Smart City
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Perché abbiamo bisogno di città intelligenti

Le sfide del cambiamento climatico e i problemi della guerra tra Russia e Ucraina fanno comprendere come solo la realizzazione di comunità sostenibili sarà possibile aumentare l'efficienza energetica, e sostenere una popolazione che invecchia.

La migrazione di massa nelle città porterà ad uno stravolgimento degli ecosistemi

Ad oggi, circa il 54% della popolazione mondiale (4 miliardi di persone) vive in aree urbane. Entro il 2050, quasi 7 persone su 10 nel mondo vivranno nelle città. Ma non saranno le città moderne a crescere di più. Nel 2030, le città più grandi del mondo saranno proprio quelle dei Paesi africani e asiatici.

 

Le prime 10 megalopoli del mondo nel 2022
  1. Tokyo: 37,435,191;
  2. Delhi: 29,399,141;
  3. Shanghai: 26,317,104;
  4. Sao Paulo: 21,846,507;
  5. Mexico City: 21,671,908;
  6. Cairo: 20,484,965;
  7. Dhaka: 20,283,552;
  8. Mumbai: 20,185,064;
  9. Beijing: 20,035,455;
  10. Osaka: 19,222,665.

Fonte: wordpopopulationreview (visita il sito)

 

Questa migrazione di massa porterà a un impatto senza precedenti sugli ecosistemi, a cominciare dalle infrastrutture e dalle risorse esistenti. Produzione e flussi di energia, approvvigionamento idrico e alimentare, gestione dei rifiuti, concentrazione dell’inquinamento dell’aria, acustico e luminoso...sono tutte problematiche che dovranno essere anticipate per evitare catastrofi in termini sociali e di salubrità (il COVID forse ci ha insegnato qualcosa).

Ecco perchè alcuni paesi, in particolare quelli ad alto reddito e quindi con maggiori risorse, hanno avviato uno sforzo non solo per per rendere le città esistenti più intelligenti e funzionali, ma hanno cominciato a costruirne delle nuove.

Questo perchè la trasformazione da City a Smart City non avviene attraverso un semplice (si fa per dire) ottimizzato dei dati per una gestione più efficiente delle risorse. La trasformazione richiede anche interventi materiali di grande entità che riguardano le infrastrutture per la mobilità e i servizi (si pensi, ad esempio, alla gestione dei rifiuti, delle acqua pulite e di quelle sporche), gli edifici pubblici e privati, le caratterizzazioni urbanistiche per tenere conto anche di una evoluzione intelligente della mobilità pubblica e soprattutto privata, e la necessità di creare sistemi policentrici più connessi anche ai luoghi di lavoro.

E questa esigenza di trasformazione è resa ancora più evidente dall’invecchiamento (e impigrimento) della popolazione, che comporta meno persone che generano risorse (si riduce la percentuale di persone in età lavorativa) e più persone che hanno bisogno di aiuto.

 

Le Smart Cities in Giappone

Su Nature è uscito un articolo, che ritengo molto interessante, che riguarda ciò che sta avvenendo su questo fronte in Giappone, il Paese che più rispecchia le caratteristiche fino ad oggi elencate. Nel 2021, la percentuale della popolazione giapponese di età pari o superiore a 65 anni ha raggiunto il 29,1%, la più alta al mondo. Entro il 2036 sarà del 33%. 

Peraltro, il paese è povero di risorse ed estremamente soggetto a disastri. Ecco perchè il Paese del Sol levante si è mosso nella direzione delle Smart City, e poiché ha una lunga storia di creazione di città dal nulla (si pensi ai terreni sottratti al mare in questi anni), la soluzione di costruire nuove città è stata considerata in modo positivo.

E su questo fronte si sono mosse anche le aziende. Panasonic, ad esempio, ora crea "città intelligenti sostenibili" (SST) nelle città esistenti. Ad aprile, l'azienda ha aperto il suo ultimo SST a Suita, una città nel Giappone centrale. Sede di circa 500 persone, Suita SST è progettata per affrontare il cambiamento demografico del Giappone creando una comunità in cui persone di tutte le età si mescolano.

 

Perché abbiamo bisogno di città intelligenti

 

Dispone di complessi abitativi, una casa di cura, una scuola materna e una "scuola affollata" che prepara gli studenti agli esami, oltre a un centro commerciale e un parco, tutti gestiti da Panasonic e da società partner. Ciò che lo rende visibilmente "intelligente" sono funzionalità come telecamere di monitoraggio in grado di rilevare le cadute nella casa di cura, segnaletica digitale all'aperto e apparecchiature di distribuzione dell'elettricità ad alta tensione che consentono linee elettriche ridondanti, rendendo la comunità meno vulnerabile alle interruzioni.

La città dispone anche di telecamere di sicurezza per il riconoscimento facciale capaci di archiviare e analizzare i dati delle immagini per rilevare cadute, congestione, sedie a rotelle, bastoni bianchi e simili.

L'azienda mira a fornire tutta l'energia di Suita in modo sostenibile in cinque anni e ad avere una fornitura indipendente di elettricità per un massimo di tre giorni in caso di disastro, utilizzando batterie di accumulo, celle a combustibile domestiche, pannelli solari ed elettricità - stazioni di ricarica per veicoli.

 

Le case si trovano nella città intelligente sostenibile di Fujisawa

Yabuuchi afferma che Suita SST e città simili possono aiutare a risolvere le sfide che il Giappone deve affrontare. Ad esempio, le città intelligenti possono fornire un ambiente che supporti le connessioni sociali intergenerazionali e rilevare il declino cognitivo negli anziani attraverso l'uso di dispositivi domestici dotati di sensori. Ciò consente anche un trattamento tempestivo del declino cognitivo, il che significa che tali città possono utilizzare i dati per promuovere la salute e il benessere.

 

Andrea Dari-Editore e Direttore di INGENIO

 

Panasonic ha collaborato con il governo municipale di Fujisawa e altri partner per trasformare il sito di 19 ettari in un sobborgo di Fujisawa, una città di 442.000 abitanti. L'SST è diventata una comunità di oltre 2.000 persone, che vivono principalmente in famiglie unifamiliari, case ad alta tecnologia, con pannelli solari, accumulatori e un sistema di gestione dell'energia domestica per un uso efficiente dell'energia.

I residenti possono utilizzare il portale online della città per prenotare auto elettriche, biciclette e scooter condivisi o controllare le consegne da un centro logistico in loco, che vengono effettuate da corrieri in bicicletta o robot. I robot sperimentali girano lentamente e autonomamente per la città su una base su ruote, assomigliando a carrelli della spesa di grandi dimensioni con caratteristiche che ricordano occhi e sopracciglia.

La comunità attentamente pianificata è servita anche da banco di prova collaborativo, risultando nella commercializzazione di una decina di tecnologie da parte di Panasonic e delle società partner. Ad esempio, i residenti hanno partecipato allo sviluppo di sensori in grado di monitorare le persone per migliorare la qualità del sonno regolando le impostazioni del condizionatore d'aria intelligente. I sensori possono monitorare lo stato di sonno rilevando i movimenti del corpo e regolando di conseguenza la temperatura e il flusso d’aria.

 

I 10 Paesi più popolosi del mondo nel 2022
  1. China: 1,425,887,337 (147/km²);
  2. India: 1,417,173,173 (431/km²);
  3. United States: 338,289,857 (36/km²);
  4. Indonesia: 275,501,339 (145/km²);
  5. Pakistan 235,824,862 (267/km²);
  6. Nigeria 218,541,212 (237/km²);
  7. Brazil 215,313,498 (25/km²);
  8. Bangladesh 171,186,372 (1,160/km²);
  9. Russia 144,713,314 (8/km²);
  10. Mexico 127,504,125 (65/km²).

Fonte: wordpopopulationreview (visita il sito)

 

Fujisawa è stato il modello per Tsunashima SST, la seconda città intelligente dell'azienda, che ha aperto nella città portuale di Yokohama nel 2018. Tsunashima assomiglia molto a qualsiasi altra parte della città, ma vanta una ricchezza di tecnologia: celle a combustibile a idrogeno per alimentare auto e strutture commerciali, una stazione di rifornimento di idrogeno per veicoli e unità abitative con app di gestione domestica per il controllo di elettrodomestici e citofoni, nonché il monitoraggio del consumo di acqua ed elettricità dei residenti.

Il Giappone ha l'ambizione di esportare progetti di città intelligenti in altri paesi, secondo un rapporto del 2021 della società di consulenza PwC Japan Group (vedi il rapporto SMART CITIES 2050: REBUILDING THE FUTURE OF JAPANESE CITIES

 

Il modello giapponese di Smart Cities è esportabile?

Sebbene non sia affatto appropriato per tutte le città, l'approccio di creare comunità intelligenti da zero potrebbe essere più rapido e completo rispetto al retrofit dei quartieri esistenti, una tecnologia alla volta.

In chiave italiana, questo concetto è codivisibile, soprattutto se pensiamo ad alcune periferie realizzate negli anni sessanta e settanta del nostro dopoguerra.

E in effetti ci sono state e ci sono delle sperimentazioni alcune di successo, altre meno (alcune dei veri e propri fiaschi) che fino ad oggi sono state realizzate soprattutto con un’attenzione ad alcuni aspetti di tipo immobiliare e paesagistico (edifici in classe A, aree verdi comuni...) ma che nel futuro potrebbero essere sviluppate con una maggiore attenzione all’innovazione digitale e alla sostenibilità.

Scelte che potrebbero essere compiute anche sul fronte dell’edilizia pubblica residenziale, perchè strumenti di servizio, come quello realizzato da Panasonic con le telecamere, potrebbero anche avere un ruolo sulla sicurezza sociale.

 

Flussi migratori e muri politici

Un’ultima considerazione. Di fronte all’invecchiamento veloce della popolazione italiana - basti pensare che negli ultimi 50 anni l'invecchiamento è stato uno dei più rapidi tra i Paesi maggiormente sviluppati e si stima che nel 2050 la quota di ultra65enni ammonterà al 35,9% della popolazione totale, con un'attesa di vita media pari a 82,5 anni (79,5 per gli uomini e 85,6 per le donne) - l’idea di pensare ai flussi migratori (ineludibili, come dimostrano i dati già menzionati) come un problema e non come una risorsa sia alquanto limitata se non sbagliata.

La migrazione verso le città sarà non solo intra-nazionale ma anche tra diverse nazioni e quindi è naturale pensare che riguarderà anche il nostro Paese. E con un italiano su 3 che ha più di 65 anni senza un adeguato ricambio l’unica parola con cui potremo descrivere la nostra società sarà «declino».

È quindi necessario che anche in Italia si affronti il tema dell’evoluzione urbana e delle smartcities considerando tra i fattori più importanti anche quello dell’immigrazione, del mutamento culturale, della diversità come valore, della convivenza.

Come dicevano i francesi nel 1789 "Libertè, Egalitè e Fraternitè."

 

Fonti: worldpopulationreview.com, Nature, Keybiz.com, EPICENTRO

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Con il Topic “Smart City” abbiamo quindi voluto raccogliere le news e gli approfondimenti che riguardano la trattazione di questo tema, sia da un punto di vista tecnologico che urbanistico.

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