Architette in Italia: il 45,3% degli iscritti all’Albo sono donne, ma il trend di crescita è contenuto
Quante donne esercitano oggi la professione di architetto in Italia? Quali sono le tendenze e le sfide per l’accesso e la crescita al femminile in questo settore? Ingenio ha chiesto al CNAPPC i dati aggiornati al 2024. Ecco cosa emerge.
La presenza femminile tra gli architetti: dati aggiornati al 2024
Il numero totale degli iscritti all’Albo Unico degli Architetti PPC al 31 dicembre 2024 è pari a 156.438 professionisti. La distribuzione di genere mostra che le donne sono 70.829, ovvero il 45,3% del totale, segnando un leggero incremento rispetto al 45,1% dell’anno precedente. Il trend di crescita femminile, sebbene costante, è estremamente contenuto: solo lo 0,2% in più rispetto all’anno scorso.
Una crescita rallentata rispetto al decennio precedente
Se si confrontano i dati degli ultimi quattro anni con quelli del decennio 2010-2020, emerge un rallentamento significativo. Tra il 2010 e il 2020, il numero di architette iscritte all’Albo è aumentato del 13,9%, mentre dal 2020 al 2024 l’incremento è stato appena dello 0,8%. Questo rallentamento riflette una generale stagnazione del settore, in cui il numero complessivo degli iscritti resta stabile, con una leggera decrescita degli uomini compensata da un modesto aumento delle donne.
Le architette nei ruoli chiave: segnali di cambiamento
Nonostante il ritmo lento, si registrano segnali di una crescente presenza femminile nei ruoli chiave della professione. L’attenzione mediatica verso le donne in posizioni di rilievo e i cambiamenti nel panorama culturale potrebbero aver favorito questa evoluzione. Un esempio emblematico è la scelta di un’architetta per curare il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2025, un segnale di maggiore riconoscimento della professionalità femminile nel settore.
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Gli studi professionali al femminile ancora poco rappresentati
Se si analizzano i dati relativi agli studi di architettura, emerge che quelli a conduzione femminile sono ancora una minoranza. Un indicatore significativo è la bassa partecipazione di studi guidati da donne ai premi promossi dal CNAPPC, segno di una limitata visibilità e affermazione nel settore. Questo evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza delle capacità professionali, sia individuali che collettive, per superare stereotipi e barriere strutturali.
Il gender pay gap nell’architettura: un’indagine CNAPPC in arrivo
Uno degli aspetti più critici della parità di genere nella professione di architetto è il divario retributivo tra uomini e donne. Per analizzare in modo approfondito questa problematica, il CNAPPC ha istituito un gruppo di lavoro dedicato, che avvierà un’indagine dettagliata nei prossimi mesi. Tramite un questionario rivolto alle iscritte e agli iscritti, verrà raccolta una base dati più ampia e aggiornata, per comprendere meglio le dinamiche retributive e individuare eventuali misure correttive.
Un cambiamento ancora troppo lento
I dati diffusi dal CNAPPC mostrano che la presenza femminile tra gli architetti italiani è in lieve crescita, ma il ritmo resta lento. Se da un lato si registrano segnali positivi di maggiore riconoscimento del ruolo delle donne nella professione, dall’altro persistono ostacoli significativi, come la scarsa rappresentanza negli studi professionali e il gender pay gap. La raccolta sistematica di dati prevista dal CNAPPC potrebbe rappresentare un primo passo concreto per affrontare queste criticità e promuovere un cambiamento più incisivo.
Si ringrazia il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC (CNAPPC) per la gentile condivisione dei dati 2024 relativi alla professione.
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