Dove è andata a finire la geologia?
Vittorio D'Oriano e Gian Vito Graziano lanciano una petizione per richiamare l'attenzione sull'importanza di riportare le Scienze della Terra al centro dell'interesse collettivo e per rivalorizzare la figura del Geologo
Un Manifesto per la GEOLOGIA
Siamo orgogliosi di aver studiato Scienze Geologiche e siamo ancora più orgogliosi per aver scelto di operare nella geologia professionale perché intimamente convinti non solo che le Scienze della Terra sono il fulcro di qualsiasi seria e concreta politica di governo del territorio ma soprattutto perché è impensabile una scienza che rimanga avulsa dalle esigenze e dalle richieste della collettività.
Per questa ragione siamo fermamente convinti che
la cultura geologica debba crescere e diffondersi sempre più nel paese.
Per far ciò è necessario favorire un rilancio della professione che sia fondato sulla qualità intellettuale che si conquista con lo studio e l’aggiornamento, il rigore deontologico ed etico, la competenza tecnica frutto dell’esperienza e di umiltà. Questo perché, oggi più di ieri, le geoscienze rivestono un ruolo strategico per lo sviluppo economico e sociale del Paese con competenze fondamentali nel campo delle energie comprese quelle alternative, delle risorse idriche e minerarie, della difesa del suolo, della dinamica fluviale e costiera, della protezione dai rischi geologici e della sicurezza ambientale.
Ed è proprio in questi campi che il ruolo del Geologo è insostituibile, non fosse altro che per essere questo l’unico professionista che vive sul territorio e che opera attraverso l’osservazione diretta, lo studio, l’interpretazione e la previsione.
Questa dimensione del geologo perciò va ancora di più esaltata per marcare la differenza con tutti coloro i quali pensano che la conoscenza del sistema terra sia secondaria o trascurabile. Ciò ovviamente non toglie sia indispensabile e necessario sfruttare appieno tutte le nuove tecnologie e sistemi che la ricerca, di anno in anno, mette a nostra disposizione.
Nonostante ciò la comunità geologica, sia scientifica sia professionale, attraversa in questi ultimi anni difficoltà senza precedenti nella sua storia e in quella del Paese. Tali difficoltà non nascono solo dalla mancanza di sostegno alle attività di ricerca e di formazione o dalla insufficiente attenzione ai problemi del nostro territorio ma dal fatto che i geologi sembrano essere spariti dal contesto mediatico nazionale e, di conseguenza, dal sentire collettivo che è quello che più importa e conta, permettendo ad altre professioni di occupare il nostro specifico campo di intervento. Ciò avviene non soltanto per iniziativa degli altri ma soprattutto per una ritirata immotivata dei geologi da questo contesto.
Fortemente preoccupati di come stanno andando le cose e di come andranno nel prossimo futuro se questo andazzo dovesse continuare, siamo dell’opinione che ci si debba impegnare per favorire una rinascita della geologia a tutti i livelli: scuola secondaria, università e centri di ricerca, amministrazione centrale dello stato, regioni, enti locali, associazioni di categoria.
Riteniamo necessario e indifferibile rilanciare e diffondere l’esigenza di una compiuta conoscenza professionale del sistema terra, combattendo la pericolosa tendenza, sempre più diffusa, a ritenere questa scienza secondaria o trascurabile, o, peggio ancora, oggetto di inutili discussioni meramente salottiere. Chi operando sul territorio si dimentica di questo assunto è destinato infatti a commettere gravi errori con conseguenze talora devastanti.
Il Geologo è così una delle poche figure professionali in grado di fornire gli elementi affinché le politiche locali, nazionali ed internazionali si sviluppino su una visione complessiva ed integrata tra protezione ambientale, sviluppo economico, salvaguardia del territorio e tutela degli interessi sociali.
Dimenticarsi di tutto questo o fare finta che non sia un nostro problema è “deleterio” per il territorio, per l’Italia e per i Geologi.
Per queste ragioni non possiamo permettere che la nostra categoria “tiri a campare” senza un governo autorevole, forte, preparato e lungimirante che sappia dare risposte e assumere iniziative. Una struttura di vertice e di rappresentanza delle nostre istanze deve infatti essere non solo consapevole del ruolo del geologo professionista, ma anche capace di difenderlo con energia e competenza in ogni sede, senza tentennamenti o ambiguità, spesso frutto di poca chiarezza, di incapacità, di ignoranza o di altre, diverse e non condivisibili ragioni.
Cosa ci riserva il futuro e cosa riserva alle nuove generazioni di geologi professionisti?
Chiamiamo a raccolta tutti coloro che sono davvero preoccupati dall’ora presente e dal futuro della nostra professione affinché si mettano a disposizione della collettività per superare l’attuale stallo intellettuale, progettuale e operativo in cui la professione è precipitata. Occorre una grande, disinteressata, generosa e coraggiosa mobilitazione e finanche uno scatto di orgoglio per vincere le ritrosie dei più diffidenti, di quanti sono ormai disamorati della professione, di coloro che pensano che non si possa cambiare per vincere l’andazzo inconcludente che ci sta portando velocemente all’estinzione.
Se ci sono colleghi in tutta Italia che hanno la nostra stessa percezione e condividono la nostra preoccupazione e che vogliono mettersi in gioco rivendicando il diritto alla partecipazione li preghiamo di sottoscrivere questo appello affinché da qui si possa partire per ricostruire ciò che è stato scientificamente distrutto rassicurati dal fatto che, se ce ne fosse necessità, per parte nostra, non abbiamo altra ambizione se non quella di far riconquistare al geologo il posto che merita nel paese.
Gian Vito Graziano, Vittorio d’Oriano
Roma, settembre 2019
Geologia e Geotecnica
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