Il Concorso di Idee relativo alle Scuole Innovative, recentemente bandito dal MIUR, propone, a parere dello scrivente, un quadro assai significativo, sia pure problematico e preoccupante, del rapporto tra Domanda Pubblica e Offerta Professionale nel Nostro Paese.
Si ricorda, prima di tutto, che, con una impostazione originale, il Governo Renzi, sin dalla sua nascita, aveva posto la Scuola, intesa nelle sue molteplici espressioni, quale elemento fondante di un immaginario dell'investimento pubblico che abbracciava contenuto e contenitore, vale a dire qualificazione e riqualificazione degli edifici scolastici, introduzione di metodi formativi innovativi, adozione di dispositivi tecnologici avanzati, potenziamento degli organici e, infine, riforma della struttura organizzativa delle istituzioni educative.
Per prima cosa, gli obiettivi formulati dalla Stazione Appaltante, presso il Ministero Competente, in sinergia con l'apposita Unità di Missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in occasione di questa iniziativa, che nel quadro complessivo delle iniziative governative sull'Edilizia Scolastica ha un significato più che altro simbolico, dimostrativo, appaiono assolutamente coerenti con le premesse: occorre, tuttavia, domandarsi come avrebbero potuto essere formulati, in maniera meno narrativa e più computazionale, all'interno di un Eco-sistema Digitale.
Del resto, se il Ministero Competente e l'Unità di Missione testé citati hanno svolto un ruolo molto positivo nel determinare i criteri di selezione delle 52 aree in oggetto, queste ultime sono, pur sempre, state selezionate dalle Regioni, con scelte inevitabilmente disomogenee e, comunque, non interamente dipendenti da una Intelligenza Centrale.
Ciò, del resto, evoca qualche primo interrogativo inerente alla difficoltà che si rinviene in Italia nel definire una nozione di finanziamento che travalichi la mera occasione strumentale utile a realizzare un Manufatto qualsivoglia.
Ecco: a questo proposito, l'impressione è che l'immaginario degli Enti Locali, così come della Classe Professionale sia molto oggettuale, molto distante da una concezione innovativa di Bene (Im)mobile, pur presente negli obiettivi posti dalla Stazione Appaltante.
Il fatto che il Concorso di Idee riguardi essenzialmente le Immagini, la Cultura Visiva e Spaziale degli Architetti dovrebbe far riflettere su una ritrosìa emblematica nel rifuggire a un confronto con i portati della Digitalizzazione che, in quanto tali, solleciteranno, per primi, coloro che rimangono gli ultimi bastioni dell'Analogico.
D'altra parte, l'attribuzione degli incarichi per le successive Fasi di Progettazione, agli aggiudicatari del Concorso di Idee, risulta solo facoltativa, pour cause, interrompendo potenzialmente la continuità di un processo decisionale: con un approccio decisamente differente da quello che, contemporaneamente, la Ville de Lille sta seguendo per un Concorso di Progettazione di Edilizia Scolastica, secondo una impostazione non certo singolare o estemporanea.
Se si tiene conto che, al riguardo di Edifici Scolastici, sono in corso anche altre iniziative che coinvolgono Concorsi di Progettazione e Fondi Immobiliari, si può ben capire come, tutto sommato, sia opportuno che il Valore del Pensiero Architettonico si situi all'interno di una Geografia dei Valori più ampia e complessa di quella che gli Architetti sovente si augurano.
Tra l'altro, occorre distinguere tra una procedura competitiva telematica e una digitalizzata, poiché, nel secondo caso, non si tratta semplicemente di gestire i documenti tecnici e la procedura amministrativa sul supporto digitale (la cosiddetta dematerializzazione), bensì di gestire computazionalmente dati scissi da documenti e aggregati in informazioni.
Il fatto è che, nella Digitalizzazione, il Committente è colui che considera il Manufatto commissionato in termini di Dati configurati in Informazioni, di cui fornisce le Specifiche, che, una volta realizzato il Cespite, e validatone il contenuto, utilizzerà, aggiornandoli dinamicamente, per la Gestione e per la Fruizione del Bene Immobiliare o Infrastrutturale e, soprattutto, delle Attività in esso, o in relazione a esso, erogate o svolte.
Il collocare Dati e Informazioni, statici e non computabili, in un supporto digitale, ma, appunto, non digitalizzato, non comporta invero un sostanziale cambiamento nelle prassi.
Se, peraltro, si osservano i documenti messi a disposizione dalla Stazione Appaltante in occasione del Concorso Scuole Innovative si osserva la facoltatività del Documento Preliminare alla Progettazione, elemento di notevole criticità la cui omissione prevalente (a eccezione di casi come Arzachena o Siracusa), peraltro, come si evince dalle specifiche situazioni territoriali, non è certo addebitabile al Ministero Competente e alle sue lodevoli intenzioni, bensì allo stato non proprio brillante della Committenza Locale in Italia.
A distanza da molti anni dalla sua introduzione quale agente distintivo e progettuale della funzione committente, il Documento Preliminare, infatti, latita, a dimostrazione di una desertificazione culturale, prima ancora che operativa, dell'Attore che risulterebbe il principale beneficiario della Digitalizzazione.
Parimenti, mancano quasi sempre, nei documenti forniti dalle realtà territoriali, sia i Piani dell'Offerta Formativa sia la Descrizione di Metodi Didattici Innovativi, restituendo, di conseguenza un paesaggio assai preoccupante del tessuto committente pubblico.
Sotto questo profilo, il concomitante Concorso dedicato alle scuole interessate appare molto più promettente, al fine di restituire i materiali connotanti le esigenze e gli immaginari delle Comunità interessate, che rappresentano, peraltro, il focus di un dividendo politico legittimamente atteso.
Addirittura, da esso potrebbe derivarne una maggiore Progettualità, con un evidente paradosso.
D'altra parte, se si considera la cartografia che è messa a disposizione, in formato .jpg o .pdf, relativa ai luoghi e ai vincoli, essa poco indica di una accezione geo-spaziale del territorio che è alla base fondante della Smart City.
Se Connettività è una accezione che implica flussi informativi continui che riguardano la dialettica tra Pianificazione e Situazionismo, tra Comportamenti e Movimenti, qui di tutto ciò è restituita solo la componente passiva, statica, di cui le fotografie, nell'era dell'In-Depth Imaging di Google, dell'Intelligence da Flickr e Instagram, sono icona, come se dovesse prevalere unicamente l'impostazione di un Professionalismo tanto tradizionale quanto in affanno.
Ci si ponga un quesito: nell'epoca di Airbnb e di Uber, quali e quanti sono i modi per conoscere un territorio e per rappresentare una comunità, nonché per esercitarvi la Progettualità attesa dal Governo?
La articolazione della proposta ideativa richiesta, in sede di offerta, dal Concorso si compone di una necessariamente sintetica parte testuale e grafica su supporto digitale (non computazionale) a cui, però, difettano, come detto, alcuni riferimenti specifici, non resi disponibili dalle singole Amministrazioni interessate.
Si noti che la natura della documentazione è giustamente definita come «descrittiva», così come non potranno che essere «narrativi» i giudizi espressi dalla Commissione Giudicatrice.
Il che vuol dire che gli unici riferimenti a disposizione sono costituiti dalla, peraltro ricca, documentazione messa a disposizione da parte del Ministero Competente, derivante da istituzioni e contesti nazionali e internazionali, oltre che dai ben noti riferimenti legislativi, ministeriali e territoriali.
Forte è il sentimento che i lodevoli intenti promossi in sede governativa e istituzionale abbiano dovuto confrontarsi con uno stato attuale, con una condizione del Professionalismo che è autoreferenziale e che, non a caso, vorrebbe solipsisticamente rivendicare disperatamente un Primato Autoriale che la Digitalizzazione, così male accolta e interpretata, a esso impietosamente leverà.
Naturalmente, il primo tema da porsi, in sede di esame delle proposte ideative, deriverà dalle modalità con cui accertarsi della affidabilità delle stime sommarie, dato che le tre tavole richieste non derivano da alcun Modello Informativo Federato Computazionale.
Nei fatti, il giudizio di conformità nell'istruttoria e di valore nella valutazione sarà espresso sulla base di immagini, schizzi e tavole, stampate digitalmente e da restituzioni (render).
I parametri oggetto della valutazione che sono stati, peraltro, definiti in anticipo, anche in termini di incidenza ponderale massima, devono, peraltro, confrontarsi con criteri di valutazione che vertono su estetica, funzionalità ed esigenzialità specifica (laddove manifestata dai destinatari amministrativi e tecnici locali).
È evidente la difficoltà, qualitativa, ma ancor maggiormente quantitativa, in cui verserà la Segreteria Tecnica, a supporto della Commissione Giudicatrice, nell'istruire «opzioni progettuali» non confrontabili né comparabili, allorché in Norvegia, con applicativi di Space Programme, Information Modeling e Code & Model Checking ciò, almeno un lustro or è, è stato eseguito agevolmente e rapidamente.
Ma, appunto: a fronte di una Committenza Delegata o Indiretta che non si ha dubbio di considerare Selettiva ed Esigente, sta una classe professionale che non desidera trarre le debite conseguenze dalla Circolarità e dalla Digitalizzazione in termini di aggregazioni dimensionali e di economie conoscitive.
Essi parametri, del resto, non sono formulati in modo da consentirne una verificabilità «computazionale», come accaduto, come poc'anzi ricordato, altrove: a Oslo o, per altre tipologie di procedure competitive, a ... Melzo.
È palese, ancora una volta, come la piena consapevolezza riformista di una istituzione ministeriale si debba confrontare con un atteggiamento del ceto professionale riluttante.
Tali parametri, comunque, sono, dato il presupposto, forzatamente espressi e valutabili in termini estremamente «narrativi» in termini di qualità dell'architettura, qualità dell'inserimento, qualità delle soluzioni innovative, qualità della evoluzione, qualità della fruibilità, qualità delle prestazioni energetiche, qualità delle prestazioni ambientali, qualità della congruità economico-finanziaria.
Riesce, d'altronde, assai difficile comprendere come i parametri indicati dalla lettera a) alla lettera h) possano essere tempestivamente, ma accuratamente, in materia di contenzioso, giudicati da una unica Commissione Giudicatrice nel merito, in maniera almeno semi computazionale, sulla base di una documentazione così testuale (in senso lato), a fronte di un numero di proposte quantificabile in diverse centinaia (non meno di qualche migliaio se solo se ne ipotizza qualche decina per area territoriale, a fronte dei soli 154.000 Architetti operanti in Italia e in virtù dell'internazionalità del Concorso di Idee).
Ovviamente, pressoché scomparse, eclissatesi, le Committenze destinatarie effettive e ultime dell'azione congiunta tra MIUR e INAIL, ammesse, come figure complementari, quelle degli esperti pedagogici e di altra natura, inesistenti (sino all'Appalto di Sola Esecuzione) i Costruttori, ancor più i Gestori a qualsiasi titolo, restano i Professionisti nella loro Autorialità a recitare il ruolo creativo per eccellenza, a fronte del decreto ministeriale del 1975, delle linee guida ministeriali del 2013, di alcuni altri riferimenti a livello territoriale.
È palese come le forze ispiratrici di questa formula di procedura competitiva, radicalmente differente da quella rinvenibile presso la Ville de Lille, ritengano che la Centralità del Progetto risieda in una Centralità dei Professionisti che si manifesti nella forma più tradizionale e solipsistica possibile.
Ci si domandi, però, ora che destino possano avere queste «idee progettuali», collocate al di fuori di ogni logica imprenditoriale di carattere costruttivo che implichino una filiera e una catena di fornitura (come, invece, accadeva per i pur discutibili repertori regionali di un tempo che fu), di economie di scala come abbattimento dei costi unitari e di economie di conoscenza come combinatorie di elementi per soluzioni diversificate, nell'iter della Progettazione Definitiva ed Esecutiva.
Ci si domandi, tuttavia, come queste «proposte creative» si relazionino a processi di aggiudicazione «conflittuali» e a metodi costruttivi On Site e Off Site, se non come probabili citazioni di sistemi costruttivi consolidati.
Ci si domandi, altresì, come i Gestori del Cespite Immobiliare nel Ciclo di Vita potranno scontare eventuali scelte malaccorte inseminate nella Progettazione di Fattibilità.
Ci si domandi, soprattutto, come alla Valutazione Post Occupativa in relazione a personale scolastico, discenti, personale tecnico amministrativo, famiglie, possano reggere le famigerate «concezioni morfogenetiche» tendenzialmente autoreferenziali, laddove proprio la Biennale di Architettura esalta la dimensione partecipativa, qui timidamente presente nella relazione come «percorso partecipativo», per non dire del Co-Working.
Se, poi, a ciò si aggiunge la tematica delle Smart Educational Facility, si comprende come possa essere difficoltoso rinvenire negli esiti presumibili del Concorso di Idee tracce di Predictive & Cognitive Building, ovvero di Geo-localized Educational and Social Service, quando nulla si ritrova in fatto di Building Information Modeling e di Geographic Information System: di Urban Intelligence.
Lo si ripete, l'intenzione della Stazione Appaltante è eccellente: la consapevolezza della classe professionale di fronte ai rivolgimenti epocali appare, invece un poco «retorica».
Per questa ragione, presso l'Università degli Studi di Brescia sono in corso di sperimentazione critica Digital Design Workflow per le Educational Facility improntati al Behavioural Design.
Non sprechiamo l'occasione offerta da ciò che accadrà dopo la conclusione del Concorso di Idee nella complessa Transizione agli Operational School Building.
Soprattutto, evitiamo che la classe professionale, specie quella degli Architetti, così determinante per il Valore del Progetto, divenga marginale, a causa di un riflesso difensivo controproducente.
Non è così nel Regno Unito: come dimostra il recente Rapporto del Royal Institute of British Architects, rilanciato da BBC e The Guardian, intitolato Better spaces for learning, pur indirizzando una celata critica agli ultimi programmi governativi, contiene una impostazione assai interessante in termini di propositività, come già evidente nel Plan of Works 2013, nello NBS BIM Toolkit, in Richard Saxon, Dale Sinclair, Stefan Mordue.