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Ispra: il rapporto 2015 evidenzia un -7,1% di rifiuti C&D

Dal Rapporto emerge che nel 2013 la produzione di rifiuti individuati dal codice CER 17, ovvero provenienti da operazioni di costruzione e demolizione, categoria nella quale ricade anche il calcestruzzo di ritorno, è diminuita rispetto al 2012


Dal Rapporto emerge che nel 2013 la produzione di rifiuti individuati dal codice CER 17, ovvero provenienti da operazioni di costruzione e demolizione, categoria nella quale ricade anche il calcestruzzo di ritorno, è diminuita rispetto al 2012 sia per la crisi economica sia grazie alle procedure semplificate introdotte dal Ministero dell’Ambiente per la gestione delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti.

L’Ispra ha presentato il Rapporto sui rifiuti speciali con i dati del 2013, raccolti ed elaborati dai MUD del 2014 e da altre fonti a disposizione dell’Istituto per quelle attività non soggette all’obbligo di presentazione del MUD stesso.
L’analisi ha mostrato una flessione dell’1,5% nella produzione di rifiuti speciali (pericolosi e non) rispetto al 2012. Si è passati, infatti, da 133 a 131 milioni di tonnellate nel 2013 ed il calo ha riguardato sia i rifiuti pericolosi, che quelli non pericolosi.
Il maggior contribuito alla produzione totale dei rifiuti è fornito dal settore delle costruzioni e delle demolizioni (37,4% del totale), seguito dal complesso delle attività manifatturiere (25,7%), che comprendono anche la produzione di calcestruzzo preconfezionato.
Focalizzando l’attenzione sul codice Ateco 23 ‘Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi’, in cui rientra la produzione di calcestruzzo preconfezionato insieme a quella di cemento, calce, gesso, vetro, laterizio, i rifiuti totali prodotti rappresentano l’8,4% del totale dei settori.
La produzione dei rifiuti speciali non pericolosi riflette l’andamento di quella totale, mentre per quella dei rifiuti pericolosi sono le aziende manifatturiere che ne producono la maggiore quantità.
Il calo più consistente, per quanto riguarda i rifiuti non pericolosi, si ha nel settore delle costruzioni e demolizioni, con una diminuzione del 7,1%, corrispondente a 3,7 milioni di tonnellate. Questo andamento è confermato anche analizzando la produzione dei rifiuti per codice CER: il codice 17 dei rifiuti non pericolosi rappresenta infatti i rifiuti da costruzione e demolizione come anche il calcestruzzo di ritorno in impianto (cui vengono generalmente attribuiti i codici CER 170101 e 170107). L’Ispra attribuisce questa diminuzione, oltre che alla crisi economica che ha investito in particolare il settore dell’edilizia, anche alla classificazione delle “terre e rocce da scavo” non più come rifiuti, ma come sottoprodotti in accordo con i recenti criteri fissati dalla normativa nazionale (l’art. 184 bis del d.lgs. 152/2006, il d.m. 161/2012, l’art. 41 bis del d.l. 69/2013). Ciò a dimostrazione di come le procedure di semplificazione amministrativa, che portano a reimmettere nel ciclo produttivo gli scarti delle attività lavorative, portino benefici per l’ambiente.
Emerge inoltre dal Rapporto Ispra che fra le operazioni di gestione dei rifiuti quella principalmente adottata è il recupero di materia. In particolare il recupero di sostanze inorganiche, operazione in cui rientra anche il riciclaggio dei rifiuti C&D per la produzione di aggregati per calcestruzzo, rappresenta il 54,7% del totale recuperato in Italia. Ciò significa che a livello nazionale il riciclo dei rifiuti sta superando il conferimento in discarica, come impongono gli obiettivi fissati dalla Direttiva europea rifiuti.

Per maggiori dettagli scarica qui il Rapporto ISPRA 2015

 

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