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Tipologie di frana e azioni di mitigazione

Un lavoro multidisciplinare presentato in occasione della giornata SAIE Lab di Bologna ha prodotto schede tecniche e stime costi per aiutare i professionisti a progettare interventi efficaci contro il dissesto idrogeologico. La relazione è del Prof. Matteo Berti (UniBO).

La giornata SAIE Lab di Bologna, dedicata al tema del dissesto idrogeologico, ha visto la partecipazione di numerosi esperti e professionisti. Il professor Matteo Berti (Università di Bologna) ha messo in luce un lavoro di ricerca applicata estremamente utile per chi opera nel settore: la classificazione delle principali tipologie di frana verificatesi in Romagna a maggio 2023 e la definizione di interventi tipo di consolidamento.

Il progetto, realizzato in collaborazione con l’Autorità di Bacino Distrettuale del Po (ADB Po), l’Università di Modena e Reggio-Emilia e le ditte Enser e Idrogeo, ha prodotto un catalogo di interventi mirati, pensato per supportare i progettisti nelle fasi preliminari e nella stima dei costi, soprattutto nei contesti di emergenza post-evento. Questo lavoro è parte integrante del Piano Speciale di Dissesto Idrogeologico degli eventi di maggio 2023.

 

Frane: tipologie e complessità

Berti ha ricordato come la stabilità dei versanti sia influenzata da una combinazione di fattori geologici, geomorfologici, idraulici e geotecnici. Le tecniche disponibili – drenaggi superficiali e profondi, opere di sostegno, rinforzi superficiali, rimodellamenti – hanno tutte lo scopo di ridurre la pericolosità, intervenendo sia sulla probabilità di innesco sia sull’intensità del fenomeno.

Le frane censite a seguito dell’evento alluvionale del maggio 2023 sono state oltre 80.000, di cui circa il 95% classificate come scivolamenti di detrito o colate rapide di detrito, e un 5% come scivolamenti traslativi su strato roccioso. La sfida progettuale, ha sottolineato Berti, non risiede solo nella scelta della tecnica, ma nell’adattarla a casi geologici e geomorfologici unici.

 

Dal dato alla progettazione: il catalogo di interventi

Per facilitare il lavoro dei professionisti, è stato sviluppato un set di 24 casi tipo che combina:

  • tipologia di frana (scivolamenti di detrito, colate di detrito, scivolamenti su strato),
  • spessore dei materiali instabili,
  • tipo e posizione dell’elemento vulnerabile (edifici, strade).

Per ciascun caso, sono state realizzate:

  1.  schede grafiche dettagliate;
  2. relazioni descrittive con specifiche tecniche;
  3. stime dei costi basate sul prezzario regionale.

Le schede sono liberamente consultabili sul sito dell’ADB Po, come allegato al Piano Speciale di Dissesto Idrogeologico.

 

Esempi pratici: quali soluzioni?

Alcuni esempi illustrati da Berti:

  • Scivolamenti di detrito su versanti ripidi: reti metalliche composite ancorate al substrato roccioso, spesso accompagnate da funi di rinforzo.
  • Colate di detrito canalizzate: barriere elastiche anticolata, con dissipatori di energia, capaci di deformarsi assorbendo l’urto delle masse.
  • Edifici al piede del versante: rilevati in terra rinforzata, capaci di assorbire impatti violenti.
  • Scivolamenti traslativi su strato (frane in roccia): opere di sostegno su pali con tiranti attivi, dove le retrogressioni possono avanzare per decine di metri a monte.

Berti ha sottolineato come, per alcuni scenari, il consolidamento strutturale non sia sufficiente e diventino necessari interventi non strutturali, come sistemi di allertamento, piani di evacuazione o addirittura delocalizzazioni.

 

Un approccio multidisciplinare

Il professor Berti ha chiuso l’intervento citando il padre della geotecnica, Karl Terzaghi, che già negli anni ’50 sottolineava l’importanza della cooperazione tra geologi e ingegneri. Oggi, a questa alleanza si aggiungono ingegneria idraulica, strutturale e ambientale, chiamate a lavorare insieme per affrontare un problema che non conosce soluzioni semplici.

Per i professionisti interessati, il catalogo degli interventi tipo è consultabile online sul sito dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Po. È uno strumento prezioso per orientarsi nella complessità dei fenomeni franosi e tradurre rapidamente le conoscenze scientifiche in azioni concrete e responsabili.

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