Vauban, Kronsberg e Bo01: l'esperienza degli Ecoquartieri per progettare ambienti urbani sostenibili
L'esperienza degli Ecoquartieri per progettare interventi di rigenerazione urbana. L'intervista a Giuliano Dall'Ò, docente del Politecnico di Milano e Former President di GBC Italia.
La rivalutazione dei quartieri urbani passa attraverso i cardini dell'eco-sostenibilità: quali sono i principi per una corretta progettazione?
I quartieri residenziali di Vauban a Friburgo, di Kronsberg ad Hannover e di Bo01 a Malmo, realizzati tra gli anni '90 e Duemila, sono un chiaro esempio di architettura sostenibile applicata all'urbanistica e sono annoverati tra le varie esperienze di successo in Europa.
Ma quali sono i requisiti per progettare un quartiere davvero ecologico? E cosa possiamo imparare da modelli realizzati oltre vent'anni fa per ispirare misure e progetti di sviluppo urbano sostenibile?
Cosa sono gli Ecoquartieri
Gli Ecoquartieri sono costruiti nel rispetto dell'equilibrio ambientale e della salute delle persone che vi abitano. Sono conformi ai principi della sostenibilità e puntano alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico ed economico del contesto urbano in cui sono inseriti.
La progettazione di un quartiere ecosostenibile punta a ridurne l'impatto ambientale: dalla fase di costruzione, al ciclo di vita, fino alla sua dismissione, senza mai dimenticare il comfort di chi lo vive.
Si tratta di vere e proprie porzioni di città edificate con l'obiettivo di innalzare il livello di qualità della vita e sono realizzate ponendo l'accento su:
- risparmio energetico;
- uso delle energie rinnovabili e di materiale ecologico;
- riduzione del consumo di acqua e di rifiuti;
- promozione della mobilità sostenibile.
Molto spesso un ecoquartiere è frutto della trasformazione profonda di un territorio che tuttavia tiene conto dell'identità e della storia del luogo, anzi, gli stessi interventi rigenerativi coinvolgono i residenti sviluppando un maggior senso di coesione e appartenenza. Anche gli obiettivi socio-economici degli ecoquartieri sono rilevanti perché non solo concorrono a rilanciare l'economia locale ma contrastano anche il rischio di degrado e abbandono di alcune zone delle città.
I principi dell'urbanistica sostenibile per progettare gli Ecoquartieri
Tra i requisiti principali che devono essere soddisfatti per progettare un quartiere ecologico vi sono la realizzazione di:
- isole acustiche, ossia zone pubbliche in cui non possono transitare auto;
- piste ciclabili e un sistema di mobilità che sia integrato con la rete di mezzi pubblici cittadini;
- verde pubblico con parchi e viali alberati;
- spazi al servizio della comunità e privi di barriere architettoniche;
- sistemi di teleriscaldamento integrati con pannelli solari;
- sistemi di riuso dell'acqua piovana per l'irrigazione dei giardini o per la rete di scarico delle case;
- sistemi di illuminazione alimentati da fonti energetiche rinnovabili;
- edifici a basso consumo energetico costruiti con materiali edilizi ecocompatibili e in modo tale da sfruttare al meglio l'energia del sole.
Gli Ecoquartieri di Vauban, Kronsberg e Bo01
I primi ecoquartieri sono nati nel Nord Europa già a partire dagli anni '90.
È il caso di Vauban a Friburgo, in Germania, tra gli esempi di maggior successo di riconversione urbana ecosostenibile.
Il quartiere residenziale è stato realizzato in seguito allo smantellamento di un ex caserma francese di 38 ettari ed è dotato di elevati standard di riduzione dei consumi. Molti degli edifici sono case passive e producono più energia di quella che consumano grazie ai pannelli solari e a un efficiente impianto di geotermia, mentre l'acqua piovana viene utilizzata per le case e l'irrigazione. Nell'intera area inoltre è stato bandito l'uso delle automobili private e per gli spostamenti ci si affida a un efficiente sistema di trasporto pubblico e car sharing.
Il distretto è stato "disegnato" attraverso l'azione organizzata dei futuri abitanti: in poche parole gli spazi pubblici sono stati costruiti con la partecipazione della comunità che avrebbe poi usufruito di quei luoghi.
Anche Kronsberg, quartiere residenziale a sud della città tedesca di Hannover, è un esempio di progettazione eco-compatibile.
Gli edifici sono stati costruiti per avere un'esposizione ottimale alla luce del sole e sono riscaldati grazie a un sistema di pannelli fotovoltaici posto sui tetti abbinato a un impianto di cogenerazione. L'acqua piovana viene utilizzata per gli scarichi igienici delle scuole e delle abitazioni e grazie a un articolato sistema di drenaggio di oltre una decina di chilometri di fossati, viene recuperata l'acqua proveniente dai giardini, dalle grondaie e dalle strade.
Per quanto riguarda la mobilità, il distretto di Kronsberg è collegato alla città da tram e autobus, le cui fermate sono state posizionate in modo tale che nessun abitante debba camminare per più di 500/600 metri per raggiungerle.
Infine vi è il quartiere sperimentale Bo01 a Malmo, in Svezia, inaugurato in occasione dell'Expo del 2000.
Il quartiere è stato costruito su un'ex area industriale bonificata ed è stato scelto dalla Comunità europea e dal Dipartimento Europeo per l'Energia come uno dei migliori esempi per l'applicazione dell'utilizzo di energia rinnovabile in Europa, le case infatti, sono tutte autoefficienti energeticamente.
I pannelli solari fotovoltaici sono presenti in ogni edificio e sono la prima fonte di energia elettrica per gli spazi abitativi, a tutto questo si aggiunge una grande varietà di spazi verdi, piste ciclabili e percorsi pedonali progettati per creare scorciatoie e invogliare a spostarsi a piedi. Il quartiere infatti non ha strade per le auto ma un sistema di trasporto pubblico studiato per essere facilmente raggiungibile da ogni residente.
Tali modelli di quartieri "green" mettono al centro la sostenibilità, l'efficienza energetica e il verde, ma come evidenziato nel libro "In viaggio con Alisha" scritto dal professore Giuliano Dall'Ò, Former President di GBC Italia, è fondamentale non dimenticare mai il concetto di integrazione.
L'integrazione, tra i pilastri alla base di un quartiere ecosostenibile
Il volume "In viaggio con Alisha" scritto dal professore Dall'Ò, racconta i tre Ecoquartieri a distanza di oltre vent'anni dalla loro realizzazione e ciò che emerge è una visione chiara sui fattori che determinano il successo di aree urbane rigenerate secondo i principi della sostenibilità.
«Si tratta di tre quartieri completamente diversi come impostazione - ha commentato Dall'Ò nella video intervista - in quello di Vauban si è creata una socialità dal basso e chi ci vive ha un’impostazione di vita fortemente orientata alla sostenibilità, non è un problema di edifici, ma di approccio alla vita differente. Quello di Kronsberg, nato in concomitanza dell’Expo, è stato invece una delusione perché l’area è distante dalla città e in pochi conoscevano l’esistenza del quartiere, sicuramente molto bello dal punto di vista architettonico, perché è come vedere un catalogo degli edifici sostenibili ed è interessante dal punto di vista scientifico, però non ho percepito la socialità che avevo colto a Vauban. A mio giudizio è diventato una specie di ghetto. Bo01 a Malmo, invece è un distretto per ricchi e ho avuto la percezione che si trattasse di un quartiere di elite».
«Queste esperienze insegnano cosa occorre fare e cosa no - ha aggiunto - un quartiere deve essere integrato nella città, inclusivo e fruibile da tutti, ma soprattutto deve essere mantenuto sempre vivo perché l’idea che diventi un ghetto rappresenta un fallimento».
I protocolli energetico-ambientali: una guida per progettare quartieri sostenibili e inclusivi
Come assicurare un processo costruttivo di qualità? Quali ausili per progettisti, imprese e fornitori?
«I protocolli energetico ambientali o rating-system sono strumenti molto importanti perché consentono di gestire molti aspetti, non solo quelli legati all’energia o all’impatto con l’ambiente ma anche quelli connessi alla sostenibilità dei materiali - ha spiegato Dall'Ò - ma soprattutto, i protocolli non definiscono l’edificio come qualcosa di indipendente, slegato dalla città, ma lo relaziona al contesto urbano per cui parliamo di abitare sostenibile che deve essere valorizzato, a esempio considerando i trasporti e i servizi che gravitano attorno all’edificio. E di tutto questo i protocolli energetico ambientali tengono conto, in particolare il protocollo GBC quartieri».
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