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Termografia: rilievo “fotografico” ma non solo

In questo articolo sono presentati alcuni dei diversi impieghi dell’indagine non distruttiva, la termografia. Gli utilizzi sono molteplici e la versatilità, nonché l’immediatezza dell’informazioni fanno sì che questa indagine possa veicolare alcuni criteri di scelta in termini sia di monitoraggio che di indagine nel senso stretto del termine.

La termocamera rileva la radiazione infrarossa emessa dai corpi con temperatura superiore allo 0° assoluto

La termografia è un’indagine non distruttiva applicabile a diversi ambiti, non necessariamente legata ad un processo di conoscenza volto al miglioramento o adeguamento di un fabbricato esistente. In questo articolo è proposta l’indagine mediante termocamera con la finalità di individuare patologie edilizie afferenti principalmente alle strutture edilizie. Quali sono gli ambiti di applicazione di questa indagine? Qui di seguito se ne riportano alcuni casi, situazioni che l’autore si trovato ad affrontare:

  1. Stesura di una relazione metodologica a supporto di un successivo quadro diagnostico volto ad individuare il livello di conoscenza prescritto dalla stazione appaltante al fine di restituire un’analisi di vulnerabilità;
  2. Degrado dell’intonaco su porzioni murarie a seguito di diverse cause quali ad esempio perdite d’acqua, infiltrazioni ed umidità di risalita;
  3. Individuazione del passaggio di impianti all’interno di una partizione verticale;
  4. Riscontro della tessitura muraria con riscontro di nicchie o differente tessitura;
  5. Riscontro dei ponti termici e questo porta a un tema estremamente attuale, visto e considerato il periodo storico, ovvero la corretta posa del cappotto sulla superficie esterna del fabbricato.

Termocamera: un breve richiamo al principio di impiego e funzionamento

La tecnica termografica è un metodo d’indagine non distruttiva che, sfruttando la radianza termica emessa dagli oggetti nell’infrarosso, permette di eseguire accurate diagnosi non distruttive con l’utilizzo di una telecamera a raggi infrarossi.
La termografia all’infrarosso è una tecnica di misura telemetrica della radiazione infrarossa emessa dai corpi con temperatura superiore allo 0° assoluto, che consente di acquisire la mappa bidimensionale delle misure radiometriche e di trasformarle nell’immagine rappresentativa della distribuzione della temperatura superficiale, evidenziando eventuali discontinuità e/o anomalie termiche.

La logica interpretativa consiste nella valutazione della diversa capacità radiante dei materiali quali pietre, intonaci, lapidei naturali, elementi metallici, legno, ecc., che generano una determinata distribuzione delle temperature superficiali dell'oggetto in esame. Lo strumento termografico fornisce dei valori che, tramite una opportuna curva di calibrazione, vengono trasformati in mappe termiche, le quali mostrano, attraverso una graduazione di diversi colori, la temperatura delle superfici dei materiali e, se in regime transitorio, la presenza di processi di riscaldamento e di raffreddamento.

Le informazioni raccolte sono documentate mediante realizzazione di immagini all’infrarosso (termogrammi), analizzate con uno specifico software di elaborazione, e corredate anche delle corrispondenti foto nel visibile per una migliore e immediata lettura.
In particolare, nella diagnosi strutturale i termogrammi evidenziano la composizione strutturale primaria degli elementi, la direzione d’orditura e la presenza di pilastri, travi o cordoli sulle pareti.

Le condizioni al contorno, intese come salto termico tra i lati opposti dell’elemento indagato, sono determinanti per l’ottenimento di un’immagine termica definita; le condizioni ottimali si ottengono con differenze di temperatura maggiori di 10 °C, anche se già 4-5 °C permettono una discreta definizione. In assenza di salto termico l’indagine non è significativa. Le normative di riferimento sono la UNI EN 16714:2016, la UNI EN 13187:2000 e la UNI EN 17119:2018

Figura 1: Riscontro tessitura ed orditura di un solaio laterocemento su cui è stata condotta successivamente una prova di carico. L’interasse del travetto è stato verificato con il progetto esecutivo del fabbricato.

Piano di indagine e relazione metodologica

Capita spesso che venga richiesta dalla Committenza una relazione metodologica atta ad indicare il piano di indagine che debba essere svolto sul fabbricato, al fine poi di restituirne la vulnerabilità sismica oppure di verificarne lo stato dei luoghi.

Talvolta la disponibilità della documentazione storica non è immediata o disponibile, pertanto l’individuazione della tecnologia costruttiva, in una fase preliminare o di offerta o di pianificazione di attività sul fabbricato, è estremamente utile e discriminante sul tipo di attività da svolgere successivamente.

In Figura 2 e Figura 3 sono riportati a titolo di esempio diverse tecnologie costruttive: la prima trattasi di un edificio in c.a. in setti portanti in c.a. e solai in lastre predalles. In Figura 3 sono riportati invece degli edifici esistenti in muratura. Molto semplicemente, a livello anche di individuazione del piano di indagine si ha immediatamente una distinzione in funzione della tecnologia:

  • Figura 2: edificio in c.a - > indagini su travi, pilastri, solai ed il rilievo dei dettagli costruttivi. Il numero sarà funzione del livello di conoscenza imposto dalla committenza o dalla stazione appaltante;
  • Figura 3: edificio in muratura - > individuazione della tessitura muraria e dei solai. Anche in questo caso il numero ed il grado di approfondimento saranno funzione del livello di conoscenza prescritto.
Figura 2 – Riscontro in un fabbricato monopiano realizzato in setti in c.a. e solai in lastre pedralles.
Figura 3 – Edifici in muratura portante

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