LA CULTURA DEL RISPETTO DELLE REGOLE
Se si vuole veramente far prevenzione ed evitare disastri come il terribile terremoto che ha colpito il Centro Italia, ma anche quelli per il dissesto idrogeologico, si deve seguire la strada della “cultura del rispetto delle regole”, senza farsi inebriare dallo scrivere dei giornali, che cavalcando l’onda della mediaticità della notizia e della disperazione di chi ha perso tutto, scrivono di tutto e di più, senza esaminare a fondo le diverse e realistiche problematiche.
Se si vuole veramente far prevenzione ed evitare disastri come il terribile terremoto che ha colpito il Centro Italia, ma anche quelli per il dissesto idrogeologico, si deve seguire la strada della “cultura del rispetto delle regole”, senza farsi inebriare dallo scrivere dei giornali, che cavalcando l’onda della mediaticità della notizia e della disperazione di chi ha perso tutto, scrivono di tutto e di più, senza esaminare a fondo le diverse e realistiche problematiche.
Tante abitazioni nei decenni del dopoguerra sono state costruite abusivamente senza alcun criterio costruttivo (committente, muratore e basta). Tant’è che nel 1985 per far fonte al dilagante abusivismo, si è dovuto istituire il condono edilizio che “forzatamente”, senza alcun criterio corposo, ha legittimato burocraticamente tante abitazioni, lasciando i problemi di vulnerabilità strutturale statico-sismico di quel patrimonio edilizio.
Per onestà intellettuale ed anche professionale sorge allora la seguente domanda: per chi non ha rispettato le regole è giusto, in caso di calamità naturale (terremoto o altro), percepire un risarcimento da parte dello Stato, ovvero di tutta la collettività e quindi anche da coloro che le regole le hanno rispettate?
Qualcuno direbbe di SI, perché le case sono condonate e quindi legalizzate alla pari di quelle costruite con progetti ed autorizzazioni degli Enti preposti, qualcun’altro forse sarebbe quantomeno titubante. Ma in quell’ormai lontano 1985 non si è tirata la cosiddetta “striscia”: “ora mai più abusivismo”, tant’è che sono seguiti altri due condoni edilizi nel 1994 e 2003 per far fronte ad altri abusi edilizi.
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