Il DM 560/2017 e la Linea Guida 1 dell’ANAC: il Processo di Acculturamento Digitale della Domanda Pubblica
Recentemente l’ANAC ha posto in consultazione pubblica un testo integrativo alla propria Linea Guida 1, relativa, quest'ultima, alle procedure di affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria, testo dedicato ai metodi e agli strumenti di modellazione e di gestione informativa, definiti come metodi e strumenti per la modellazione per l’edilizia e le infrastrutture (ovvero metodi e strumenti elettronici), con specifico riferimento, e a complemento, del DM 560/2017.
Recentemente l’ANAC ha posto in consultazione pubblica un testo integrativo alla propria Linea Guida 1, relativa, quest'ultima, alle procedure di affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria, testo dedicato ai metodi e agli strumenti di modellazione e di gestione informativa, definiti come metodi e strumenti per la modellazione per l’edilizia e le infrastrutture (ovvero metodi e strumenti elettronici), con specifico riferimento, e a complemento, del DM 560/2017.
Nel testo, attualmente sottoposto a consultazione pubblica, sono ovviamente ripresi tutti i temi principali richiamati nel decreto ministeriale (come, ad esempio, l’ambiente di condivisione dei dati, il capitolato informativo, l’offerta e il piano di gestione informativa), dallo scrivente più volte commentati in apposite note.
Ciò che, tuttavia, rileva in questa sede è il cosiddetto «atto organizzativo», uno dei tre presupposti stabiliti dal DM ai fini della «abilitazione» della stazione appaltante o dell’amministrazione concedente all'adozione, obbligata, della gestione e della modellazione informativa.
Secondo l’Autorità, infatti, esso potrebbe essere una parte di un regolamento inerente le modalità di utilizzo degli strumenti di modellazione, adottato dalla stazione appaltante per disciplinare in modo compiuto i flussi di lavoro, i flussi informativi, le figure coinvolte e i rispettivi ruoli, le relazioni tra le stesse, le competenze richieste, la gestione dei dati e delle informazioni, gli standard di progetto e livelli di sviluppo degli oggetti, ecc.
È, perciò, particolare merito dell'Autorità quello di avere focalizzato l'attenzione su un elemento decisivo per la Digitalizzazione della Domanda Pubblica, che il decreto ministeriale aveva introdotto in termini cautelativi, nei confronti del ventilato DPCM inerente alla qualificazione della stazioni appaltanti.
Per taluni probabilmente l'atto organizzativo dovrebbe corrispondere alle linee guida proprietarie di cui ciascuna amministrazione pubblica potrebbe dotarsi volontariamente; in ogni caso, è palese come, in assenza di una strategia complessiva di digitalizzazione dei processi che attengono ai contratti pubblici, che non coinvolgono, peraltro, solo le strutture tecniche delle amministrazioni stesse, l'adozione della modellazione e della gestione informativa resterà parziale.
Conseguenze negative di ciò, constatabili facilmente, sono la scarsa computazionalità che si rinviene in merito ai capitolati informativi e alle offerte/piani di gestione informativa, così come la disconnessione che intercorre tra documenti di indirizzo preliminare e capitolati informativi, tra Information Management e Project Management.
Tra l'altro, a parte alcuni schemi certificativi proprietari diffusi nei diversi Paesi, non esiste un riferimento normativo internazionale, sovranazionale o domestico che tratti esplicitamente il tema a livello delle singole organizzazioni, essendo gli stessi focalizzati sulle commesse e sui procedimenti.
La menzione specifica dell'atto organizzativo che dovrebbe trovarsi, una volta conclusa la procedura di consultazione, nel testo integrato della Linea Guida, dovrebbe indurre, pertanto, le stazioni appaltanti e le amministrazioni concedenti a comprendere che la sfida digitale debba essere intrapresa non già a partire da un singolo procedimento, ancorché sottoposto a obbligo legislativo, quanto sulla scorta di una rivisitazione e di una reingegnerizzazione di tutti i propri processi organizzativi, in accordo alle politiche intraprese a livello governativo, a far data dal Codice dell'Amministrazione Digitale.
Tale sforzo, d'altronde, è già in corso di attuazione da parte dei migliori organismi professionali e imprenditoriali, pur colle difficoltà che per essi si pongono a causa della variabilità delle compagini in cui si trovano di volta in volta ad agire.
Per la Domanda Pubblica, al contrario, l'atto organizzativo, tenendo in conto i sistemi di gestione pre-esistenti, dovrebbe con maggiore semplicità rappresentare, perciò, l'esito di un processo di riconfigurazione della propria struttura tecnica, relazionata alle altre unità organizzative coinvolte nei procedimenti.
Il che, inoltre, farebbe sì che la gestione informativa non inizi semplicemente col progetto di fattibilità tecnico-economica, bensì piuttosto con la pianificazione pluriennale di carattere economico-finanziario e con il programma triennale degli investimenti in lavori pubblici.
Servirebbe, quindi, un documento di indirizzo che supporti, all'interno delle politiche più vaste di aggregazione e di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche, le stazioni appaltanti e le amministrazioni concedenti a concepire l'attuazione del DM 560/2017 ben oltre i singoli procedimenti.
Ciò risulterebbe, del resto, in perfetta coerenza con le intenzioni che, a livello comunitario, la Commissione Europea sta manifestando, in particolare, attraverso lo EU BIM Task Group.