Cessione del credito Superbonus e altri bonus: stop di Poste Italiane.

Pochi giorni dopo il deposito delle 5 sentenze della Cassazione sul maxi-sequestro dei crediti derivanti da bonus edilizi ottenuti con frodi e raggiri, Poste Italiane ha comunicato la sospensione, dal 7 novembre (tramite avviso sulla pagina dedicata del portale istituzionale) dell'acquisizione di crediti derivanti da bonus edilizi.

"Il servizio di acquisto di crediti d’imposta ai sensi del DL 19 maggio 2020 n.34, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020 n.77 e s.m.i. - si legge - è sospeso per l’apertura di nuove pratiche. È possibile seguire l’avanzamento delle pratiche in lavorazione e caricare la documentazione per quelle da completare".

In realtà la novità non è sorprendente, nel senso che Poste segue la linea diffusa di svariate banche e istituti di credito, che non accettano già da tempo più i crediti, di fatto contribuendo a uno stallo delle operazioni sempre più marcato.

Verso il 90% (ma non per tutti) con riapertura delle unifamiliari

Nel frattempo il Governo sta lavorando alla bozza della Manovra 2023, dove dovebbero trovare spaziono novitò significative anche in orbita Superbonus, con una nuova aliquota 'globale' al 90% e il ritorno alla possibilità di beneficiare della maxi-agevolazione anche per gli edifici unifamiliari, che al momento, dal 2023, sono fuori dal perimetro.

Dai rumors emersi, l'idea sarebbe quella di abbassare la percentuale di detrazione al 90% per condomini e edifici unifamiliari se utilizzati come prima casa.

Possibile anche l'utilizzo di un quoziente familiare (reddito complessivo diviso per i componenti della famiglia) come discriminante per beneficiare del Superbonus.

Il problema dei cassetti fiscali e dei crediti bloccati

Come sottolineato da Il Sole 24 Ore, il sottosegretario al ministero dell’Economia, Federico Freni a Radio 24 ha dichiarato che «C’è una sola cosa che non possiamo più accettare: che ci siano  imprese con cassetti fiscali pieni di crediti che non riescono a  scontare. Ci sarà un nuovo intervento sui crediti, qualcosa per  sbloccarli in modo definitivo. Se c’è una cosa che non è accettabile è  che questa normativa cambi ogni mese e mezzo, questo non ce lo possiamo  più permettere. Troveremo una soluzione per dare respiro a queste imprese, ma questo respiro non può essere un bagno di sangue per le casse dello Stato».

Il Governo, quindi, studia un meccanismo che possa una volta per tutti bloccare uno stallo che, su Ingenio, abbiamo più volte sottolineato per voce del presidente di Federcostruzioni Paola Marone.