Professione

In questa area di INGENIO sono raccolte le pubblicazioni, gli approfondimenti, le news riguardanti il tema della professione tecnica:

etica, norme e codici, formazione, trattamento pensionistico, assicurazioni, informazione ordinistica, crediti formativi e certificazione delle competenze.

Sul Tema

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Attivita' professionali, aumentano le dichiarazioni

Attivita' professionali, aumentano le dichiarazioni [FONTE: CONFPROFESSIONI] Nel 2011 sono aumentate di sei punti percentuali le dichiarazioni...

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Confprofessioni, assegnate le deleghe operative

Confprofessioni, assegnate le deleghe operative La Giunta esecutiva ha definito la composizione delle nuove deleghe. Riconferme per Bucci...

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Il Redditometro non riguarda le spese esclusive per l'attività dell'impresa o del professionista

Redditometro: le spese d’impresa e dei professionisti Il Redditometro non riguarda le spese esclusive per l'attività dell'impresa o del professionista ma include quelle per beni ad uso promiscuo come le auto aziendali, il computer e il cellulare: ecco i dettagli Barbara Weisz - 10 gennaio 2013 inShare Redditometro, le spese d'impresa e dei professionisti Non rientrano nel Redditometro le spese sostenute dalla persona fisica per beni e servizi destinati ad attività d’impresa o esercizio di arti e professioni: lo stabilisce il DM sul Redditometro 2013 (scarica il decreto), ma attenzione ai beni in uso promiscuo, per i quali la situazione è più complessa. Vediamo come imprenditori e liberi professionisti devono considerare le proprie entrate ai fini del Redditometro:

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Riforma degli ammortizzatori sociali: Indennità e Assicurazione sociale per l'impiego

Riforma degli ammortizzatori sociali Indennità e Assicurazione sociale per l'impiego Con l'entrata in vigore dei nuovi ammortizzatori sociali da gennaio 2013 cambiano le tutele per tutti i lavori dipendenti compresi i giovani precari. La riforma si fonda su due pilastri: Aspi (Assicurazione sociale per l'impiego) e fondi di solidarietà bilaterali, per i quali il Governo si è impegnato con la legge di stabilità a garantire risorse. L'Aspi, sarà "più generosa" della vecchia disoccupazione e mobilità. "Un lavoratore che percepisca 1.300 euro al mese per 13 mensilità, ora avrà tra il 6 e il 10% in più rispetto al vecchio sistema. Chi prendeva 1.800 euro avrà tra il 14% e il 21% in più": è quanto sostiene il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero su un articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 2 gennaio 2013. All'indennità, pensata in primo luogo per i giovani, si potrà accedere avendo lavorato almeno 13 settimane degli ultimi 12 mesi, senza ulteriori requisiti.

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Fisco, lavoro e professioni: ecco l'agenda Confprofessioni

Fisco, lavoro e professioni: ecco l'agenda Confprofessioni [News] In un'intervista a ItaliaOggi, il presidente Stella indica alla politica i punti per rilanciare l'economia “Il clima di rinnovamento che soffia sottotraccia in queste prime battute di campagna elettorale ci lascia ben sperare. Finora il rapporto tra professionisti e politica è stato condizionato da una serie di equivoci e disattenzioni che ci auguriamo di chiarire con la forza delle nostre idee”. Le parole del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, in un’intervista pubblicata da ItaliaOggi, confermano la massima attenzione che i professionisti italiani stanno riservando ai tatticismi delle forze politiche in vista dell’imminente campagna elettorale che porterà al voto di febbraio. Una campagna elettorale che, secondo Stella, dovrà basarsi necessariamente sulle idee e sulle proposte per rilanciare l’economia del Paese. “Nel nostro ruolo di parte sociale dobbiamo guardare con attenzione a quel livello superiore della politica” ha detto Stella “perché il settore delle libere professioni è un laboratorio di idee, in continuo movimento. I professionisti italiani occupano trasversalmente la mappa dei saperi e della conoscenza e ogni giorno, con il loro lavoro, si pongono quali mediatori qualificati tra le imprese e il mercato, tra i cittadini e le istituzioni, in ogni ambito economico e sociale. Il Paese e le forze politiche non possono più chiudere gli occhi davanti a un soggetto economico e sociale capace di dare una risposta concreta ai problemi reali del Paese”. Secondo il presidente di Confprofessioni, “L’Italia ha davanti a sé un lungo percorso per portare il livello del debito a una soglia meno allarmante e, contemporaneamente, riprendere a crescere eliminando ostacoli e spese improduttive, riorganizzando le istituzioni e la macchina pubblica, semplificando e tagliando regole e leggi, incoraggiando responsabilità e merito. Ma servono provvedimenti immediati”. Molti sono contenuti ne “Il piano di sviluppo per l’Italia dei liberi professionisti”, un documento elaborato da Confprofessioni, consegnato a tutti i parlamentari lo scorso autunno per avviare il Paese sulla strada della competitività, dell’innovazione e dello sviluppo, valorizzando le competenze e i punti di forza che sono universalmente riconosciuti alla nostra nazione. Tra i primi interventi citati da Stella spiccano fisco e occupazione. “Al di là di una riforma fiscale seria, che tratti civilmente i contribuenti e che possa ridurre veramente la pressione fiscale, servono misure alternative per recuperare risorse necessarie a finanziare la crescita e la modernizzazione del Paese”. Secondo Stella “appare indispensabile intensificare la lotta all’evasione, magari con riconoscimento premiale alle istituzioni che collaborano”. Sul fronte del lavoro, “qualsiasi intervento teso a garantire occupazione stabile non può prescindere da una riduzione del costo del lavoro” ha dichiarato Stella a ItaliaOggi. “Vanno premiate, con modalità di defiscalizzazione simili a quanto già previsto per le assunzioni a tempo indeterminato al Sud (relative a lavoratori ”svantaggiati”) tutte le assunzioni a tempo indeterminato”. L’ultimo passaggio è dedicato ai professionisti. Secondo Stella “Il Governo Monti ha riformato il sistema degli ordini professionali, ma senza intervenire sulle competenze e sulle specializzazioni professionali. Adesso bisogna rendere più competitivi i professionisti sul mercato”. Come? “Il prossimo governo, al di là della compagine politica che uscirà dalle urne, dovrà mettere mano a uno Statuto dei liberi professionisti” che dovrà essere “una bandiera per il riconoscimento del valore sociale delle professioni. Ma dovrà anche sancire “ruolo e dignità di un terzo "polo" nella struttura economica del Paese”.

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SALDO INARCASSA: Possibilità di posticipo del versamento del conguaglio 2011 al 30/04/13

Possibilità di posticipo del versamento del conguaglio 2011 al 30/04/13 Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato - nella riunione del 19 ottobre u.s. - di consentire che il saldo del conguaglio dei contributi previdenziali relativi all’anno 2011, previsto per il 31/12/2012, possa essere versato entro il 30/04/2013 con l’applicazione di un interesse dilatorio nella misura del 2% fisso. I professionisti che vorranno usufruire di tale facilitazione, dovranno semplicemente generare il bollettino MAV relativo al conguaglio 2011, tramite l'apposita funzione su Inarcassa On line, e versare l’importo corrispondente entro e non oltre il 30 aprile 2013. Il versamento entro la scadenza suddetta non genererà alcuna sanzione e l’importo relativo al 2% fisso d’interesse sarà oggetto di riscossione da parte di Inarcassa unitamente alla prima o alla seconda rata dei minimi contributivi 2013. Il ritardo di pagamento anche di un solo giorno rispetto al termine del 30/04/2013 comporterà l’applicazione delle sanzioni e degli interessi nella misura prevista a decorrere dall’1/01/2013 al momento del pagamento.

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Il tardivo pagamento di 3 giorni non «travolge» la dilazione

ACCERTAMENTO Il tardivo pagamento di 3 giorni non «travolge» la dilazione Deve sempre essere valido il principio di collaborazione tra contribuente e Fisco / Alfio CISSELLO e Elena SCRIBONI SHARE / Giovedì 27 dicembre 2012STAMPAINVIA Il comportamento del contribuente che ritarda solamente di 3 giorni il pagamento di una rata relativa alla dilazione delle somme risultanti dagli “avvisi bonari”, ai sensi del DLgs. 462/97, non può essere paragonato al comportamento tenuto nel caso di mancato pagamento. In quel caso, infatti, in base alla normativa vigente all’epoca dei fatti (ex art. 3-bis comma 4 del DLgs. 462/97) al momento dell’emissione della cartella di pagamento (2009) il mancato pagamento di anche una sola rata comportava la decadenza della rateazione e l’importo dovuto per le imposte, interessi e sanzioni in misura piena, dedotto quanto versato, veniva iscritto a ruolo. Secondo la C.T. Prov. di Torino del 23 febbraio 2012 n. 24/06/12, tale tardività non può essere trattata allo stesso modo del mancato pagamento. Inoltre, per i Giudici, richiamando la circ. dell’Agenzia delle Entrate del 28 giugno 2001 n. 65 in tema di accertamento con adesione, la lieve carenza e tardività dei versamenti eseguiti, in presenza di valide giustificazioni giunte da parte del contribuente (nel caso di specie, il ritardo dovuto era imputabile a problemi tecnici della banca), devono essere opportunamente prese in considerazione dall’Ufficio al fine di valutare il permanere o meno del concreto ed attuale interesse pubblico al perfezionamento dell’adesione. Peraltro, la presa di posizione dell’Agenzia delle Entrate è stata ribadita nella circolare n. 9 del 2012 in tema di mediazione. La Commissione, dunque, giustifica il ritardato versamento quando questo non dipenda da manovre dilatorie, ma da semplici anomalie tecniche. Oltretutto, l’Ufficio ha l’onere di considerare al pari dei principi costituzionali lo Statuto del Contribuente, che sancisce la piena e continua collaborazione tra contribuente e Fisco. Il medesimo caso è stato più volte oggetto di attenzione da parte di Eutekne.info, in riferimento alla condotta assunta dall’Agenzia delle Entrate relativa al disconoscimento (quasi immediato) del beneficio del termine per violazioni da parte del contribuente di carattere meramente irrisorio (si vedano “Niente decadenza della dilazione per tardivo versamento di appena 4 giorni” del 7 maggio 2012 e “Dilazione degli avvisi bonari: un giorno di ritardo, salta la rateazione” del 31 agosto 2011). Dello stesso avviso è stata la giurisprudenza. La sentenza emessa dalla C.T. Prov. di Genova n. 35 dello scorso 26 gennaio ne è un esempio. Nel caso di specie, i Giudici avrebbero discusso al massimo sull’applicazione di un’eventuale sanzione per omesso versamento, peraltro definibile mediante ravvedimento operoso, ma non di certo sul disconoscimento di tutto il piano di dilazione per il tardivo versamento di appena 4 giorni. Sul punto è intervenuto, di recente, il famoso “Decreto Monti”. La nuova dilazione degli avvisi bonari dà più tempo Il (nuovo) art. 3-bis comma 4 del DLgs. 462/97, modificato appunto dall’art. 10 comma 13-decies del DL 201/2011, prevede ora che il mancato pagamento di anche una sola delle rate diverse dalla prima entro il termine di pagamento della rata successiva, comporta la decadenza della rateazione e l’importo dovuto per imposte, interessi e sanzioni in misura piena, dedotto quanto versato, è iscritto a ruolo. Dunque, se la rata (tardiva) viene pagata entro il termine della rata successiva, non cessa il beneficio della dilazione, ma viene irrogata la sanzione prevista dall’art. 13 del DLgs. 471/97, commisurata all’importo della rata versata in ritardo. Si rileva che il DL 201/2011 stabilisce espressamente che le nuove norme “si applicano altresì alle rateazioni in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, quindi le conclusioni a cui è pervenuta la Commissione sono, di fatto, una soluzione “obbligata”, almeno per la dilazione degli avvisi bonari.

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Certificazione Qing, valorizzare la professione

Intervista a Stefano Calzolari, Presidente Ordine degli Ingegneri di Milano Nei Decreti recenti, nelle indicazioni del Governo e dal mercato...

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Primi appunti sulla riforma previdenziale di INARCASSA

Dal 1 gennaio 2013 si cambia. La riforma epocale del sistema previdenziale di Inarcassa, figlia inizialmente non voluta del Decreto cosiddetto...

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Valutazioni in merito alla Riforma previdenziale di Inarcassa

La riforma appena emanata, sulla spinta di quanto richiesto dal legislatore con il decreto legge n. 201/2001 e cioè di garantire la...

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Consigli di disciplina territoriali degli Ordini degli Ingegneri

Lo scorso 30 novembre il Ministero della Giustizia ha approvato il testo del Regolamento per la designazione dei componenti i Consigli di disciplina territoriale degli Ordini degli Ingegneri

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La riforma di INARCASSA secondo INARSIND

È dello scorso 19.11.2012 l’approvazione da parte dei Ministeri Vigilanti della Riforma Previdenziale di Inarcassa, nata dalle...

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CONTRIBUTO INTEGRATIVO INARCASSA: 4% su fatturati ad altri professionisti

DAL 1° GENNAIO 2013 Vi ricordiamo che nei rapporti di collaborazione e su tutti i corrispettivi, anche quelli fatturati a ingegneri, architetti, associazioni o società di professionisti e società di ingegneria, si dovrà applicare il 4% del contributo integrativo . Nella dichiarazione dei redditi annuale a Inarcassa si potrà dedurre, dall’importo del contributo integrativo dovuto, la quota del contributo integrativo risultante dalle fatture passive ricevute da ingegneri, architetti o loro associazioni e società. Un esempio pratico per tutti: l’Ing. Neri ha prodotto nel 2013 un volume affari Iva professionale di 30.000 € ed ha pagato compensi per collaborazioni con l’Arch. Azzurri per 10.000 €. Il contributo integrativo corrispondente al fatturato è di 1.200 € (ovvero il 4% di 30.000 €), ma avendo corrisposto un contributo integrativo sulla fattura dell’Arch. Azzurri di 400 € (ovvero il 4% di 10.000 €), a saldo verserà un contributo di 800 € (ovvero 1.200 € - 400 € = 800 € ). In questo modo tutti potranno contare sulla propria fetta di contributo integrativo indispensabile per assicurarsi una pensione più adeguata.

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L’Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano in questi giorni compie 30 anni

Il Politecnico di Milano organizza il 30° Anniversario Ingegneria Gestionale

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L’Ingegneria legale

L’incremento dell’utilizzo della tecnologia ha comportato anche l’aumento degli incidenti e conseguentemente l’esigenza di...

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La programmazione dei lavori nel PSC e la pianificazione delle manutenzioni del fascicolo tecnico

Seminario di aggiornamento organizzato da INARSONF - Milano e Lodi - dal titolo: La programmazione dei lavori nel PSC e la pianificazione delle manutenzioni del fascicolo tecnico

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“Cari amici, è con gioia che mi unisco a voi via twitter”

Il 12/12/2012 dall’Aula Paolo VI Benedetto XVI ha condiviso il primo tweet con l’indirizzo @pontifex. Il tweet è stato «...

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Omaggi dei professionisti deducibili nel limite dell’1% dei compensi

Omaggi dei professionisti deducibili nel limite dell’1% dei compensi In tal caso, non rileva se il valore unitario del bene è inferiore o superiore a 50 euro / Pamela ALBERTISHARE / Lunedì 17 dicembre 2012STAMPAINVIA I professionisti che acquistano beni per cederli a titolo di omaggiodevono distinguere il trattamento fiscale in relazione al fatto che gli stessi vengano donati a clienti o a dipendenti/collaboratori. In merito agli omaggi che il professionista dona ai propri clienti, si osserva che l’art. 54, comma 5 del TUIR include il costo dei beni oggetto di cessione gratuita od omaggio alla clientela tra le spese di rappresentanza, deducibili dal reddito nel limite dell’1% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta. Stando a quanto chiarito dalla circ. Agenzia delle Entrate 13 luglio 2009 n. 34 (paragrafo 1), la nozione di spese di rappresentanza, anche ai fini del reddito di lavoro autonomo, va mutuata dal DM 19 novembre 2008; di conseguenza, anche in tal caso deve essere rispettato il requisito dell’inerenza. Occorre peraltro evidenziare che, a differenza di quanto previsto nell’ambito del reddito d’impresa, nella determinazione del reddito professionale non viene fatto alcun riferimentoal costo minimo del bene distribuito gratuitamente. Di conseguenza, le spese relative a beni distribuiti gratuitamente di valore unitario non superiore a 50 euro non sono integralmente deducibili, ma concorrono a formare il plafond delle spese di rappresentanza deducibili nell’esercizio nel limite dell’1% dei compensi. A mero titolo esemplificativo, si supponga che l’ammontare dei compensi di un professionista nel periodo d’imposta 2012 sia pari a 200.000 euro e che le spese di rappresentanza ammontino a 2.400 euro, di cui 500 per beni di costo inferiore a 50 euro. Ai fini della deducibilità dal reddito si avrà che: - le spese per omaggi di valore unitario inferiore a 50 euro, pari a 500, rientrano tra quelle deducibili nel limite del plafond delle spese di rappresentanza; - le spese di rappresentanza sono deducibili soltanto fino a 2.000 euro (pari all’1% di 200.000); - l’ammontare delle spese di rappresentanza indeducibile è pari a 400 euro. Le suddette disposizioni valgono, per effetto dei chiarimenti forniti dalla circ. Agenzia delle Entrate 34/2009 in relazione al “vecchio” regime dei minimi, anche con riferimento ai soggetti che adottano il regime dei “nuovi” minimi. Di conseguenza, le spese di rappresentanza, inerenti ai sensi del DM 19 novembre 2008, sono deducibili nei limiti delplafond dell’1% dei compensi anche per i soggetti che rientrano nel regime dei minimi. Con riferimento agli omaggi ai dipendenti, per i professionisti il costo sostenuto per l’acquisto di beni dati in omaggio ai propri dipendenti non è specificamente disciplinato dal TUIR. Al riguardo, si ritiene che il relativo costo sia integralmente deducibile a norma dell’art. 54, comma 1 del TUIR. Tale previsione, infatti, avrebbe una portata del tutto analoga a quella dell’art. 95 dello stesso TUIR, che include le spese effettuate a titolo di liberalità verso i dipendenti tra le spese per prestazioni di lavoro. In capo al dipendente/collaboratore beneficiario dell’omaggio, i regali di Natale e le altre erogazioni liberali sono imponibili in capo al dipendente, salvo che non rientrino nel limite di 258,23 euro previsto dall’art. 51, comma 3 del TUIR. Vale, quindi, quanto esposto con riferimento al reddito d’impresa (si veda “Gli omaggi sono fringe benefits per i dipendenti” del 10 dicembre). Trattamento differenziato anche ai fini IRAP Anche ai fini IRAP è previsto un trattamento differenziato a seconda che gli omaggi del professionista siano destinati a clienti o a collaboratori. Qualora gli omaggi siano destinati a clienti, valgono le stesse regole previste ai fini dell’imposizione diretta, posto che, ai fini IRAP, i compensi, i costi e gli altri componenti si assumono così come rilevanti ai fini della dichiarazione dei redditi (art. 8 del DLgs. 446/97). Nel caso in cui i destinatari siano, invece, dipendenti/collaboratori, la riconduzione degli oneri per l’acquisto di omaggi destinati ai dipendenti/collaboratori tra le spese per prestazioni di lavoro (e non tra quelle di rappresentanza) dovrebbe escluderne la deducibilità ai fini IRAP, salvo che essi risultino funzionali all’attività di lavoro autonomo e non assumano natura retributiva per il dipendente o il collaboratore. Sul punto, peraltro, sarebbe auspicabile un chiarimento ufficiale.

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Gaetano Stella riconfermato presidente di Confprofessioni

Gaetano Stella riconfermato presidente di Confprofessioni [News] Il Consiglio Generale della Confederazione ha eletto la nuova giunta esecutiva. Vicepresidente e' stato nominato Roberto Callioni Gaetano Stella è stato riconfermato all’unanimità presidente di Confprofessioni. Lo ha deciso il Consiglio generale della Confederazione italiana libere professioni, riunitosi a Roma il 13 dicembre 2012. I rappresentanti delle 17 associazioni professionali che aderiscono alla Confederazione hanno nominato vicepresidente Roberto Callioni (medico odontoiatra). Il Consiglio generale di Confprofessioni ha poi proceduto alla nomina dei componenti della Giunta esecutiva che risulta composta da quattro delegati d’area e quattro consiglieri. Delegato dell’area Diritto e Giustizia è Claudia Alessandrelli (notaio); per l’area Economia e Lavoro è stato eletto Luigi Carunchio (dottore commercialista); alla guida dell’area Sanità e Salute è stato riconfermato Carlo Scotti (medico veterinario); delegato dell’area Ambiente e Territorio è stato riconfermato Roberto Tretti (architetto). La Giunta esecutiva risulta composta da Ennio Bucci (avvocato), Marco Natali (commercialista), Leonardo Pascazio (consulente del lavoro), Ezio Maria Reggiani (commercialista). Il collegio dei revisori è formato da Maria Pungetti, Walter Cavrenghi e Maria Pia Nucera. “Abbiamo di fronte quattro anni di lavoro per mettere i professionisti al centro del sistema economico del Paese” ha dichiarato il presidente Stella. “L’incertezza politica che sta attraversando il Paese non può, infatti, distoglierci dal nostro impegno di presidiare il cantiere delle riforme. I professionisti possono e devono dare un grande contributo per una profonda riorganizzazione delle Istituzioni dello Stato e della Pubblica Amministrazione; per l’innovazione del sistema produttivo e per l’internazionalizzazione dei prodotti e dei servizi. Le competenze del professionista sono il pilastro di una rinascita culturale, economica e sociale del Paese” ha concluso Stella. “La classe politica e le altre forze sociali del Paese non possono più non tenerne conto”.

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Etica del lavoro e spazio della festa

Per gli antichi l’attività propria del saggio era la scholé, che i latini hanno tradotto otium, termine che indicava riposo,...

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Collaborazioni a progetto: Chiarimenti operativi con la Circolare n. 29

Collaborazioni a progetto: Chiarimenti operativi con la Circolare n. 29 Con la Circolare n. 29 dell'11 dicembre 2012 si forniscono chiarimenti sulle nuove disposizioni introdotte dalla Legge n. 92 del 28 giugno 2012 in materia di collaborazioni a progetto. La circolare si sofferma in particolare sui requisiti di ammissibilità di una co.co.pro., quali il risultato finale da raggiungere e la non coincidenza con l’oggetto sociale del committente, fornendo al contempo indicazioni al personale ispettivo su come impostare la vigilanza su tale tipologia contrattuale. Sotto questo profilo, peraltro, la circolare riporta un elenco di attività che, comportando lo svolgimento di “compiti meramente esecutivi o ripetitivi”, risultano poco compatibili con un contratto di co.co.pro. e perciò oggetto di possibile contestazione. http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/182249CE-5BDC-439F-9B87-6A3C0254A599/0/20121211_Circ_29.pdf

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La polizza infortuni per i liberi professionisti

A tutela propria e dei propri cari, il libero professionista può stipulare anche una Polizza Infortuni. Il verificarsi di un infortunio che limiti la capacità lavorativa del professionista, temporaneamente o definitivamente, può infatti incidere pesantemente sul suo tenore di vita e su quello dell’eventuale famiglia che dipendesse dal suo reddito. Poiché gli incidenti sono avvenimenti imprevedibili dai quali non è possibile difendersi in assoluto, la polizza infortuni resta il principale mezzo per ridurre il potenziale danno economico che può derivare da questi sfortunati eventi.

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Il regime “supersemplificato”

Possono aderire al regime “supersemplificato” i professionisti (e gli imprenditori individuali) che non possiedono tutte le caratteristiche richieste per poter applicare il regime dei minimi.

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Noi giovani ingegneri e la crisi Troppo choosy per restare

Gentile Ministro Fornero, eravamo ben consci che dopo la laurea non avremmo più trovato le opportunità di un tempo, che la gavetta iniziale sarebbe stata dura e lo stipendio basso, ma non ci siamo scoraggiati e abbiamo accettato tanti «primi impieghi» pur di incominciare, anche al limite della legalità e della deontologia professionale. Nelle aziende i neolaureati affrontano stage, contratti precari, co.co. pro che nascondono di fatto un tirocinio infinito che non approda mai a ruoli decisionali. La situazione non cambia nemmeno per chi trova posto negli studi, spesso è a partita Iva senza contratto con 500-700 euro di «onorario» comprensivo di malattia, previdenza, ferie, e una presenza richiesta di otto ore al giorno, impedendo al «neo-libero professionista» di cercarsi altri clienti. Difficilmente si dà la possibilità di crescita a quegli ingegneri che oggi vengono menzionati come «i giovani», ma che giovani non lo sono più, quelli che avevano entusiasmo e voglia di emergere ai quali è sempre stata messa davanti la fascia di lavoratori più anziani che ha fatto da «tappo» così come in politica fanno tutti i 70enni che conosciamo bene. Capiamo il momento sfavorevole, la crisi. Ma non capiamo perché spendiamo molto per formare i nostri talenti, ma non riusciamo poi a dare loro un adeguato inserimento lavorativo rischiando di vanificare i nostri sforzi e vederli emigrare: qui ci sentiamo sempre dire: «Dobbiamo formarti e quindi non possiamo pagarti». Poi varcati i confini torniamo ad essere gli ingegneri con le qualità che ci hanno reso famosi in tutto il mondo: senza esperienza vero,ma creativi, flessibili, e assolutamente preparati. Non capiamo perché anche dopo anni dalla laurea la musica non cambi, e ci rendiamo conto che è proprio la figura del professionista, dell’ingegnere, che ha perso smalto.Non ci servono nuove leggi, che per natura sono facilmente aggirabili, ma ci serve che la mentalità cambi. Abbiamo bisogno che si valorizzi il lavoro intellettuale che ora ha sempre più burocrazia e sempremeno «ingegno»; dobbiamo riprenderci quella creatività e la professionalità che ci hanno reso famosi in tutto il mondo. È ora che Governo e associazioni sinergicamente puntino alle generazioni future in modo concreto. Abbiamo la sensazione di essere in troppi e che nessuno sappia più dove metterci. Va regolato il numero di nuovi laureati in base al grado di assorbimento del mercato: le università, anche per il proprio tornaconto, hanno prodotto troppi ingegneri. Si stabilisca un reddito minimo garantito per i neo-laureati. Si promuovano le società che offrono ai giovani un percorso concreto che li veda stagisti, collaboratori, capi progetto ed infine partners come succede in molti paesi all’estero. Ci piacerebbe vedere la crisi come la considerava Einstein: un momento per rinascere, per sviluppare creatività, strategie nuove. Se talvolta non accettiamo un qualsiasi primo lavoro,macerchiamo di fare quello per cui abbiamo studiato, (ma si può dire anche investito) è perché sappiamo che magari guadagneremo un decimo di un portaborse e un centesimo di una velina, ma crediamo che le cose possano ancora cambiare e che in Italia i giovani talenti verranno di nuovo valorizzati. Ci sentiamo dire che siamo il futuro, il motore per ripartire dopo la crisi. Raccogliamo volentieri la sfida, ma sottolineiamo, signorMinistro, che se siamo effettivamente così «choosy» da non emigrare all'estero è solo perché amiamo il nostro Paese e vogliamo vederlo crescere anche grazie a noi. Mattia Fantinati, Ordine Ingegneri di Verona Commissione Giovani

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