Coperture
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Prestazioni acustiche delle coperture in latero-cemento

Prestazioni acustiche delle coperture in latero-cemento

All’interno del sistema tecnologico che costituisce l’edificio, la copertura è un elemento sostanziale di primaria valenza: nelle sue svariate forme e tipologie, apparentemente semplice, è in realtà una componente complessa, in quanto maggiormente esposta agli agenti climatici esterni, sulla quale convergono molteplici funzioni ed esigenze di tipo progettuale, molte delle quali orientate all’attivazione di condizioni confortevoli all’interno degli spazi abitativi sottostanti.
 
Nel caso di una copertura, a falda o piana, i requisiti prestazionali richiesti possono essere riassunti come segue: resistenza meccanica e statica; controllo del flusso di calore in entrata e in uscita attraverso la stratificazione più o meno complessa; controllo della persistenza e/o formazione di condensa superficiale o interstiziale tramite l’utilizzo di strati in grado di contrastare la diffusione del vapore (freno o barriera) o la realizzazione di uno strato di ventilazione; impermeabilità del sistema; isolamento acustico del «pacchetto».
Al fine di garantire quanto qui sopra riportato, sono diversi i fattori su cui far ricadere le scelte progettuali da adottare, tra cui: la compatibilità fisica, meccanica e chimica degli elementi/strati che garantiscono la funzionalità della copertura; la compatibilità prestazionale degli elementi/strati in funzione della «prestazione obiettivo» rispetto a specifiche esigenze di sicurezza, di benessere per chi vive e occupa l’ambiente costruito sottostante, di riduzione del fabbisogno energetico dell’edificio e controllo del rumore negli spazi abitativi, di aspetto estetico, ecc.; la compatibilità in termini di durata della vita utile di ogni singolo elemento/strato rispetto al periodo di esercizio (vita utile) dell’interno sistema.
 
Una copertura in latero-cemento può essere suddivisa per elementi (fig.1), ognuno dei quali presenta sue particolari specificità e funzionalità, e più precisamente:
1.strato di rivestimento, intonaco a base cementizia con rasatura a gesso;
2. elemento portante, solaio in latero-cemento: dovrà essere dimensionato valutando in maniera adeguata i carichi di progetto, compresa la freccia massima, nel rispetto della legislazione vigente;
3. elemento isolante termo-acustico: la scelta del materiale deve essere basata sulla resistenza termica, sull’assorbimento acustico e sulla resistenza a compressione (tenendo in considerazione sia i carichi permanenti e variabili, sia la loro distribuzione sulla superficie). Al fine di supportare il carico della listellatura delle tegole del manto di copertura, risulta essere molto utile l’utilizzo di un elemento isolante con adeguate prestazioni di resistenza meccanica, previa verifica della sua deformabilità sotto il carico lineare dovuto ai listelli stessi;
4. strato di controllo della tenuta all’acqua, telo geotessile non tessuto: il materiale deve garantire una tenuta all’acqua, anche se non assoluta, assicurando, tuttavia, una idonea permeabilità al vapore, per determinare la quale deve essere effettuato il calcolo del rischio di condensazione, secondo la UNI EN ISO 13788(1);
5. Strato di supporto, listelli in legno: deve essere definita la resistenza agli agenti biologici e all’acqua e, di conseguenza, stabilito il tipo di trattamento, secondo le normative UNI EN 335, UNI EN 350-1, UNI EN 350-2 e UNI EN 460. La distanza fra i listelli dipende dalla conformazione geometrica dell’elemento di tenuta (tegola o coppo).
Il fissaggio dei listelli alla struttura portante deve essere effettuato in base al carico di vento, ai pesi permanenti e variabili e alla tipologia di materiale utilizzato per i listelli e per il relativo fissaggio;
6. elemento di tenuta, tegole e coppi in laterizio: l’elemento di tenuta deve essere progettato in termini di impermeabilità all’acqua, di resistenza al gelo, di resistenza agli agenti chimici e biologici, di carico di rottura a flessione e di resistenza alla grandine secondo quanto indicato nelle UNI 9308 e UNI 9460. Tutte queste caratteristiche, con i relativi riferimenti normativi, devono essere indicate dal progettista nei documenti di progetto.
 
La lunghezza di sovrapposizione delle tegole è definita dalla UNI 9460 in base alla loro tipologia, alla pendenza e alla zona climatica d’impiego.
In ambito acustico, la normativa italiana, da ormai quasi venti anni, prescrive che le esigenze di comfort e protezione dal rumore negli ambienti confinati di vita e di lavoro siano considerate e rispettate anche attraverso il progetto dell’edificio che li ospita, fissando non più solamente dei livelli massimi di rumorosità misurabili all’interno di tali ambienti, ma anche i «requisiti acustici passivi» che ciascun elemento di involucro deve soddisfare, compresi gli impianti ivi installati. Il Dpcm 5/12/1997 e s.m.i., relativo ai requisiti acustici passivi degli edifici, non è stato preso adeguatamente in considerazione da committenti, costruttori, amministrazioni pubbliche e progettisti per diversi anni, anche se nei suoi confronti, in particolar modo nell’ultimo periodo, si è rivalutata la necessaria attenzione da parte dell’interno settore.
 
Tale decreto, lacunoso in certi aspetti, è a oggi l’unico riferimento normativo cui i progettisti devono rifarsi per garantire un valore minimo di protezione acustica. Esso si basa su alcune norme tecniche che forniscono i metodi valutativi e i parametri necessari per una corretta progettazione fonoisolante dei sistemi edilizi. Tra questi, vi è la norma UNI EN ISO140-5 che tratta dei metodi di misura in opera dell’isolamento acustico per via aerea delle «facciate».
 
Un punto debole della norma è rappresentato dalla non contemplazione in modo esaustivo dell’elemento «copertura». È, tuttavia, evidente che, al fine di accertare il rispetto normativo previsto dalla legislazione vigente per quanto concerne le prestazioni acustiche di un edificio, è necessario adottare idonee verifiche anche per le coperture, potendo queste essere considerate come «facciate» oblique e/o piane nei sottotetti abitabili.
 
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Articolo a cura di ANDIL www.laterizio.it tratto da CIL 150 

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