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In-sostenibile lucentezza del retail

Quale è il corretto approccio e metodo da seguire per diventare abili "domatori" della luce quando si progettano spazi per il mondo del Retail, un settore che di luce vive?

Attraverso un caso studio Andrea Cacaci, Lighting Architect in Lombardini22, ci racconta come è possibile controllare i flussi luminosi, evitando sprechi e dispersioni dannose, senza trascurare le esigenze imposte dal settore.


Illuminotecnica: come coniugare sostenibilità ambientale con le esigenze del Retail

In un altro mio articolo già pubblicato su Ingenio dal titolo "Da falene a sapiens: la luce sostenibile nel retail", parlavo di quanto la luce del Retail possa essere insostenibile e del metodo seguito per tentare di mettere in comunicazione la sostenibilità ambientale con le esigenze del Retail.

Metodo che è diventato una parola d’ordine del lavoro di Atmos (brand di Lombardini22 dedicato al progetto sensoriale): andare oltre la norma.

Quando la progettazione va “oltre la norma”? Quando non risponde soltanto alle esigenze, ma anche alle ambizioni delle persone, lo standard imposto dalle normative ci permette di evitare il discomfort, non è però in grado di garantire il comfort. Quale modo di migliore per mostrarlo se non seguendo un caso di studio?

 

Concetto di 'abbassamento' attraverso un esempio pratico

L’ampliamento del Centro Commerciale di Valmontone è uno dei primi progetti di Retail in cui abbiamo applicato i principi riconducibili al concetto di “Abbassamento” spiegato nel precedente articolo:

  • ABBASSAMENTO dei valori di tutte e quattro le unità di misura di cui dispone la luce;
  • ABBASSAMENTO delle altezze delle sorgenti luminose;
  • ABBASSAMENTO della temperatura di colore della luce.

Principi riconducibili al concetto di “Abbassamento” della luce

© Andrea Cacaci

Il centro è immerso nella tipica campagna collinare del centro Italia, in cui la natura la fa ancora da padrona; sul fondo il panorama si chiude sulle montagne del massiccio Appenninico abruzzese della Maiella.

Progetto illuminotecnico: Centro Commerciale di Valmontone

Design: L22 Retail | Atmos | Lombardini22 - photo © Dario e Carlos Tettamanzi

Il paesaggio ci chiede con forza di essere rispettato. Ogni singolo fotone in uscita dagli apparecchi illuminanti deve essere guidato verso il suo target evitando sprechi e dispersioni dannose.

 

Pensiline aggettanti sulle vetrine: i principali vantaggi

La formula commerciale è quella dell’Outlet en plein air, con negozi chiusi e mall aperto in modo da ricreare la sensazione delle vie commerciali di un centro urbano. Il tema architettonico caratterizzante l’immagine del mall è la presenza della pensilina sporgente sopra le vetrine.

Da un punto di vista illuminotecnico questa scelta ha una doppia valenza: di giorno abbassa il livello di irraggiamento solare sulle vetrine (riducendo le necessità di illuminazione interna dei negozi che non devono gareggiare con l’illuminamento solare); di notte azzera l’inquinamento luminoso in uscita dalle vetrine stesse.

Pensiline aggettanti sulle vetrine: i vantaggi dal punto di vista illuminotecnico

Design: L22 Retail | Atmos | Lombardini22 - photo © Dario e Carlos Tettamanzi

Le pensiline aggettanti afferrano tutti i fotoni in libera uscita dalle vetrine e dalle insegne luminose esterne e li trasformano in bagliori rimandandoli verso il basso, verso la passeggiata, verso le persone, ottenendo così un notevole recupero di energia e salvaguardando il cielo notturno.

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Design: L22 Retail | Atmos | Lombardini22 - photo © Dario e Carlos Tettamanzi

La luce generale viene portata a terra da sottili linee luminose che segnano il profilo altimetrico delle pensiline stesse, il cui dettaglio costruttivo prevede scossaline di chiusura che contengono le linee luminose impedendo alla luce di disperdersi verso l’alto.

 

Abbassare l'altezza delle sorgenti luminose: perché?

Si abbassa anche la quota dei pali luminosi il cui flusso in uscita rimane all’interno della sagoma architettonica del costruito.

Le norme ci impongono che gli apparecchi non disperdano luce oltre l’orizzonte ma nulla ci dicono di quella parte di flusso quasi orizzontale che nello spazio libero riesce a percorrere decine e decine di km, in questa loro folle corsa i fotoni ne incontrano altri ed altri se ne aggiungono fino a creare quella cappa biancastra che galleggia sopra le nostre città e che chiamiamo inquinamento luminoso.

A Valmontone abbiamo avvicinato tutte le luci al suolo creando le condizioni affinché l’architettura intrappolasse al suo interno tutti i flussi prodotti, riducendone al minimo la dispersione verso l’esterno.

Pensiline aggettanti sulle vetrine: i vantaggi dal punto di vista illuminotecnico

Design: L22 Retail | Atmos | Lombardini22 - photo © Dario e Carlos Tettamanzi

É per questo che sono stati scelti apparecchi miniaturizzati inseriti nei corrimani in modo da portare le sorgenti a poche decine di centimetri dal loro target. Così come per gli apparecchi segnapasso che gettano tutto il loro flusso a terra; senza dispersioni moleste né inquinamento luminoso.

Il lighting designer si deve trasformare in un domatore, domatore di fotoni: fare sì che la luce obbedisca ai suoi comandi azzerando i rischi di cui è portatrice (*).

In allegato una raccolta fotografica del caso studio qui illustrato.


(*) Leggi l'articolo “Manifesto per una luce a misura di lucciole” disponibile a questo LINK

Articolo integrale in PDF

L’articolo nella sua forma integrale è disponibile attraverso il LINK riportato di seguito.
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