La protezione degli ospedali dai terremoti: in Turchia ancora una prova dell’efficacia dell’isolamento sismico
L'ottima risposta avuta dagli ospedali in Turchia durante il terremoto del 6 febbraio 2023 rappresenta un presupposto per spingere ancora sulla prevenzione dei rischi naturali, soprattutto quelli sismici, da attuare non solo alle scuole, ma anche agli ospedali italiani.
Sono riportate alcune prime informazioni ricevute circa l’ottimo comportamento degli ospedali protetti da sistemi d’isolamento sismico, in Turchia, nell’area colpita dai terremoti del 6 febbraio. Ciò era già emerso in occasione di terremoti avvenuti in altri Paesi. Una prima proposta di nuove normative per la prevenzione dei rischi naturali, trasmessa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, riguarda proprio la prevenzione del rischio sismico per gli ospedali, oltre che per le scuole.
Il comportamento degli ospedali isolati sismicamente durante i terremoti in Turchia del 6 febbraio 2023
Abbiamo tutti potuto vedere le tante immagini agghiaccianti delle devastazioni causate, in Turchia e nella vicina Siria, dai terremoti del 6 febbraio u.s., di magnitudo momento massima stimata Mw = 7,8.
Al momento della scrittura di quest’articolo, oltre alle circa 41.000 vittime già accertate, si contano quasi 63.000 feriti: pertanto, è logico domandarsi come si sono comportati, durante i terremoti suddetti, gli ospedali presenti nell’area da essi colpita e se sia immediatamente stato e sia ora possibile curarvi in essi i tanti feriti. È da sottolineare che, per poter curare i feriti, non è sufficiente che gli ospedali della zona non siano crollati, ma è indispensabile che essi siano rimasti totalmente integri, per poter essere pienamente operativi.
Dalle prime informazioni che ho ricevuto, da parte di noti esperti turchi mi risulta che, nell’area suddetta, vi sia una decina di ospedali isolati sismicamente e che, di questi, grazie al suddetto sistema di protezione dal terremoto di cui sono dotati, nessuno abbia sofferto danni, quantomeno strutturali.
In particolare, l'Ospedale del Distretto di Elbistan, nella Provincia di Kahramanmaraş (isolato sismicamente grazie a dispositivi prodotti dalla Società Italiana FIP MEC di Selvazzano Dentro, Padova) e l'Ospedale di Adana, nel South Seyhan (Figg. 1 e 2), risultano pienamente operativi e risulta che in essi sono già stati ricoverati numerosi feriti.
Il comportamento di ospedali isolati sismicamente durante terremoti del passato
Comunque, il succitato ottimo comportamento degli ospedali turchi succitati, grazie all’isolamento sismico, non deve meravigliare. Infatti, un simile eccellente comportamento durante violenti terremoti l’avevano già avuto, in passato, altri ospedali isolati sismicamente, in altri Paesi.
Basti ricordare:
- l’University of Southern California (USC) Hospital di Los Angeles (California, USA), nel 1994;
- il Nuevo Ospital Militar La Reina di Santiago (Cile), nel 2010;
- il Christchurch Women’s Hospital (Nuova Zelanda), sia nel 2010 che nel 2011;
- l’edificio isolato dell’Ospedale di Lu Shan (Repubblica Popolare Cinese), nel 2013.
L’USC Hospital di Los Angeles, situato a 30 km dall’epicentro del terremoto di Northridge del 17 gennaio 1994 (Mw = 6,7), grazie ai 149 isolatori elastomerici su cui poggia, dei quali 68 con nucleo interno in piombo (Lead Rubber Bearing o LRB), restò indenne durante tale sisma. Registrò una forte riduzione della componente orizzontale dell’accelerazione, dalla base alla sommità, addirittura di un fattore 9.
Il Nuevo Ospital Militar La Reina di Santiago, protetto da 114 isolatori elastomerici ad alto smorzamento (High Damping Rubber Bearing o HDRB) e da 50 LRB, restò indenne durante il terremoto di Maule del 27 febbraio 2010, di Mw = 8,8 (Figg. 5 e 6).
Il Christchurch Women’s Hospital, realizzato nel 2005 su isolatori LRB e dispositivi a scorrimento a superficie piana (Sliding Device o SD), resistette indenne sia al terremoto di Canterbury del 3 settembre 2010 (M = 7,1) che a quello di Christchurch, meno violento (M = 6,3), ma con epicentro assai più prossimo ai centri maggiormente abitati e, quindi, assai più devastante, del 21 febbraio 2011.
Dopo ambedue i terremoti, anche quest’ospedale restò pienamente operativo.
L’edificio isolato cinese dell’Ospedale di Lu Shan, di 7 piani fuori terra ed 1 interrato (Figg. 8÷11), contrariamente ai due corpi di fabbrica fondati convenzionalmente, resistette indenne (rimanendo totalmente operativo, unico nella Contea) all’omonimo terremoto (M = 7,0), che, il 20 aprile 2013, devastò parte dell’area che era già stata colpita, 5 anni prima (il 12 maggio 2008), dal tremendo terremoto del Sichuan (M = 7,9÷8,0, quasi 70.000 vittime). Il terremoto di Lu Shan distrusse o danneggiò gravemente il 75% degli edifici, in gran parte ricostruiti dopo l’evento del 2008.
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