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In marzo, in passato, alcuni dei più violenti e dei più devastanti terremoti, in Italia ed in altri Paesi

Sono anzitutto ricordati i terremoti più violenti e quelli più devastanti, che, in passato, colpirono altri Paesi nel mese di marzo. Ne sono riportati magnitudo, posizione dell’epicentro, numero di vittime e danni provocati. Analoghe informazioni sono poi fornite per l’Italia.

Il terremoto più violento che, in passato, colpì la terra nel mese di marzo fu quello di Price William Sound, che si verificò in Alaska nel 1964. I due eventi più devastanti, anche se di magnitudo inferiore, furono, però, quello dell’Indonesia del 2005 e quello di Tohoku (in Giappone) del 2011. È da notare che tutti e tre i terremoti succitati furono seguiti da enormi maremoti.

Per quanto attiene all’Italia, sono da ricordare due terremoti violenti avvenuti in marzo, pure assai devastanti, sebbene essi siano stati di magnitudo assai inferiore rispetto a quella dei tre eventi precedentemente citati: quello della Calabria del 1638 e le due ultime scosse del sisma della Calabria Meridionale del 1783.

  

Il terremoto ed il maremoto di Prince William Sound del 1964

Il terremoto di Prince William Sound si verificò in Alaska il 27 marzo 1964. Esso fu di magnitudo M = 9,2, fu, cioè, il secondo evento noto più violento da sempre verificatosi al mondo, dopo quello di Valdivia (nel Cile Meridionale) del 22 maggio 1960 (M = 9,5).

Anche questo sisma, come quello di Valdivia, oltre a provocare ingenti danni nei centri abitati  e più di 100 vittime, causò uno maremoto: quest’ultimo, spingendosi verso sud, raggiunse le coste della California. L’epicentro del terremoto di Prince William Sound fu in uno stretto di mare circondato da montagne, ad 80 km a sud di Anchorage.

Il numero delle vittime causate dal terremoto e dal maremoto fu basso soprattutto a causa della scarsa densità abitativa dell’area colpita.

  

Il terremoto ed il maremoto dell’Indonesia del 2005

Il 28 marzo 2005 un terremoto di M = 8,7 colpì l’Indonesia. Il sisma, con epicentro a 200 km a nord dalle coste dell’isola di Sumatra, causò 1.300 vittime accertate, in massima parte abitanti dell’isola occidentale di Nias. L’evento si verificò poco più di tre mesi dopo quello, di M = 9,1 che, il 26 dicembre 2004, aveva devastato l’isola, innescando anche un violentissimo maremoto e causando, così, oltre 200.000 vittime.

 

Il terremoto ed il maremoto di Tohoku del 2011

Il terremoto di Tohoku si verificò nel Giappone Settentrionale l’11 marzo 2011. Fu il quinto sisma noto più violento al mondo: fu, infatti, di magnitudo momento Mw = 8,9÷9,0.

L’epicentro del terremoto (che si verificò ad una profondità di 30 km) fu a 130 km al largo della costa della prefettura di Miyagi, a 130 km ad est di Sendai. Si trattò del sisma più devastante mai registrato in quell’area. Durò circa 6 minuti e fu seguito da numerose forti scosse (alcune di M = 7,0,÷7,4). Pure questo terzo terremoto innescò un maremoto, con onde alte fino a 10 m, che si abbatterono sulle coste nord-orientali del Paese ad una velocità di circa 750 km/ora.

Esse causarono i danni più ingenti, nonché il maggior numero delle quasi 15.900 vittime accertate (i feriti furono oltre 5.300 ed i dispersi risultarono quasi 4.500).

La situazione fu ulteriormente aggravata da quanto accadde nella centrale nucleare di Fukushima Dai-chi: infatti, soprattutto a causa del maremoto, fusero i noccioli dei reattori 1, 2 e 3 della centrale (si guastò il sistema di raffreddamento ed avvenne il rilascio di materiali radioattivi).

 

Il terremoto ed il maremoto della Calabria del 1638

Il terremoto della Calabria di verificò il 27 ed il 28 marzo 1638. La prima scossa (di Mw = 6,8 ed intensità I = XI della Scala Mercalli-Cancani-Sieeberg – MCS) si verificò alle 22:00 del primo giorno. Essa interessò, soprattutto l’alto Crati (alle pendici della Sila), la Valle del Savuto e centri abitati lungo la costa tirrenica, poco a nord del Golfo di Sant’Eufemia, distruggendone quasi completamente 17, ad esempio, Amantea. Crollarono 10.000 abitazioni ed altre 3.000 risultarono inabitabili. Le vittime furono moltissime, tra le 10.000 e le 30.000. Molti abitanti emigrarono.

Il 28 marzo, domenica delle Palme, si verificarono due nuove violente scosse (ambedue di Mw = 6,6 ed I = XI e X, rispettivamente), con epicentro più a sud, nella Calabria Ulteriore. A Nicastro, epicentro della prima nuova scossa, vi fu il maggior numero di vittime: circa 3.000, delle quali 600 a causa del crollo della Chiesa dei Francescani, affollata per le celebrazioni delle Palme.

Gravi danni si registrarono in quasi tutto il Lametino, e molte furono le vittime anche in altri centri abitati, pure a causa di un maremoto verificatosi successivamente al sisma (verosimilmente innescato da una frana sottomarina da esso indotta).

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A conclusione dell’articolo, si invitano i lettori a collaborare affinché, in Italia, siano urgentemente attivate adeguate politiche di prevenzione dei naturali, firmando una petizione lanciata a fine 2020.

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