Calcestruzzo Armato | SENAF SRL
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Scelte per una moderna comunicazione del Cemento e del Calcestruzzo

La sfida non è più quella di un materiale contro un altro, ma quello che la propria tecnologia sia al passo delle esigenze del proprio tempo.

Il comportamento dei governi, nazionale e territoriali, del nostro Paese risente, nel bene e nel male, della lunga e importante storia che la nostra penisola ha avuto. La stessa Costituzione ne è fortemente influenzata. Non a caso spesso si dice che siamo ancora il paese dei comuni, dei campanili. Nel nostro Paese il successo è spesso elemento di critica, genera ostilità. Nel nostro Paese accade che il sottoministro che ha come skill vent'anni di partita doppia in una piccola azienda voglia dettare l'agenda economica all'esperto di riconosciuto spessore internazionale.

Ecco perchè mentre nei Paesi di stampo anglosassone le decisioni sono spesso frutto di un esasperato pragmatismo in Italia sono ancora le “pance” dei territori a stabilire le agende dei governi così come la loro composizione. 

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Dare valore, positivo, alla parola cemento ...

Accade così che scelte squisitamente di natura tecnica, come quella di utilizzare i CSS all’interno del ciclo della produzione del cemento, scelta che porterebbe alla riduzione del problema della gestione dei rifiuti solidi urbani, così come a un minor uso di combustibili fossili e una valorizzazione del riuso, e nessun problema di ordine ambientale (sono bruciati a 1.400 gradi C) sono affidate a referendum territoriali estremamente politicizzati in cui è il cittadino comune (ignaro di ciò che sta valutando) a prendere le decisioni. E il risultato è che spesso, è nel nome di “sostenibilità” ed “economia”, che si adottano scelte non sostenibili e non economiche.

Come fare? Difficile quando la classe politica non vuole svolgere il suo ruolo.

Ecco perchè è fondamentale che l’industria si assuma la responsabilità e il compito di svolgere quel ruolo che la politica, per paura di perdere consenso, non svolge, ossia di informare il cittadino in modo tecnico e competente, attraverso attività caratterizzate da un altissimo livello di trasparenza e di messa a disposizione delle informazioni.

Fondamentale quindi - anche per l’industria del cemento e del calcestruzzo - svolgere quelle azioni sul territorio come le visite alle fabbriche, l’ottenimento di certificazioni molto severe, la formazione del personale che si interfaccia con il mondo esterno, ma anche azioni sui cosiddetti media generalisti, come i quotidiani, i social, i portali d’opinione e i blog. È fondamentale che ogni imprenditore che ha un impianto produttivo di calcestruzzo oltre a rispettare ogni provvedimento di legge renda il proprio stabilimento un "giardino produttivo", un luogo che possa essere guardato non con sospetto ma con piacere da chi passa accanto con la bicicletta.

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Difficile cambiare l'immagine del settore se manteniamo i nostri siti produttivi con sili "color macchie di ruggine" con cubi deteriorati di calcestruzzo come elementi di separazione dei cumuli di inerti, o autobetoniere che girano per le strade come se fossero appena state importate da un territorio di guerra.

È fondamentale che una parola che esprime un valore positivo come “cemento”, che ricorda anche la parola “legame”, perda quell’abbinamento profondamente sbagliato e non giustificato con il costruire in modo incontrollato. Un’azione che la Federazione della filiera del cemento ha coraggiosamente avviato negli ultimi anni, e che dovrebbe essere sostenuta da comportamenti virtuosi di tutta la filiera. Basta un titolo di giornale sbagliato per bruciare anni di investimenti in comunicazione.

 

Sono cambiati i paradigmi della progettazione 

Ma non basta. Perchè se è vero che è troppo spesso la collettività a fare alcune scelte di politica territoriale e industriale, le scelte progettuali che riguardano la costruzione, o la manutenzione, delle opere dipendono da altri soggetti.

In particolare dai professionisti, coloro che operano all’interno delle committenze pubbliche e private definendo i capitolati, coloro che operano negli studi o società di ingegneria ideando i progetti, coloro che operano nelle imprese dirigendo la realizzazione delle opere, coloro che come liberi professionisti (o dipendenti di società di ingegneria) ne seguono la direzione lavori o il collaudo … insomma la parte tecnica del Paese, che poco si lascia influenzare dalla comunicazione “sociale” e “generalista”.

È quindi fondamentale per ogni filiera industriale, anche quella del calcestruzzo, mantenere uno stretto contatto con questo mondo, aiutandolo nella costante e necessaria attività di aggiornamento tecnico, supportandolo nell’apprendimento delle nuove soluzioni e di quelle scelte che possono incidere non solo sui costi economici ma anche sugli aspetti di sostenibilità e durabilità dell’opera. Oggi esistono calcestruzzi autoriparanti, calcestruzzi ad alta impermeabilità, calcestruzzi autopiazzanti, calcestruzzi che assorbono l’inquinamento, calcestruzzi drenanti, calcestruzzi luminescenti, calcestruzzi biodinamici … che se previsti a livello progettuale possono portare a benefici di natura economica, ambientale e sociale di grande importanza.

È quindi importante, se non necessario, che l’industria non perda di vista l’importanza di questo rapporto con le professioni, e su questo punto il “progetto Concrete” lanciato qualche anno fa da Atecap rappresenta sicuramente un'eccellenza.

 

Valorizzare la ricerca, conoscere la ricerca

Ma non basta. Perchè la progettazione e l’intero mondo delle costruzioni è oggi trainato, come mai nel passato, dall’innovazione tecnica.

La crescente, esponenziale, digitalizzazione dei processi di progettazione e di costruzione e controllo sta cambiando i driver che influenzano le scelte che stanno alla base della progettazione di un’ora. Il livello di dettaglio e di simulazione consentito dai software di oggi permettono al progettista di poter entrare nel merito di ogni particolare, confrontare più scelte, adottare soluzioni in cui i diversi materiali e le diverse tecnologie diventano un unico elemento, per consentire cantieri più veloci, operazioni di costruzione, controllo e manutenzione più sicure ed efficienti, livelli di robustezza più alti, e rispetto di parametri fino a ieri non misurabili o non misurati.

Pensiamo ai software che valutano i flussi di persone in caso di affollamento, di incendio, di pericolo. Pensiamo alla richiesta crescente di tetti e pareti verdi, e alle conseguenze analizzate con potenti software che valutano l’effetto del vento. Pensiamo all’uso sempre più diffuso di facciate continue. Pensiamo all’innovazione nel campo dell’ingegneria sismica e all’adozione di soluzioni sempre più evolute. Hanno cambiato il modo di intendere il progetto. E dietro a questa evoluzione c’è un’enorme attività di ricerca.

È quindi fondamentale per ogni settore mantenere uno stretto legame con il mondo universitario e della ricerca, realizzando una sinergia che consente all’università di avere i fondi per poter svolgere la propria funzione di traino verso l’innovazione e per l’industria l’appoggio per una costante evoluzione per evitare il pericolo della disruption tecnologica che negli ultimi anni ha colpito importanti settori.

In tal senso è straordinario lo sforzo che hanno fatto le associazioni culturali di settore, aicap e CTE, nel riunire alcuni anni fa il proprio Congresso in un unico evento, “Italian Concrete Days”, la cui prossima edizione si terrà a Napoli dal 14 al 17 aprile (2021). Si tratta di un evento a cui tutte le aziende del settore, e le Associazioni, dovrebbero partecipare, per capire su quali temi la ricerca sta più investendo, quali sono le innovazioni che stanno maturando a livello di laboratorio, chi sono i nuovi giovani su cui puntare, anche “portandoseli” all’interno dell’industria.

Questo ultimo aspetto, quello della frequentazione tra diversi soggetti, della contaminazione reciproca tra industria, professioni e ricerca, è l’aspetto su cui la filiera del calcestruzzo e del cemento dovrebbe più tornare a lavorare. Chi ha memoria del settore ricorderà gli anni in cui Massazza, Turriziani … e poi Collepardi, Vito Alunno Rossetti … avevano una una collaborazione fittissima, fino ad avere alcuni un proprio ufficio all’interno delle società di produzione del cemento e di additivi, per creare un legame continuo tra università e industria. Ricordo i grandi eventi aicap in cui oltre ai compianti Franco Levi, Piero Pozzati, Elio Giangreco … partecipavano anche esponenti dell’industria come Pintor, Cassar, Cussino, Zenone, Khurana … così come i progettisti italiani più importanti e i loro collaboratori.


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Dal 14 aprile al 17 aprile 2021 si terrà la terza edizione degli Italian Concrete Days. Ulteriore informazione sull'evento a questo LINK.


La contaminazione tra diverse culture è fondamentale. Non si può pensare di valorizzare le soluzioni cementizie parlando solo di cemento, o solo di calcestruzzo, o solo attraverso un'azione generalista, o solo parlando con i professionisti. Occorre un coinvolgimento globale, si devono evitare le stanze chiuse, la scelta di luoghi monoculturali dove si incontrano solo figure non solo dello stesso settore, ma anche della stesssa profilazione industriale e culturale. Un esempo positivo è stato in questi anni "Concretezza" organizzato dall'Istituto Italiano del Calcestruzzo, in cui si sono sovrapposti incontri tra persone dei diversi mondi delle costruzioni a mostre su Nervi e Musmeci, a formazione, a eventi d'arte.

È fondamentale ricreare questa sinergia ad ampio spettro, fare degli eventi scientifici come gli “Italian Concrete Days” di Napoli il momento di ritrovo e, dall’altra parte, evitare una ghettizzazione del settore tornando a rendere il calcestruzzo protagonista delle fiere dedicate all’intero mondo delle costruzioni, con la consapevolezza che la sfida non è più quella di un materiale contro un altro, ma quello che la propria tecnologia sia al passo con le esigenze del proprio tempo.

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