordine. Il lavoro sarà dunque rivolto agli iscritti e in primo luogo ai neoiscritti, i giovani, attraverso una campagna d’informazione che consenta loro di orientarsi al meglio nel momento in cui, appena laureati, si affacciano al mondo del lavoro. Ora le offerte di impego sono molto poche anche per i giovani ingegneri e non accade più che ci sia qualcuno pronto ad assumerli. Oggi anche gli ingegneri si trovano a cercare lavoro per un lungo periodo. Si cercherà dunque di offrire una serie di attività formative che possano aiutare i giovani iscritti a muoversi nel mondo del lavoro in un momento così difficile. Inoltre , dal 1 gennaio 2014 diventerà obbligatoria la formazione permanente. L’Ordine ha una propria associazione, Congenia, che si occupa di formazione: la volontà è quella di potenziarla per fornire agli iscritti una formazione di qualità a costi più bassi di quelli che propone chi fa formazione di mestiere.