Intelligenza artificiale: una nuova religione digitale
Sam Altman, Elon Musk e Jeff Bezos sognano di “salvare l’umanità” con l’IA e la conquista dello spazio. Ma secondo Adam Becker, astrofisico e autore, questa visione nasconde un’ideologia rischiosa: la fede cieca nella tecnologia, nella crescita infinita e nella trascendenza digitale potrebbe aggravare disuguaglianze, autoritarismi e distruzione ambientale. Un’analisi critica necessaria.
Una nuova religione digitale: perché la fede nella tecnologia non basta più
A 41 anni dall'uscita di "Terminator" e 26 anni da quella di "Matrix" è cambiata la narrazione sull'Intelligenza Artificiale.
E' bastata la pubblicazione del primo chatbot in rete, ChatGPT, e di renderlo gratuito, e di trovarsi a faccia a faccia con uno strumento che sa rispondere a qualsiasi domanda, in modo progressivamente sempre più efficace, con una gentilezza sempre infinita, pronto ad accondiscendere ogni nostra idea, che ci siamo tutti innamorati di questa soluzione a portata di mano, anzi di dita.
E il fatto che ogni tanto si prenda qualche allucinazione non è un problema, anzi la rende più umana, meno temibile, e da ad ognuno di noi di poter raccontare la sua esperienza rafforzando la propria idea di se stessi: "ma non sai che cosa mi ha detto ... ma io non mi fido, e ho capito che aveva sbagliato!".
Neanche un cagnolino peloso e affettuoso sa conquistare così le nostre coscienze. E il sogno di un futuro dominato da intelligenze artificiali benevole, colonie su Marte e immortalità digitale non è più solo fantascienza.
È una narrativa concreta e potente, alimentata da imprenditori potenti, come Sam Altman (OpenAI), Elon Musk (SpaceX, xAI) e Jeff Bezos (Blue Origin), che da anni finanziano progetti per “salvare l’umanità” attraverso la tecnologia. In una società globalizzata, in crisi ambientale e in cerca di senso, queste visioni offrono una risposta semplice e accattivante: affidiamoci alla tecnologia e tutto si risolverà.
Ma questa fiducia cieca rischia di trasformarsi in un’ideologia totalizzante.
È quanto sostiene Adam Becker, astrofisico e giornalista, nel suo nuovo libro More Everything Forever: AI Overlords, Space Empires, and Silicon Valley’s Crusade to Control the Fate of Humanity.
Secondo l’articolo “Tech billionaires are making a risky bet with humanity’s future” di Bryan Gardiner, pubblicato su MIT Technology Review il 13 giugno 2025, Becker denuncia una pericolosa deriva culturale: «In most of these isms you’ll find the idea of escape and transcendence, as well as the promise of an amazing future—so long as we don’t get in the way of technological progress».
Becker definisce questo approccio “ideologia della salvezza tecnologica”, un mix di:
- fiducia assoluta nella tecnologia come soluzione a ogni problema;
- fede nella crescita esponenziale e perpetua;
- ossessione per la trascendenza fisica e biologica.
Questi tre pilastri unificano filosofie apparentemente disparate come il transumanesimo, il longtermismo, il razionalismo e l’effective altruism, creando un blocco culturale coeso e, secondo Becker, «quasi religioso».
Che cosa è il longtermismo
Il longtermismo è una visione etica e filosofica secondo cui il benessere delle generazioni future ha un'importanza morale tanto quanto quello delle persone presenti. Promuove l’idea che, data la vastità potenziale del futuro umano, le nostre azioni oggi dovrebbero mirare a minimizzare i rischi esistenziali — come guerre nucleari, pandemie o intelligenze artificiali fuori controllo — che potrebbero compromettere o estinguere l’umanità. Nato in ambienti accademici e poi abbracciato da movimenti come l’Effective Altruism, il longtermismo suggerisce che i piccoli effetti su tempi lunghi possono avere impatti enormi, richiedendo responsabilità etica su scala millenaria.Tra Kurzweil e Marinetti: visioni estreme e origini oscure
Uno dei miti centrali è la “Singolarità”, cioè il momento in cui l’IA supererà l’intelligenza umana, permettendoci di fonderci con essa per vivere in una sorta di paradiso eterno digitale. «It’s a fantastical vision of a perfect technological utopia», dice Becker. Ma ciò che preoccupa non è solo il contenuto della visione, quanto la sua forza persuasiva.
Becker smonta anche il concetto di “Legge dei Ritorni Accelerati” di Ray Kurzweil, definendolo un “errore logico” derivato da un’interpretazione errata della Legge di Moore: «It’s an idea that comes from staring at Moore’s Law for too long».
Il libro esplora inoltre le radici ideologiche di questi movimenti, collegandole a personaggi controversi: dal futurista Marinetti (citato da Marc Andreessen nel suo manifesto “Techno-Optimist”) al transumanista Julian Huxley, legato a ideali eugenetici.
Il futurismo, movimento artistico e culturale nato nel 1909 con il Manifesto di Marinetti, esaltava la velocità, la macchina, l’energia, la rivoluzione tecnica come forze rigenerative della società. In questo slancio verso il nuovo, troviamo un’eco sorprendente nell’Intelligenza Artificiale: anche l’AI rappresenta una cesura radicale col passato, un’accelerazione della storia. Come i futuristi sognavano un mondo dominato dalla macchina, oggi alcuni tecno-profeti vedono nell’AI la chiave per superare i limiti umani. Entrambi condividono un’ideologia del progresso spinto, talvolta a scapito dell’etica e della memoria, in una corsa dove il presente è solo trampolino per l’invenzione del futuro.
Che cosa è l'Effective Altruism
L’Effective Altruism (Altruismo Efficace) è un movimento filosofico e pratico che mira a massimizzare l’impatto positivo delle proprie azioni nel mondo, utilizzando evidenze scientifiche e ragionamento razionale per scegliere le cause più urgenti e i mezzi più efficaci per intervenire. Nato negli ambienti accademici di Oxford all’inizio degli anni 2010, si fonda su un’idea semplice ma radicale: non basta voler fare del bene, bisogna anche farlo nel modo migliore possibile. Gli effective altruists spesso si concentrano su temi come la lotta alla povertà estrema, la riduzione dei rischi globali e la tutela del futuro dell’umanità.
Un potere senza contraddittorio
L’aspetto forse più inquietante dell’ideologia della salvezza tecnologica è che non ammette critiche.
Becker osserva: «When you get as rich as some of these guys are, you can just do things that seem like thinking and no one is really going to correct you».
Questa mancanza di contraddittorio permette ai “tech overlords” di usare le loro visioni per:
- giustificare l’espansione illimitata delle proprie aziende;
- aggirare le regolazioni democratiche;
- ignorare le emergenze sociali e ambientali attuali in nome di futuri ipotetici.
👉 L’ideologia della salvezza tecnologica riduce i problemi dell’umanità a semplici sfide tecniche, ignorando le vere complessità del presente.
Eppure, proprio questa semplicità narrativa attrae: promette immortalità, controllo e ordine in un mondo sempre più caotico. Non è un caso che molte figure di spicco del razionalismo e dell’altruismo efficace siano ex-evangelici: cercano nel progresso tecnologico ciò che prima trovavano nella fede.
Here am I floating round my tin can
Far above the Moon
Planet Earth is blue
And there’s nothing I can do.
Conclusione: la necessità di un’alternativa
La domanda finale dell’intervista di Gardiner è emblematica: come si combatte una visione del mondo che si presenta come inevitabile?
Per Becker, la risposta è duplice: scrivere, raccontare, denunciare. Ma soprattutto: restituire al dibattito pubblico il diritto di dissentire, di regolare e di proporre alternative.
Serve più critica, più regolazione e più consapevolezza. Perché le utopie digitali di pochi potrebbero diventare gli incubi reali di molti.
E come conclude l’autore: «When we understand that these dreams of the future are actually nightmares for the rest of us, I think you’ll see that sense of inevitability vanish pretty fast».

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