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L’ispezione termografica come tecnica di indagine sui possibili difetti correlati ai solai di copertura

Spesso i problemi di infiltrazione sono dovuti ad un ammaloramento dello strato di impermeabilizzazione della copertura: l’utilizzo della termocamera per l’individuazione e la correzione dei difetti costituisce una produttiva strategia di prevenzione finalizzata alla salvaguardia del patrimonio edilizio. Nell’articolo saranno esplicitate in modo sommario le modalità di ispezione e come interpretare le indagini termografiche.

Riferimenti normativi

La norma tecnica UNI EN ISO 9712 stabilisce le procedure per valutare e documentare la competenza teorica e pratica del personale che effettua prove non distruttive, e fissa tre livelli per la qualificazione del personale addetto alle PND, con competenze crescenti dal primo al terzo livello. In sostanza, le indagini termografiche e il rapporto dei risultati possono essere redatti da soggetti di livello 1, sotto la supervisione di personale di livello 2 o 3, ma la valutazione e l’interpretazione dei dati di prova può essere effettuata solo da soggetti dal livello 2 in su.

Per quanto concerne il rilievo termografico dell’umidità dei tetti, le modalità di ispezione sono definite dalla norma americana ASTM C 1153 “Standard Practice for locating of wet insulation in roofing system using infrared imaging” e prevede il rispetto di determinate condizioni.

Condizioni al contorno

Le indagini sull’eventuale presenza di umidità sono di tipo qualitativo, perciò devono essere effettuate in fase di regime di transitorio termico: l’acqua, infatti, ha una capacità termica più elevata del materiale impermeabilizzante, conseguentemente mantiene il calore più a lungo. Le verifiche nello specifico devono essere quindi preferibilmente effettuate dopo il tramonto, alla cessazione dell’insolazione.
Un’altra condizione da soddisfare è certamente correlata alle condizioni atmosferiche: al fine di consentire all’acqua presente nei difetti di impermeabilizzazione di accumulare calore, occorrerà pianificare le indagini in assenza di precipitazioni atmosferiche nelle ultime 48 ore. Altresì la presenza e la velocità del vento influiscono sull’attendibilità delle verifiche, in quanto potrebbero creare difficoltà nell’individuazione delle zone difettose a causa del raffreddamento della superficie della copertura: l’ausilio di un anemometro consente di effettuare un controllo diretto.

Fase propedeutica

Il tecnico rilevatore, dopo avere reperito la documentazione dalla committenza, dovrà effettuare un sopralluogo preliminare finalizzato al rilievo ed alla verifica delle condizioni di sicurezza nella copertura, necessarie in quanto le indagini dovranno essere eseguite in notturna, preferibilmente con la presenza di un’altra persona. In questa fase è opportuno dotarsi di fotocamera digitale, mediante la quale verranno riprese immagini visive, generali ed al dettaglio; questo consentirà di effettuare un confronto diretto con il contenuto dei documenti forniti, annotando la tipologia dei materiali superficiali e delle loro finiture, e stimando il valore di emissività ε,che deve essere poi inserito nel settaggio della termocamera prima delle misure.

Questo lavoro deve essere effettuato in modo minuzioso e scrupoloso, in modo da avere una buona base di partenza finalizzata all’operatività delle indagini successive.
Il lavoro di ufficio riveste particolare importanza poiché consente non solo di analizzare i dati ed eventualmente effettuarne le opportune correzioni, ma di confrontarsi con il tecnico di livello II (qualora il tecnico rilevatore non ne avesse i requisiti) qualora occorressero integrazioni finalizzate alle indagini termografiche da effettuare.

Operazioni e verifiche da eseguire nella fase di indagine

Oltre alla termocamera ed all’anemometro, occorre dotarsi, nella fase di indagine, anche di un igrometro a contatto e di una bomboletta spray. La termocamera dovrà essere settata impostando opportuni valori di emissività ε (già determinati in precedenza): si rammenta, infatti, che la termocamera non misura la temperatura, ma l’energia infrarossa proveniente da un oggetto.
È opportuno effettuare preliminarmente una misurazione della temperatura dell’aria e dell’umidità relativa.

I termogrammi dovranno essere scattati in modo ordinato, muovendosi preferibilmente secondo una griglia ideale in modo da seguire un percorso finalizzato a coprire tutta la superficie dell’area di indagine; l’identificazione delle anomalie termiche è immediata in quanto si configurano in macchie a temperatura maggiore rispetto all’area circostante. In questo caso, è possibile fare una verifica diretta con l’igrometro a contatto, effettuando due misurazioni: una in corrispondenza della macchia, ed una in una zona adiacente ad essa.
Per censire le anomalie si consiglia di marcarle con un cerchio mediante la bombola spray, identificandole mediante una une numerazione progressiva. E’ possibile applicare questa metodologia altresì per l’identificazione di altre criticità.

Le anomalie termiche assumono aspetti diversi a seconda del tipo di impermeabilizzazione: nel caso specifico si ci è riferiti alle guaine bituminose e, come sopra descritto, le criticità (rappresentate generalmente da crepe, buchi, giunzioni a caldo mal effettuate) si manifestano generalemente con macchie; i difetti nei materiali isolanti porosi (ad esempio: fibra di vetro, perlite) appaiono con bordi frastagliati; un materiale a celle chiuse (es.lastre di poliuretano rigido) evidenzia criticità in corrispondenza degli angoli, in quanto l’umidità prima di passare ai pannelli adiacenti, imbibisce il pannello da cui è entrata.

Riflessioni finali

Quanto sopra esposto dimostra quanto sia importante, nel settore delle indagini termografiche, una corretta e scrupolosa pianificazione e, soprattutto, un corretto settaggio del termografo; per documentare ed identificare con maggiore chiarezza le criticità è opportuno verificare l’intervallo di temperatura, che può essere modificato anche manualmente: le indagini nel settore dell’edilizia sono spesso contraddistinte dalla valutazione di piccole variazioni di temperatura, conseguentemente l’intervallo dovrà essere opportunamente calibrato sino a raggiungere una buona nitidezza del termogramma. Questa due diligence è molto importante perché consente, in fase di elaborazione ed estrapolazione dei dati, ad analizzare le immagini in modo più dettagliato.

Allo stesso modo, è di fondamentale importanza il settaggio dell’emissività del materiale osservato. Nel campo dell’edilizia, si consiglia l’utilizzo di termocamere Lw (long wave) che lavorano nel campo dell’infrarosso lontano (8-14μ): ciò dipende essenzialmente dal fatto che in questo range di lunghezze d’onda l’aria ha un’alta trasmissività atmosferica e consente di elaborare misure con buon margine di affidabilità.

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