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Gli ingegneri del settore industriale superano quelli del settore civile: è la prima volta

Lo attesta il consueto rapporto sui laureati in ingegneria diffuso dal Centro Studi del CNI.

I laureati industriali sono il 31.2%, mentre quelli del settore civile scendono sotto il 30%

Il 2020 è l’anno del sorpasso. Per la prima volta, infatti, il numero di giovani laureati in ingegneria nel settore industriale ha superato quello dei laureati nel settore civile. La tendenza, già in atto da diversi anni tra i laureati di primo livello, ora trova riscontro anche tra quelli magistrali, dove la componente dei laureati a ciclo unico in Architettura e Ingegneria edile-architettura, in costante flessione al pari degli altri corsi del ramo civile, non riesce a compensare il gap esistente.

Tuttavia, gli studi ingegneristici continuano a riscuotere grande successo tra i giovani: ogni anno quasi un laureato magistrale su cinque consegue un titolo di laurea magistrale utile per l’abilitazione alla professione di ingegnere. Un trend che evidenzia una costante crescita nel tempo, eccezion fatta per il 2020, anno in cui molto probabilmente gli esami di laurea hanno risentito degli effetti delle misure di contenimento della pandemia da Covid19. È quanto emerge dal consueto rapporto sui laureati in ingegneria elaborato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri.

A parziale conferma, i dati del 2021, non ancora definitivi, segnerebbero una sostanziale ripresa del numero di laureati magistrali, mentre per la prima volta in assoluto si rileva un calo del numero dei laureati di primo livello.

Va precisato che i dati riportati si riferiscono a tutti i laureati triennali e laureati magistrali delle classi di laurea che permettono di accedere all’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere e ingegnere iunior, compresi quelli dei corsi di laurea più strettamente afferenti agli studi in Architettura o in Scienze Matematiche e con l’aggiunta dei laureati dei corsi di laurea magistrale in Modellistica matematico-fisica per l’ingegneria (classe di laurea che non consente di sostenere gli Esami di Stato per l’abilitazione professionale).

Il dato più significativo, come accennato, è il sorpasso dei laureati nel settore industriale ai danni di quello civile e ambientale. Questo cambio epocale era già in corso da alcuni anni, ma è dal 2020 che da potenziale diventa reale, dato che la quota di laureati “puri” in questo settore (senza dunque considerare quelli dell’area mista) aumenta al 31,2%, mentre quella dei laureati del settore civile ed ambientale scende sotto la soglia del 30% (a fronte del 31,2% del 2019).

Di seguito è possibile scaricare sia il comunicato stampa integrale che il report completo.

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