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BIM, Panorami Digitali e Paesaggi Trasformativi dell'Ambiente Costruito

Aggregazioni e Relazioni nell'ltalia «Profonda» degli Operatori: Panorami Digitali e Paesaggi Trasformativi dell'Ambiente Costruito

Al BAU 2017, a Monaco, la Digitalizzazione dell'intero Ciclo di Vita del Cespite Immobiliare o Infrastrutturale sembra, ormai, quest'anno, essere assurta a protagonista assoluta.

Si tratta, in effetti, probabilmente della definitiva consacrazione, a livello continentale, di un tema che, per essere compreso appieno, deve coniugare forzatamente Circolare e Digitale, come indicava BPIE (Building Performance Institute Europe) in un suo recente Report.

Non dimentichiamo che, negli stessi giorni della Fiera, si terrà il seminario, sempre nella città monacense, conclusivo del Programma di Ricerca Federale BIMiD del Fraunhofer Institut con Volkswagen Financial Services e la seconda giornata berlinese sull'argomento  in questione organizzata dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture Digitali, introdotta dal Ministro Federale Alexander Dobrindt (2. Zukunftsforum zur Digitalisierung des Bauens), in cui avremo in prima fila i Pilot Project di Deutsche Bahn e di DEGES sulle Infrastrutture Ferroviarie e Stradali.

Si può, dunque, affermare, senza tema di smentita, che l'Evoluzione Digitale del Settore delle Costruzioni sia «inevitabile».

È questo un aggettivo cruciale, poiché sancisce, nominalmente, l'accettazione di un paradigma trasformativo che promette conseguenze straordinarie in fatto di Identità.

l contempo, però, proprio in questo passaggio transitorio occorre, anche per il Nostro Paese, avviare un altro tipo di ragionamento, poiché, al consenso di cui si accennava poc'anzi, bisogna affiancare la constatazione che lo stato attuale del Mercato - della Domanda come dell'Offerta - sia assolutamente eccentrico rispetto a questa prospettiva.
In altri termini, la potenza narrativa del Grande Racconto Digitale si deve confrontare, e scontrare, con la ostinata riluttanza della Grande Resistenza (più che Resilienza).

È evidente, infatti, che in Italia, così come in Germania, due Mercati confrontabili quanto a Conservatorismo e a Polverizzazione, la partita della Digitalizzazione, comunemente racchiusa nel famigerato acronimo BIM, si gioca tutta sulla Catena di Fornitura che, come per Industria 4.0, coinvolge direttamente la Committenza.

Di fatto, come testimoniano Collaborazione e Integrazione, la Digitalizzazione è Relazionale e, di conseguenza, Transazionale e Contrattuale.

Tutta l'impostazione verte, infatti, sugli Scambi Informativi che dovrebbero migliorare i Processi Decisionali: Information Modeling & Management e Construction Project Management.

Si tratta, tanto favorendo i Processi Aggregativi Intensi quanto supportando quelli Reticolari Laschi, di comprendere in che modo Committenza, Professione e Imprenditorialità, intrise come sono di Cultura Antagonistica e Analogica, possano veramente transitare nei Flussi Cooperativi e Digitali.

Occorre, specialmente, comprendere come questo possa avvenire partendo da Strumenti che spesso sono privi di Metodi e da un Tessuto Operativo che è privo di Riferimenti Condivisi.

Il dilemma si basa, tuttavia, sulla possibile coesistenza tra una Radicale Innovazione dei Prodotti e dei Cespiti, connaturata alla Digitalizzazione dell'Ambiente Costruito e una Aspirazione Incrementale che riguarda l'Efficienza delle Costruzioni per come lo conosciamo.

Come ci sovviene il CRESME, l'interrogativo da porsi è il seguente: dobbiamo cercare la Ripresa nei Panorami Conosciuti o l'Espansione nei Paesaggi Inediti?

Il BIM è davvero il Pre-Testo su cui meditare le Criticità di un Mercato che è stato e per riconfigurarlo in ciò che potrà essere, ma occorre saper parlare alla Pancia Profonda degli Operatori con chiarezza e tempestività.

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