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Terremoto in Turchia e Siria: l'intervista a Carlo Doglioni, Presidente INGV

Con la sequenza sismica che sta interessando la Turchia, abbiamo cercato di capire cosa sta accadendo e quanto queste scosse simiche possono o meno verificarsi anche in Italia. Abbiamo rivolto i nostri quesiti al Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni.

Quanto lo scenario turco, disastroso, è confrontabile con quello italiano?

Continua a tremare la terra nella parte sud-orientale della Turchia, al confine con la Siria, dopo le due potenti scosse di terremoto di magnitudo M 7.8 (ore 02:17 italiane) e di magnitudo M 7.5 (ore 11:24 italiane) che si sono registrate nella giornata di oggi, 06 febbraio 2023.

Gli avvenimenti sismici che si stanno verificando in territorio turco non mancano di ricordare che anche il nostro territorio è inquadrato come territorio ad alto rischio sismico. L’Italia è oggi teatro di interventi di adeguamento e miglioramento sismico e le immagini provenienti dalla Turchia, risvegliano sì tanta paura ma anche la consapevolezza che la mitigazione del rischio sismico deve procedere ed in modo spedito.

Quanto lo scenario turco, disastroso, è confrontabile con quello italiano? Abbiamo rivolto i nostri interrogativi al Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni.

Doglioni, INGV: "difficile immaginare in Italia eventi sismici di M 7.8"

La pericolosità sismica della Turchia a confronto con quella italiana: come può essere identificata?

In Italia, per fortuna, non ci aspettiamo che possano esserci eventi di magnitudo 7.8. L’evento più importante finora registrato nella storia sismica nazionale è di M 7.3 nel 1693.

Da un punto di vista delle conoscenze tettoniche che abbiamo, noi ci aspettiamo che si possa arrivare forse anche a 7.5 in determinate zone, ma è difficile immaginare eventi che possano arrivare a 7.8, od avvicinarsi a magnitudo 8, proprio perché la tipologia di deformazione diversa ed anche le velocità della deformazione sono inferiori.

Turchia: qual è il contesto geotettonico?

Il contesto geotettonico è chiaramente diverso: per esempio le faglie trascorrenti hanno una dinamica diversa e anche un'energia diversa rispetto alle faglie estensionali, che sono quelle responsabili gran parte della sismicità dell'Appennino che sono appunto faglie legate all’estensione in Appennino. Anche in Appennino ci sono delle faglie trascorrenti soprattutto nella zona esterna, ad esempio verso il Gargano ed alcune zone della Calabria e della Sicilia.

Però è un contesto in cui le velocità di deformazione sono più lente rispetto a quello che avviene in Turchia e, comunque sia, c'è una deformazione anche di tipo diverso, cioè nel senso che in Appennino domina soprattutto l’estensione mentre le faglie, che oggi abbiamo viste attive, sono di tipo trascorrente.

Cosa significa uno spostamento di 3 m della faglia?

Significa che nel volume crostale, che nel corso dei decenni se non secoli, per il movimento della Turchia verso sud ovest c'è stata una parte bloccata che ha accumulato una determinata energia elastica, che d’improvviso ha rilasciato quello che si era accumulato lateralmente, quindi sono dei volumi che a un certo rompono e hanno magari una faglia principale ma poi un corteo di tante altre faglie minori.

Per esempio, il terremoto successivo di magnitudo di 7. 5, di questa mattina, è su un'altra faglia e non quella del terremoto 7. 8, ovvero un'altra faglia anche con un'altra orientazione. Quindi è un volume-costale che accumula l'energia ed a un certo punto la libera, quindi, libera l'energia accumulata in decenni se non secoli nel giro magari di un minuto.

Carattere previsionale: è possibile che si verifichino altre scosse?

Allora ogni terremoto per noi è un esperimento, la finestra temporale in cui noi osserviamo e studiamo, con i sismometri, i terremoti è neanche di un secolo.

Poi abbiamo la storia sismica che ci registra i danni dei terremoti passati, ma il fatto di poter misurare e quantificare le oscillazioni dei terremoti è un qualcosa di molto recente per cui siccome la storia della Terra e della sua geodinamica va indietro di milioni di anni, riuscire a incasellare o fare delle attività previsionali in questo senso per il momento è ancora difficile.

Rimane il fatto che le zone che hanno determinate velocità che conosciamo dalla geodesia spaziale e che hanno determinate caratteristiche geologiche tettoniche, lì sappiamo che i terremoti, se anche il catalogo finora non gli ha registrati, lì si dovranno prima o poi generare.

Sisma in Turchia: scatta l'allarme tsunami anche in Italia

Maremoto: quando nasce un’allerta? Quali parametri la caratterizzano?

L'allarme è scattato perché la rottura era arrivata praticamente al mare, ed infatti si è generato un piccolo maremoto e l'onda era alta tra i 20 e 30 cm, ma evidentemente nella sua propagazione verso occidente ha perso energia e quindi si è attenuata.

20-30 cm non sono pochi perché quando si avvicina la costa, questa oscillazione aumenta moltissimo perché il volume d'acqua si adatta alla battimetria meno profonda e quindi il volume si innalza molto di più.

In Italia non abbiamo chiuso l'allerta perché i colleghi turchi non l'hanno chiusa, quindi per loro rimaneva aperta e di conseguenza non c'era, per prudenza è stata mantenuta anche in virtù delle valutazioni fatte dai colleghi che lavorano nel centro Tsunami degli INGV.

Registrati eventi sismici a Malta: qualche correlazione con il terremoto in Turchia?

Il terremoto in Turchia ha qualche correlazione con la sequenza sismica che si sta verificando a Malta?

Nessuna, nel senso che è un contesto geodinamico separato ed è l'estensione che sta allontanando l'Africa rispetto alla Sicilia, di circa 1 mm e mezzo all'anno, questo produce proprio il canale di Sicilia. Ci sono delle strutture estensionali, quelli che noi chiamiamo graben, che sono parallele all'isola di Malta, di Pantelleria e Lampedusa e che corrono in direzione sud-est, nord-ovest e questo ha permesso la formazione proprio del canale di Sicilia, quindi l'approfondimento, un assottigliamento della crosta in acqua.

Analogamente con la sequenza sismica di Cesena, non vi è alcuna correlazione.

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