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Tutto sul Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2023

"SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri" è il titolo del Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. La curatela del nostro Padiglione è stata affidata ai giovani architetti del collettivo Fosbury Architecture. Scopriamo di più sul progetto curatoriale.

SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri

Per la prima volta alla Biennale di Architettura di Venezia la curatela del Padiglione Italia è stata affidata a un giovane gruppo di architetti nati tra il 1987 e il 1989, il collettivo Fosbury Architecture (FA).

A Venezia, FA ha portato le istanze di una nuova generazione di progettisti under 40, cresciuta e formatasi in uno scenario di crisi permanente e che per questo motivo ha fatto della collaborazione, della condivisione e del dialogo la base di ogni propria attività. Parliamo di 9 gruppi di progettisti e altrettanti advisor, professionisti provenienti da diversi campi delle industrie creative, per un totale di circa 50 persone che all'anagrafe registrano un'età media di 33 anni.

Il collettivo si è fatto quindi portavoce della nuova generazione di progettisti italiani che, consapevoli dell'impatto e delle responsabilità che il settore delle costruzioni ha sull'ambiente, oggi vive come cruciale il tema della sostenibilità, considerando questo l’unico contesto nel quale potrà operare, sia nel presente che nel futuro.

Il concetto di transdisciplinarietà per questi giovani professionisti "nativi sostenibili" - così come definiti da FA - diventa uno strumento per espandere i limiti dell’architettura e il manufatto costruito viene così inteso come un mezzo e non come un fine ultimo.

Nella sua ampiezza, infatti, il progetto curatoriale si fonda sulla visione di Fosbury Architecture che l’Architettura sia una pratica di ricerca al di là della costruzione di manufatti e la Progettazione sia sempre il risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore. In questa visione, "lo “spazio” è inteso come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio delle possibilità".

Il termine "Spaziale" contenuto nel titolo fa quindi riferimento a una nozione espansa del campo dell’architettura: intervenire nello spazio significa operare su quel tessuto di relazioni tra persone e luoghi che è alla base di ogni progetto.

Proprio in merito al titolo e al sottotitolo scelto da Fosbury Architecture per il Padiglione Italia, uno dei cinque curatori ha dichiarato a Ingenio: 

Per noi Spaziale è un auspicio. Un auspicio per dare spazio a una nuova generazione di architetti e fare spazio a una rinnovata idea di architettura. Ogni crisi, che sia ambientale o economica, ha delle conseguenze sullo spazio. Chiediamo agli architetti di ritornare al loro strumento fondamentale, quello dello spazio come luogo di relazioni. Infine, il sottotitolo della mostra "Ognuno appartiene a tutti gli altri" è una citazione tratta da un libro di fantascienza di Aldous Huxley che, in un qualche modo, immagina per noi un futuro sicuramente incerto ma profondamente interconnesso, in cui le azioni del singolo si riverberano sulle azioni di altri.

Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri porta al centro del Padiglione Italia un processo collaborativo ad ampio spettro, un progetto inclusivo che coinvolge figure di eccellenza e comunità locali, mettendo in scena le migliori pratiche portate avanti da giovani architetti che vogliono dare una risposta a 9 temi urgenti all'interno del nostro contesto nazionale e, più in generale, della disciplina architettonica:

  1. la convivenza con il disastro; 
  2. la riconciliazione con l’ambiente; 
  3. la coesistenza multiculturale;
  4. il recupero del patrimonio incompiuto;
  5. l’inclusione sociale;
  6. la transizione alimentare;
  7. la rigenerazione delle periferie;
  8. il superamento del divario digitale;
  9. i limiti della tutela del paesaggio e della sua riproducibilità.

"Il Padiglione Italia - sottolinea il collettivo Fosbury Architecture - rappresenta l’occasione per promuovere azioni pioniere relative a un orizzonte temporale che vada oltre la durata della Biennale Architettura 2023. In questo processo, tanto complesso quanto lirico, ci proponiamo come mediatori tra diverse costellazioni di agenti, locali e non, attori di un progetto collettivo."

Seguendo questa idea, il progetto curatoriale del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2023 è stato articolato in due momenti.

La prima fase - Spaziale presenta - conclusa a fine aprile, è stata propedeutica alla seconda fase che ha avuto inizio all’apertura della Biennale Architettura il 20 maggio scorso. Da gennaio ad aprile 2023 sono stati attivati 9 interventi site-specific in altrettanti luoghi selezionati in tutto il territorio italiano.

La seconda fase - SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri - all’interno del Padiglione Italia si configura come sintesi formale e teorica dei processi innescati nei 9 territori nei quattro mesi precedenti, restituendo un’immagine rinnovata dell’architettura italiana nel contesto internazionale.

Il Padiglione Italia, per tutta la durata della mostra, sarà accompagnato da un Public Program intitolato “Mondo Novo”. Cinque appuntamenti per riflettere sui temi cruciali dell’Architettura oggi.

Mondo Novo è a cura di Fosbury Architecture, in collaborazione con Palazzo Grassi – Punta della Dogana, Pinault Collection, con il sostegno di Bottega Veneta.

I prossimi appuntamenti saranno: "Ecologies" il 22 settembre 2023, "Economies" il 20 ottobre 2023 e "Masters" il 24 novembre 2023. >>> SCARICA IL PROGRAMMA

Il collettivo Fosbury Architecture. (Ph. Giacomo Bianco)

Fosbury Architecture (FA) è un collettivo fondato nel 2013 a Milano da Giacomo Ardesio (classe 1987), Alessandro Bonizzoni (classe 1988), Nicola Campri (classe 1989), Claudia Mainardi (classe 1987) e Veronica Caprino (classe 1988).


SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri

Come già anticipato, la mostra allestita nel Padiglione Italia è stata preceduta dall'avvio di una prima fase Spaziale presenta, nella quale il collettivo Fosbury Architecture ha individuato e invitato a collaborare su 9 pratiche spaziali, ovverosia 9 siti rappresentativi di condizioni di fragilità o trasformazione del nostro Paese, diversi giovani progettisti per sviluppare 9 progetti pionieri per il Padiglione Italia. 

All’interno del Padiglione Italia non viene presentato un progetto finito, bensì l’avvio di una serie di iniziative che avranno un impatto di lunga durata.

Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia 2023 - Courtesy Fosbury Architecture
(© Fosbury Architecture)

Per rendere i 9 progetti dei prodotti transdisciplinari genuini, i curatori hanno affiancato a ciascun progettista un advisor, proveniente da altri campi della creatività: artisti visivi e performer, esperti di alimentazione e di intelligenza artificiale, scrittori e registi.

Infine, ciascun gruppo di progettazione ha collaborato - e collaborerà nel futuro - con una serie di incubatori – attori locali come musei, associazioni, festival culturali – con l’obiettivo di radicare ciascun progetto nel territorio di riferimento.

In questo modo, i 9 progetti presentati all'interno del Padiglione Italia si configurano come le tappe di un’inedita geografia, diventando molto probabilmente future mete simboliche di un rinnovato Viaggio in Italia.

Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia 2023 - Courtesy Fosbury Architecture
(© Fosbury Architecture)

1° intervento site-specific ha coinvolto la città di Taranto

Si intitola Post Disaster Rooftops EP04 la prima delle nove attivazioni site-specific attivate durante la prima fase di “Spaziale presenta”.

Questa prima attivazione ha avuto luogo nella città di Taranto, in Puglia, ed ha coinvolto come progettisti il collettivo Post Disaster (fondato da Gabriele Leo, Gabriella Mastrangelo, Grazia Mappa, Peppe Frisino), come advisor le performer, attiviste e ricercatrici Silvia Calderoni e Ilenia Caleo. Incubatore del progetto il Comune di Taranto.

Post Disaster Rooftops EP04, quarto episodio del progetto Post Disaster Rooftops, interpreta i tetti come spazi urbani non convenzionali – sospesi tra pubblico e privato – liberi dalle principali forme egemoniche di controllo.

Dai tetti della Città Vecchia di Taranto è possibile avere una ricognizione immediata degli effetti della crisi (ambientale, economica, sociale…) e, allo stesso tempo, immaginare collettivamente futuri alternativi attraverso continui slittamenti dello sguardo tra il reale e il possibile.

Padiglione Italia, installazione "Post Disaster Rooftops EP04" - Courtesy la Biennale di Venezia
(© Marco Zorzanello)

L'installazione all'interno del Padiglione Italia è un insieme di elementi mixed media che vogliono rievocare un'esperienza avvenuta sui tetti. Ad una serie di elementi spaziali, esiti fisici delle azioni performative locali come il telo e le sedute progettate per l'assemblea, si sovrappone un layer di tracce sonore: le conversazioni di partecipanti e abitanti, i suoni dell'infrastruttura urbana e i movimenti dei corpi che la abitano. Lo scopo di questa installazione è raccontare un processo in cui il contesto e l'opera si condizionano e informano a vicenda.

ULTERIORI DETTAGLI SUL PROGETTO

L’Italia è una costellazione di territori fragili – sottolinea Fosbury Architecture. – Per alcuni la catastrofe è un evento tristemente ciclico, per altri un futuro ineluttabile, per altri ancora parrebbe essersi già manifestata. Convivere con il disastro è un tema a cui architetti e progettisti non possono più sottrarsi, per immaginare progetti che tentino di confrontarcisi concretamente.


2° intervento site-specific a Massa Lubrense, Napoli

La Terra delle Sirene è il titolo della seconda delle 9 attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”.

Sullo sfondo della Baia di Ieranto – unica insenatura all’estremità della penisola sorrentina e dimora delle sirene di fronte ai faraglioni di Capri, dal 1987 patrimonio del FAI – Fondo Ambiente Italiano – l’atelier di progettazione BB (Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio) e il team di Terraforma, il festival musicale internazionale dedicato alla sperimentazione artistica e alla sostenibilità qui coinvolto come advisor, hanno lavorato a cavallo tra mitologia e tecnologia. L'obiettivo è stato quello di arrivare alla definizione di un dispositivo spaziale capace tanto di rivelare lo stato ambientale del fondo marino quanto di generare nuove forme di aggregazione rituale.

Incubatore del progetto: FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano e la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee | Museo Madre

Padiglione Italia, installazione "Terra delle Sirene" - Courtesy la Biennale di Venezia
(© Marco Zorzanello)

La Baia di Ieranto è infatti un luogo in cui riecheggia uno dei più celebri episodi della mitologia greca: secondo Plinio il Vecchio fu esattamente qui che Ulisse avrebbe incontrato le sirene, rimanendo ammaliato dal loro canto durante il suo viaggio di ritorno a Itaca raccontato da Omero nell’Odissea.

ULTERIORI DETTAGLI SUL PROGETTO

L'installazione inserita all'interno del Padiglione reinterpreta la tradizione della nicchia con catino a conchiglia – un abitacolo architettonico tipico dell'arte rinascimentale nel quale venivano esposte statue e oggetti sacri – proponendo un'esedra a scanalatura inversa realizzata in gesso a vetroresina. Per la sua realizzazione sono state utilizzate moderne tecnologie di modellazione e fresatura congiuntamente a forme di sapere appartenenti alle maestranze locali.

Davanti al declino dell’antropocentrismo e in preparazione alla sfida per la sopravvivenza della specie umana – spiega  Fosbury Architectureemerge la necessità di riconfermare il contratto spaziale tra uomo e natura, nella prospettiva dei futuri cambiamenti climatici.


3° intervento site-specific nella città di Trieste

Si intitola Sot Glas la terza delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”. Questa terza attivazione ha coinvolto come progettista l’artista, designer e ricercatrice Giuditta Vendrame e come advisor la regista Ana Shametaj. Incubatore del progetto è il Trieste Film Festival.

Sot Glas [sot dal friulano “sotto”, e glas dallo sloveno “voce”] è un’installazione che riattiva i cinquecento metri di tunnel sotterranei del rifugio antiaereo Kleine Berlin costruito durante la Seconda Guerra Mondiale: iconico luogo difensivo, oscuro come l’inconscio della storia collettiva delle comunità che hanno vissuto in questa regione di confine.

Un confine doloroso – tanto divisivo quanto punto di contatto, confronto e contaminazione con altre culture – che indaga il senso di appartenenza, ridefinendo la forma del limite e di conseguenza l’inizio e la fine di un Paese e della sua comunità.

Al Padiglione Italia è stata presenta una parte dell'installazione realizzata a Trieste.

ULTERIORI DETTAGLI SUL PROGETTO

Padiglione Italia, installazione "Sot Glas" - Courtesy la Biennale di Venezia
(© Marco Zorzanello)

Mai come oggi si costruiscono muri per proteggere confini fisici e mai come oggi si dissolvono i confini nel digitale. – Sintetizza Fosbury ArchitectureInvestigare il senso di appartenenza significa ridefinire che forma abbia il limite e di conseguenza dove inizia e finisca un Paese e la sua comunità”.


4° intervento site-specific a Ripa Teatina, Chieti

Uccellaccio è il titolo della quarta delle nove attivazioni site-specific avvenute durante la prima fase di “Spaziale presenta”. Questa quarta attivazione si è svolta a Ripa Teatina, in provincia di Chieti in Abruzzo, e ha coinvolto come progettista il collettivo di architettura HPO (Alessandro Argentesi, Luca Cei, Mara Femia, Filippo Ferraro, Gregorio Giannini, Gabriele Giau, Giulio Marchetti, Oreste Montinaro, Dario Rizzi, Riccardo Simioni, Giorgio Scanelli) e come advisor la scrittrice Claudia Durastanti. Incubatori del progetto sono il MAXXI L’Aquila e il Comune di Ripa Teatina.

Padiglione Italia, installazione "Uccellaccio"

Ripa Teatina è un paese nell’entroterra abruzzese che conta 4.000 abitanti, era il 1973 quando venne posata la prima pietra di un’opera che ancora oggi resta incompiuta.

Dopo cinquant’anni e svariati tentativi di completamento alternati a ipotesi di demolizione, quell'edificio abbandonato a se stesso, rimane, per la sua comunità, una presenza tanto scontata quanto invadente.

In una prospettiva di pacificazione e disvelamento, il progetto si propone come occasione per immaginare un nuovo processo di riattivazione partecipato, capace di addomesticare l’ecomostro che così tanto ha segnato la vita di quel territorio.

L'esperienza di Ripa Teatina è stata sintetizzata al Padiglione Italia tramite un oggetto che evoca un futuro arcaico, una sorta di amuleto basato sul linguaggio e la visione dettati dall'opera incompiuta. 

ULTERIORI DETTAGLI SUL PROGETTO

In architettura non esiste una controparte positiva al costruire. La demolizione non è un processo in sé, ma solo l’ineluttabile conclusione di una parabola – dichiara Fosbury Architecture. – Crediamo che nella decostruzione e nello smontaggio selettivo si possa coltivare un futuro, anche economico, di rigenerazione sostenibile”.


5° intervento site-specific in Terraferma veneziana

Concrete Jungle è la quinta delle nove attivazioni site-specific. Questa quinta è localizzata sulla terraferma veneziana, in quell’entroterra bagnato dalle stesse acque della laguna e che da sempre è legato alla città antica.

Il progetto ha coinvolto lo studio di design e di ricerca Parasite 2.0 (Eugenio Cosentino, Luca Marullo, Stefano Colombo), come advisor il collettivo di artisti e designer Brain Dead nella persona di Elia Fornari. Incubatore del progetto è il Museo M9.

L’immagine della città come Concrete Jungle – locuzione mutuata dalle sottoculture metropolitane – racconta l’ambiente urbano come simbolo del rapporto perennemente ambiguo tra artificiale e naturale nella relazione uomo-natura. Nello spazio metropolitano selvaggio, l’essere umano, ritornato animale, affronta una lotta quotidiana per la sopravvivenza.

Allo stesso tempo, la condizione urbana lo spinge alla fuga nella speranza di riscoprire una dimensione ancestrale e incontaminata del paesaggio.

L’arrampicata è senza ombra di dubbio una delle attività che maggiormente restituisce questa duplice tensione: nella sfida tra il corpo umano e la parete da scalare, l’uomo, spinto alla vetta, viene costantemente riportato al duro confronto con l’ambiente ostile.

(© Marco Zorzanello)

È proprio a Marghera che l'azione lungimirante di alcuni abitanti della zona ha permesso di trasformare la facciata esterna della Chiesa Parrocchiale di Gesù Divino Lavoratore in una vera e propria parete di arrampicata.

Grazie a questa attivazione, oggi sono state sostituite tutte le prese ormai logorate dall'intenso utilizzo negli anni.

ULTERIORI DETTAGLI SUL PROGETTO

Come per tutte le dinamiche umane, anche il tempo libero si organizza per gruppi sociali, culturali ed etnici. – Ribadisce Fosbury Architecture. – Crediamo che il design possa essere un potente strumento per scardinare le discriminazioni latenti di attività che spesso si dimostrano più divisive che ricreative”.


6° intervento site-specific a Cabras, Sardegna

Sea Changes: Trasformazioni Possibili è la sesta delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”.

Questa sesta attivazione coinvolge come progettista la piattaforma per pratiche spaziali e relazionali Lemonot (Sabrina Morreale, Lorenzo Perri) e come advisor il ricercatore Roberto Flore. Incubatore del progetto è Cabudanne De Sos Poetas.

Complessi e interconnessi, i sistemi di produzione e consumo alimentare sono spesso influenzati da dinamiche internazionali che producono considerevoli effetti a catena. Nel corso degli ultimi anni, importanti studi scientifici hanno dimostrato la necessità e l’urgenza di ripensarli in un’ottica più sostenibile.

Lo Stagno di Cabras è un caso paradigmatico, con una comunità che si fonda da secoli sulla filiera della bottarga di muggine. La domanda incessante degli ultimi anni ha tuttavia fatto sì che i volumi di pesca locale non fossero più sufficienti e si è cominciato a lavorare anche ingenti quantità di bottarga importata dal Mediterraneo e dall'Atlantico.

Padiglione Italia, installazione "Sea Changes: Trasformazioni Possibili" - Courtesy la Biennale di Venezia
(© Marco Zorzanello)

L'intervento riflette su queste dinamiche, freno allo sviluppo di più appropriati processi di diversificazione.

Ma come possiamo crearne di nuovi che siano culturalmente rilevanti anche per le generazioni future? E quali saranno gli impatti che potrebbero generare sulle micro filiere produttive proprie di ogni territorio?

L'installazione proposta all'interno del Padiglione Italia ripropone una messa in scena alternativa di un'asta avvenuta a Cabras a novembre 2022, qui dodici baffe di bottarga interamente locale sono state battute fino a 600 euro al chilogrammo. Un'asta che diventa quindi un' allestimento performativo prima nella Chiesetta di San Vincenzo, parte dell'antica Pischera 'e Mar 'e Pontis, e poi negli spazi del Padiglione Italia, dove oltre 500 coni in sale e dodici sculture in terracotta – anch'esse in crosta di sale – rimarranno in vendita, attraverso una piattaforma digitale, per tutta la durata della Biennale Architettura 2023.

ULTERIORI DETTAGLI SUL PROGETTO

Se mai decidessimo di incamminarci concretamente sulla strada della transizione ecologica, – sostiene Fosbury Architecturedovremmo guardare al cibo come a un complesso ecosistema fatto di processi energivori, estremamente inquinanti e segnati da profonde diseguaglianze nell’accesso alle risorse”.


7° intervento site-specific nel cuore del quartiere di Librino, Catania

La Casa Tappeto è la settima delle nove attivazioni site-specific avviate con “Spaziale presenta”. 

Librino è un quartiere della città di Catania. Questa settima attivazione ha coinvolto come progettista Studio Ossidiana (studio di progettazione fondato da Giovanni Bellotti e Alessandra Covini) e come advisor l’artista visiva Adelita Husni-Bey. Incubatori del progetto sono l'Associazione Talità Kum e l’Ordine degli Architetti di Catania.

‘Accompagnare’ significa agevolare il riconoscimento, l’integrazione e la cura di un oggetto o di una relazione. È un gesto che genera necessariamente un rapporto con l’altro e che mira a un periodo di interdipendenza comune, il cui fine e la cui cessazione vengono definiti in modo processuale tra le parti coinvolte.

Padiglione Italia, installazione "La Casa Tappeto"

All’interno del parco “fantasma” del quartiere catanese di Librino, La Casa Tappeto è un padiglione mobile e temporaneo che si fa interprete di un desiderio collettivo di ombra, protezione e leggerezza, proponendosi di immaginare una pedagogia alternativa e transgenerazionale.

ULTERIORI DETTAGLI SUL PROGETTO

Costruire ha sempre coinciso con il tentativo umano di addomesticare il mondo. La capanna primitiva per proteggersi dalla pioggia si realizzerebbe oggi con tonnellate di polistirene espanso. – Dichiara Fosbury Architecture. – Siamo convinti che esistano modi gentili di combinare il benessere termico/climatico a quello sociale e di accogliere una comunità prendendosene cura”.


8° intervento site-specific a Belmonte Calabro, Cosenza

Tracce di BelMondo è l’ottava e penultima delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”. 

Belmonte Calabro è un paese situato nell'entroterra della Calabria in posizione panoramica sul mar Tirreno. Qui l'ottava attivazione coinvolge come progettista il collettivo Orizzontale e come advisor il ricercatore, imprenditore e artista Bruno Zamborlin. Incubatori del progetto sono La Rivoluzione delle Seppie e il Comune di Belmonte Calabro.

Nella cornice del giardino dell’antico castello del paese calabrese, Tracce di BelMondo mira a riattivare uno spazio in disuso per promuovere uno scambio diretto tra gli abitanti e il luogo attraverso un intervento architettonico leggero e la sperimentazione di nuove tecnologie.

Autocostruzione e tecnologia incoraggiano la scoperta e la cura di un bene pubblico, nel tentativo di dare il via a processi di riqualificazione a lungo termine.

Alla Biennale Architettura 2023, le attività quotidiane e gli interventi svolti sul campo sono state campionate tramite speciali sensori di vibrazione. Le “tracce” così create sono state trasformate da un algoritmo in una composizione musicale interattiva che, insieme ad una documentazione video, diventano testimonianza della vita che queste riqualificazioni portano a BelMondo. I tre blocchi di sughero esposti nella mostra, dotati dei medesimi sensori, permettono ai fruitori di creare nuove “tracce” che l’algoritmo analizza e trasforma in musica in tempo reale, creando un dialogo tra i visitatori del Padiglione Italia e gli abitanti di Belmonte Calabro. Quest'installazione invita tutti a interagire con essa.

ULTERIORI DETTAGLI SUL PROGETTO

Alcuni paesi d’Italia sono profondamente isolati, non solo per la distanza dai centri urbani, ma soprattutto perché digitalmente svantaggiati – sottolinea Fosbury Architecture. – Da anni si discute di diritto di accesso alla rete e di rigenerazione delle aree spopolate, perché non vederle come due facce della stessa medaglia?


9° intervento site-specific nel cuore della Piana di Firenze-Prato-Pistoia

BELVEDERE RN-M-G-M/G-Clt UNI EN 13163:2013 è l’ultima delle nove attivazioni site-specific di “Spaziale presenta”.

Questa nona attivazione si è sviluppata nel cuore della Piana di Firenze-Prato-Pistoia, e ha coinvolto come progettisti gli studi (ab)Normal e Captcha Architecture e come advisor l’artista Emilio Vavarella. Incubatore del progetto è il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.

Padiglione Italia, installazione "BELVEDERE RN-M-G-M/G-Clt UNI EN 13163:2013" - Courtesy la Biennale di Venezia
(© Marco Zorzanello)

Nella fascia intermedia tra città e campagna, BELVEDERE svela i luoghi e i processi di produzione dell'idillio pastorale toscano. Un paesaggio tipico capace di auto-replicarsi diventando un modello esportabile in tutto il mondo: caratterizzata da piante ornamentali e da costruzioni in stile – le cui forme estetiche sono rigorosamente codificate dagli enti che vigilano sulla sua tutela – la zona mostra la possibilità di vivere il "retrobottega" dove l’area vivaistica diventa un vasto giardino urbano per il tempo libero.

Un innovativo turismo industriale interpreta questa regione produttiva come una “foresta totale” che, oltre a fornire la cifra estetica di una vasta area metropolitana, ne diventa il maggior centro di assorbimento di anidride carbonica.

ULTERIORI DETTAGLI SUL PROGETTO

L’edilizia, come tutti gli altri settori produttivi e come previsto dagli accordi di Parigi, punta alla
neutralità carbonica entro il 2050
.
– Sottolineano i curatori, Fosbury Architecture. – Per raggiungere un traguardo di tale portata sarà necessario accantonare ogni genere di retorica e operare secondo una sostenibilità laica in grado di adattarsi a tutti i contesti, anche a quelli più controversi."

Fonte:  Direzione Generale Creatività Contemporanea  e  spaziale2023.it

#BiennaleArchitettura2023 #TheLaboratoryOfTheFuture #CreativitaContemporanea #PadiglioneItalia #MiC
#DGCC

Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri è raccontato nella sua ampiezza da un catalogo a cura di Fosbury Architecture, edito da Humboldt Books, che raccoglie dialoghi tra i progettisti e gli advisor.

INFO SUL PADIGLIONE ITALIA ALLA BIENNALE DI ARCHITETTURA 2023 DI VENEZIA
Titolo: SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri
Commissario: Onofrio Cutaia (fino al 14.03.2023)
Curatori: Fosbury Architecture
Quando: dal 20 maggio al 26 novembre 2023
Sede: Arsenale, Tese delle Vergini
Progettisti: (ab)Normal, BB (Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio), Captcha Architecture, HPO, Lemonot, Orizzontale, Parasite 2.0, Post Disaster, Studio Ossidiana, Giuditta Vendrame.
Advisor: Silvia Calderoni e Ilenia Caleo, Claudia Durastanti, Roberto Flore, Elia Fornari (Brain Dead), Adelita Husni Bey, Ana Shametaj, Terraforma, Emilio Vavarella, Bruno Zamborlin.
Stazioni: Baia di Ieranto (Massa Lubrense, Napoli), Campania; Belmonte Calabro (Cosenza), Calabria; Librino (Catania), Sicilia; Montiferru (Oristano), Sardegna; Prato – Pistoia, Toscana; Ripa Teatina (Chieti), Abruzzo; Taranto, Puglia; terraferma veneziana, Veneto; Trieste, Friuli-Venezia Giulia.
Sponsor e sostenitori: Banca Ifis - Main Sponsor; Bottega Veneta - Sponsor; Rilegno - Sostenitore; Fohhn - Main Sponsor tecnico; Epson, Flos, NM3, Fedrigoni - Sponsor tecnici; Ringraziamento speciale Amorim.

Immagini

ph. Sara Scanderebech

Post Disaster Rooftops EP04, Taranto. Padiglione Italia - 18°Mostra internazionale di Architettura di Venezia.

ph. Luca Campri

La Terra delle Sirene, Baia di Ieranto. Padiglione Italia - 18°Mostra internazionale di Architettura di Venezia.

ph. Eleonora Agostini

Sot Glas, Trieste. Padiglione Italia - 18°Mostra internazionale di Architettura di Venezia.

ph. Barbara Rossi

Uccellaccio, Ripa Teatina. Padiglione Italia - 18°Mostra internazionale di Architettura di Venezia.

ph. Giacomo Bianco

Concrete Jungle, Terraferma veneziana. Padiglione Italia - 18°Mostra internazionale di Architettura di Venezia.

ph. Giovanni Emilio Galanello

Sea Changes: Trasformazioni Possibili, Cabras. Padiglione Italia - 18°Mostra internazionale di Architettura di Venezia.

ph. Alessandro Iovino

La Casa Tappeto, Librino. Padiglione Italia - 18°Mostra internazionale di Architettura di Venezia.

ph. Adrianna Glaviano

Tracce di BelMondo, Belmonte Calabro. Padiglione Italia - 18°Mostra internazionale di Architettura di Venezia.

ph. Mattia Balsamini

BELVEDERE RN-M-G-M/G-Clt UNI EN 13163:2013, Prato-Pistoia. Padiglione Italia - 18°Mostra internazionale di Architettura di Venezia.

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