Normativa Tecnica | Ingegneria Strutturale | Sismica
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Nuove Norme tecniche per le Costruzioni: prestazionali, nazionali, computazionali, partecipative.

Quale direzione dovrebbero prendere le nuove Norme Tecniche delle Costruzioni? INGENIO ha condotto un’indagine nazionale per raccogliere il parere di ingegneri, architetti e tecnici. Il risultato è un quadro chiaro: approccio prestazionale, adattamento agli Eurocodici, norme applicative e maggiore partecipazione. Ecco i dati e le riflessioni emerse.

Verso la revisione delle Norme Tecniche per le Costruzioni: la voce dei professionisti

Con l’avvio del processo di revisione delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), che ha visto già realizzarsi due riunioni della commissione incaricata,  INGENIO ha promosso una rilevazione on‑line rivolta a ingegneri, architetti, ricercatori e docenti universitari.

L’obiettivo? Fotografare, con la massima nitidezza, aspettative e priorità della comunità tecnica italiana di fronte a un passaggio strategico per la competitività e la sicurezza del nostro patrimonio edilizio. Le NTC infatti regolamentano l'intera parte tecnica del settore delle costruzioni e quindi hanno un impatto importante sull'evoluzione non solo progettuale, ma anche industriale.

Hanno risposto oltre 300 professionisti*, con una netta prevalenza di liberi professionisti (70 %), a conferma del ruolo centrale della libera professione nel dialogo normativo.

*il campione non è stato selezionato è ha una numerosità limitata. Non si tratta quindi di un'indagine rappresentativa, ma semplicemente la raccolta di un sentiment dal settore con l'obiettivo di fornire argomenti di riflessione e discussione su un argomento quanto mai importante.

   


Uno sguardo al campione: età ed engagement

La distribuzione anagrafica evidenzia un baricentro nella fascia 30‑49 anni (53,3 %), ovvero il cuore operativo dei progetti di ingegneria e architettura:
< 30 anni = 5,4 % | 30‑39 = 28,9 % | 40‑49 = 24,4 % | 50‑59 = 20,3 % | 60‑69 = 13,3 % | > 70=  7,6 %.

Un campione dunque articolato, in cui il confronto generazionale – dalle nuove leve agli esperti senior – diventa parte integrante dell’analisi.

Quanto all’engagement informativo, oltre il 68 % dei partecipanti dichiara di leggere ingenio‑web.it almeno una volta a settimana (31,1 % quasi quotidianamente): un ulteriore segnale di attenzione ai temi tecnici e normativi.

   


1. Eurocodici? meglio le norme tecniche italiane

Alla domanda sul ruolo delle nuove NTC rispetto agli Eurocodici, la posizione dominante è inequivocabile: il 71,4 % del totale ritiene necessario adattare gli Eurocodici alle specificità tecniche, territoriali e normative italiane.

Solo un 14,9 % giudica superflua una norma nazionale, confidando nell’autosufficienza del corpus europeo, mentre un ulteriore 13,7 % si limiterebbe a un mero richiamo.

La richiesta di adattamento è ancora più marcata fra i liberi professionisti, dove sale al 73,5 % (13,5 % «non necessarie», 13 % «mero richiamo»), e trova consenso trasversale in tutte le classi d’età:

Under 40 = 74,2 % | 40‑60 =  72,3 % | Over 60 =  73,4 %.

L’armonizzazione europea è imprescindibile, ma occorre declinarla sul contesto italiano, specie per le opere minori, i materiali “locale‑specifici” e le peculiari condizioni sismiche della Penisola.

A titolo personale - dopo aver visionato una presentazione del nuovo Eurocodice 8 - ho l'impressione che la normativa europea abbia preso un taglio molto prescrittivo, più da manuale tecnico che da norma. L'enorme quantità di prescrizioni inserite, di formule, di vincoli rendono - sempre a mio parere - molto difficile l'uso da parte dei professionisti tecnici, in particolare chi opera nell'ingegneria ordinaria. Probabilmente solo attraverso l'uso di software sarà possibile verificare il rispetto di tante indicazioni.

Peraltro, nell'Eurocodice 8, nella parte relativa alle strutture in calcestruzzo in zona sismica è ammesso l'uso del C16/20 !!!! controllare per credere.

Diversi anni orsono il grande Prof. Pozzati disse che continuando di questo passo avremmo dovuto istituire una laurea in Eurocodici. Probabilmente aveva visto lungo e l'ingegneria italiana, con tutti i possibili difetti che può avere, forse è ancora colei in grado di dare l'indicazione normativa più corretta. 

Comprendo quindi il parere espresso da chi ha risposto al sondaggio, rafforzato poi dalle risposte alle altre domande.


2. Dal prescrittivo al prestazionale: il salto generazionale

Nella seconda domanda del sondaggio, INGENIO ha chiesto ai professionisti quale modello ritenessero più opportuno per le future Norme Tecniche per le Costruzioni: se fosse preferibile mantenere l’attuale impianto prescrittivo – basato su indicazioni rigide, puntuali e spesso vincolanti – oppure se fosse il momento di compiere un salto generazionale verso un approccio prestazionale, fondato su criteri di affidabilità strutturale, più coerenti con l’evoluzione del contesto europeo e con i contenuti degli Eurocodici.

Il risultato è stato netto e trasversale: quasi otto su dieci (78,2%) dei partecipanti hanno espresso una preferenza chiara per l’approccio prestazionale.

Questo orientamento non solo è condiviso dalla maggioranza assoluta, ma si rafforza proprio nelle fasce centrali della professione: tra i 40 e i 60 anni, la percentuale sale all’80,1%, mentre resta molto elevata anche tra i più giovani (78,7% sotto i 40 anni). Persino nella fascia over 60 – dove si potrebbe ipotizzare un maggiore legame con i modelli normativi storici – oltre il 73% si è espresso a favore di un cambiamento.

    

     

Il dato appare ancor più significativo se si considera il contesto: il mondo delle costruzioni italiano è stato, per decenni, guidato da una cultura normativa prescrittiva, dove la sicurezza era affidata più alla rigidità delle regole che alla responsabilità progettuale. Oggi, invece, emerge con forza l’esigenza di liberare il progetto, senza rinunciare al controllo: ovvero di misurare le prestazioni attese delle opere in termini quantitativi (resistenza, durabilità, duttilità, robustezza), lasciando al progettista la possibilità di raggiungerle con i metodi, i materiali e le tecnologie più adeguate.

Questa richiesta non rappresenta solo un’esigenza teorica, ma riflette un desiderio profondo di modernizzazione della normativa: più flessibile, più aperta all’innovazione, più in sintonia con la complessità del costruire contemporaneo. Ed è accompagnata – come mostrano le altre risposte della survey – da una domanda di strumenti chiari, formule operative e maggiore coinvolgimento della base professionale. In questo senso, l’approccio prestazionale è vissuto non come una fuga dalla norma, ma come una sua evoluzione responsabile, in cui la libertà progettuale si accompagna a criteri oggettivi di verifica.

Un input importante quindi per la Commissione che deve produrre le nuove Norme Tecniche: a grande maggioranza il settore vuole andare nella direzione delle prestazioni.

        


3. Formule di calcolo: norma, allegati o linee guida?

La terza domanda dell’indagine ha indagato un aspetto tanto tecnico quanto centrale per l’operatività quotidiana del progettista: la presenza (o meno) delle formule di calcolo all’interno del testo delle Norme Tecniche.

Ai partecipanti è stato chiesto di esprimersi su quattro opzioni:

  1. Non è necessario inserire formule di calcolo: bastano gli Eurocodici
  2. Le formule, in linea con gli Eurocodici, vanno riportate in documenti di supporto
  3. Le formule vanno riportate nel testo, purché in linea con gli Eurocodici
  4. Le formule vanno incluse nel testo, con eventuali adattamenti nazionali dove necessario

Il risultato mostra una chiara preferenza per una norma tecnica che contenga al suo interno gli strumenti di calcolo: quasi la metà del campione (48,9%) ritiene infatti che le formule debbano essere mantenute nel testo normativo cogente, pur con la possibilità di introdurre adattamenti specifici al contesto italiano. Se si somma anche il 19,4% che accetterebbe l’inclusione solo in presenza di piena coerenza con gli Eurocodici, emerge che oltre due terzi degli intervistati desiderano una norma “operativa”, in grado di accompagnare concretamente la progettazione.

Una percentuale più contenuta – 20% – propone invece una soluzione di compromesso: inserire le formule non nel corpo della norma, ma in documenti di supporto ufficiali, più facilmente aggiornabili e flessibili, sul modello degli allegati tecnici o degli “annex” europei. Solo una minoranza residuale – 11,7% – suggerisce di fare esclusivo affidamento agli Eurocodici, senza riportare alcuna formula nella normativa nazionale.

   

    

NTC uniche: un dato che sorprende

Colpisce il fatto che solo un quinto degli intervistati sia favorevole a una struttura normativa che deleghi le formule a documenti esterni. È un dato che può apparire controintuitivo, soprattutto considerando quanto un’impostazione di questo tipo – basata su allegati tecnici separati, aggiornabili con maggiore frequenza – potrebbe favorire l’evoluzione della norma in tempi rapidi e con minor rigidità istituzionale.

La lettura di questo esito suggerisce una realtà molto concreta: i progettisti vogliono certezze.

Preferiscono avere le formule “sotto gli occhi”, all’interno del testo di riferimento, piuttosto che ricorrere a una costellazione di allegati, linee guida o riferimenti paralleli. È una richiesta di chiarezza normativa, di accessibilità e, in fondo, di semplificazione operativa.

I dati per fasce d’età e professione

Il desiderio di formule all’interno del testo normativo è ancora più forte tra i professionisti sotto i 40 anni (50,9%) e tra i liberi professionisti (51%).

Si tratta di soggetti che, più di altri, lavorano sul campo, affrontano ogni giorno il cantiere, i computi, le verifiche, e che hanno bisogno di strumenti certi e immediatamente utilizzabili. Anche gli over 60 – tradizionalmente più legati a norme “autosufficienti” – confermano questa tendenza, con il 46,7% a favore dell’inclusione delle formule nel testo principale.

In sintesi, i professionisti italiani non vogliono una norma astratta.

La vogliono prestazionale, sì, ma anche completa, concreta e immediatamente applicabile. Se da un lato chiedono più libertà e responsabilità progettuale, dall’altro pretendono di avere a disposizione strumenti affidabili, coerenti e ufficiali. È in questo equilibrio – tra norma che guida e norma che lascia spazio – che si gioca la sfida più sottile della prossima revisione.

La sfida dei prossimi anni sarà trovare l’equilibrio fra stabilità normativa e flessibilità di aggiornamento, magari sfruttando allegati “viventi” validati dall’amministrazione ma governati digitalmente, sul modello dei National Annex europei.

   


4. Chi scrive le norme? Verso una consultazione diffusa

Sul fronte del coinvolgimento della categoria nelle fasi redazionali, il messaggio è corale: il 78,1 % ritiene necessario un percorso di consultazione allargata (survey, call for comments, workshop tematici) prima della pubblicazione della bozza finale.

Solo il 21,9 % si dice soddisfatto dell’attuale rappresentanza “istituzionale”.

Il sentimento è condiviso da liberi professionisti e dipendenti pubblici, con una punta di insistenza fra gli under 40 (82,4 %).

   

   


5. INGENIO come hub dell’informazione tecnica

La survey si è chiusa con alcune domande di servizio sull’uso della piattaforma ingenio‑web.it.

I risultati confermano il ruolo centrale di INGENIO come punto di riferimento informativo nel mondo delle costruzioni. Oltre il 68% dei rispondenti accede al portale almeno una volta a settimana, e di questi ben il 31,1% lo consulta quotidianamente: un dato che segnala non solo fidelizzazione, ma anche fiducia nel valore dei contenuti proposti.

Alla domanda su cosa venga maggiormente apprezzato, le risposte tracciano un profilo ben definito dell’identità editoriale del portale:

  • 74% degli intervistati riconosce il valore degli approfondimenti tecnici, ritenuti affidabili, ben curati e utili per l’attività professionale quotidiana;
  • 61% sottolinea l’importanza dell’aggiornamento puntuale sulle novità normative e legislative, a conferma della capacità del portale di anticipare o interpretare i cambiamenti in atto;
  • 37,8% apprezza la chiarezza espositiva e la facilità di lettura, segno di un linguaggio tecnico accessibile ma mai banale;
  • un 25,1% evidenzia l’interesse per gli editoriali di taglio culturale, che affrontano temi di fondo dell’ingegneria e dell’architettura con uno sguardo più ampio, capace di connettere tecnica, etica e società.

Seguono, in misura minore, l’apprezzamento per i contenuti video (5,4%) e per le informazioni sulle tecnologie e i prodotti delle aziende (21,9%). Solo l’1,6% dichiara di non apprezzare nulla in particolare.

Una comunità tecnica consapevole e dialogante

Questi dati completano il quadro della survey con un’informazione qualitativa importante: la platea tecnica non è solo alla ricerca di norme e strumenti, ma anche di conoscenza critica, confronto e visione. INGENIO, in questo scenario, viene riconosciuto come un attore editoriale indipendente, autorevole e aperto, capace di accompagnare la trasformazione del settore non solo con la cronaca, ma con un pensiero tecnico condiviso.

È su questa base che si potrà costruire anche il dialogo attorno alla revisione delle Norme Tecniche: un’informazione professionale, verificata e partecipata è il primo strumento per un cambiamento solido e condiviso.

   


Conclusioni finali

Questo nostro sondaggio non ha la pretesa di voler testimoniare fedelmente l'opinione dei tecnici italiani. Il numero di risposte e le modalità di acquisizione dei pareri non consente di poter dire questo.

Penso che  però possa essere un utile strumento di riflessione per chi oggi ha la responsabilità di predisporre l'aggiornamento delle NTC.  Il quadro che si delinea è quello di un settore proiettato verso l’Europa ma ancorato al territorio. I professionisti chiedono:

  • Adattamenti nazionali degli Eurocodici, specie per sismica, materiali tradizionali e procedure autorizzative.
  • Norma prestazionale, con requisiti di affidabilità chiari e misurabili.
  • Formule di calcolo in testo base, ma con apertura a sistemi di allegati tecnici dinamici per futuri aggiornamenti agili.
  • Processi decisionali inclusivi – survey, open review, gruppi di lavoro misti – a garanzia di legittimazione e qualità.

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