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Alluvione Emilia-Romagna: "L'antropizzazione ha avuto il suo peso nel disastro, ora l'ingegnere avrà ruolo centrale"

Alluvione in Romagna: per la presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Forlì-Cesena Marina Biguzzi sono tante le cause che hanno portato al disastro, non da ultimo la scarsa preparazione della cittadinanza ad un evento di questa portata.

Progettazione opere idrauliche: gli ingegneri dovranno tenere conto di questi fenomeni

Manutenzione del territorio e formazione della cittadinanza a questo genere di eventi: questi i fattori su cui bisogna investire in futuro per cercare di evitare che eventi di questa portata creino morti e disagi come successo in Emilia-Romagna dopo l’alluvione che si è abbattuta sul territorio la scorsa settimana. Questo il pensiero di Marina Biguzzi, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Forlì-Cesena.

L'evento che ha colpito la Romagna in particolare la mia provincia Forlì-Cesena ma anche le altre vicine è stato sicuramente eccezionale - esordisce Biguzzi- e sono tanti gli aspetti da tenere in considerazione per poter valutare una calamità di questo tipo. Sicuramente la manutenzione del territorio è un elemento importante ed è sempre bene farla, non solo dei fiumi ma anche dei versanti collinari-appenninici.
Dobbiamo però tenere presente che in due giorni è caduta la pioggia che normalmente cade in un anno su un territorio che era già pregno di acqua dopo i forti temporali dei primi di maggio.
Le superfici permeabili, in passato molto più numerose, garantivano un drenaggio delle acque mentre ora con una forte antropizzazione del suolo ed aumento della cementificazione si sono ridotte le superfici permeabili e l’acqua non riesce a defluire in profondità.
Davanti a fenomeni del genere è difficile opporsi. Una manutenzione costante del territorio può contribuite a limitare gli effetti della devastazione e si deve articolare in azioni a breve termine con pulizia lungo i fossi, i canali, gli argini ed azioni a lungo termine legate alla progettazione delle nuove opere idrauliche.
È bene ricordare che il danno non è solo legato all’esondazione dei fiumi ed al fango che ha danneggiato migliaia di edifici ma anche alle centinaia frane che hanno isolato numerose frazioni creando interruzioni stradali, danneggiamento di ponti e sottoservizi quali le reti acqua e luce.
A mio avviso, inoltre, quello su cui bisognerà agire in futuro è anche la formazione della popolazione, che non era preparata ad un evento di questo tipo. Forse non è stata percepita la gravità della situazione nonostante le allerte. Sarebbe invece importante fare delle esercitazioni, magari partendo dalla parte più giovane della cittadinanza, come gli studenti”.

Dopo questo evento, qualcosa potrebbe cambiare anche direttamente per gli ingegneri: "Eventi eccezionali -continua Biguzzi - ci sono sempre stati, ma se in territorio così ristretto come la Romagna si verificano due eventi di così grande importanza a distanza di 15 giorni, senza contare che qualche mese fa c'erano stati problemi dello stesso tipo nelle Marche, significa che qualcosa nel nostro clima sta cambiando e noi come ingegneri non possiamo non tenerne conto, per cui bisognerà fare un’attenta valutazione nelle fasi di progettazione delle opere idrauliche e valutare in futuro quali modiche apporre ai criteri di progettazione.
In questo scenario ritengo che la figura dell'ingegnere sia fondamentale sia in fase di progettazione che in fase di intervento post emergenza in quanto ha competenze trasversali che vanno dalle strutture, all'idraulica, all'impiantistica, al settore industriale.

Un altro aspetto conseguente a questa alluvione riguarda l’enorme quantità di rifiuti prodotti. Per le strade della citta vedo montagne di rifiuti ingombranti, elettrodomestici ecc. rifiuti che dovranno essere smaltiti. Questo comporterà un aumento della potenzialità per gli impianti che li gestiscono, con un conseguente aumento dell’inquinamento.
Concludo osservando come al momento il danno che percepiamo è quello che riguarda gli edifici, il territorio, le strade, ma nel tempo si manifesterà anche il problema del danno legato alla mancata produttività che andrà ad incidere sull’economia italiana. Il settore agricolo è stato fortemente danneggiato da questa calamità e le conseguenze saranno stimabili solo nei prossimi mesi”.

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