Città che salgono, città che vivono: il Vertical Urbanism Index racconta il futuro delle metropoli
Grattacieli, densità urbana, qualità della vita: il nuovo Vertical Urbanism Index 2024 del CTBUH analizza 40 città globali per comprendere come cresce — e respira — la città verticale. Un atlante interattivo che misura altezza, vivibilità e concentrazione urbana, offrendo casi studio emblematici da Toronto a Bangkok fino all’Olanda, dove la torre incontra l’acqua.
Nelle metropoli contemporanee l’orizzonte non è più una linea, ma un’ascensione: la città sale come una foresta di vetro alla ricerca di luce, densità e futuro.
Per comprendere se questa spinta verticale generi davvero ambienti vivibili, il Council on Tall Buildings and Urban Habitat (CTBUH) ha elaborato il Vertical Urbanism Index (VUI), presentato in uno story-map interattivo che somiglia a un atlante animato della città-che-sale.
Vertical Urbanism Index: un indice triangolare: altezza, densità, vivibilità
Il VUI confronta 40 aree metropolitane lungo tre assi:
- Tall Buildings – numero e quota degli edifici oltre i 100 metri;
- Density – abitanti per chilometro quadrato entro un raggio di 20 km dal centro;
- Livability – un mosaico di indicatori sociali, economici e ambientali.
A ogni asse viene assegnato un punteggio normalizzato (0-10) e la media ponderata produce la classifica finale. L’intento non è celebrare la “corsa al cielo”, ma capire quando la concentrazione umana smette di migliorare la qualità della vita e inizia a eroderla.
Asse | Indicatore sintetico (0-10) | Fonti principali |
---|---|---|
Tall Buildings | numero e altezza dei building > 100 m | CTBUH Skyscraper Center |
Density | abitanti/km² nell’orbita di 20 km dal centro | UN DESA, WorldPop |
Livability | sotto-indici sociali, economici, ambientali | World Bank, UN-Habitat |
Nel Vertical Urbanism Index Report 2024 il CTBUH osserva infatti che, superata una certa soglia di densità, la correlazione positiva con la vivibilità svanisce, rivelando una curva di “rendimenti decrescenti” che dovrebbe allertare pianificatori e decisori pubblici.
Tendenze globali in controluce
Dai dati emergono quattro immagini-chiave:
- Leadership verticale. New York, Toronto e il Delta del Fiume delle Perle guidano la graduatoria “Tall Buildings”, confermando il nesso fra economie mature e skyline denso di gru.
- Il paradosso della densità. Mumbai e Hong Kong primeggiano per abitanti / km² ma scendono nelle posizioni di vivibilità, a dimostrare che “più vicino” non equivale automaticamente a “migliore”.
- Effetto soglia. Oltre un certo punto la densità implode sulla qualità ambientale e sui servizi, determinando un’inversione di tendenza che il report descrive come spartiacque fra crescita e congestione.
- Radici e torri. I grattacieli funzionano solo se ancorati a trasporti di massa, spazi pubblici e mix funzionale: senza “radici”, la torre resta un totem isolato.
Tre finestre sul mondo verticale
Toronto – il laboratorio nord-americano del “vertical living”.
La capitale economica canadese è oggi la città a più rapida crescita nell’emisfero occidentale: oltre 230 gru operative e piani di transit-oriented development lungo la futura Ontario Line. Nonostante l’ascesa incessante di torri in vetro, l’indice le attribuisce un punteggio di vivibilità superiore a 8 su 10, grazie a politiche di social housing e a un sistema di spazi pubblici che rimane capillare.
Bangkok – una giungla sospesa fra canali e skyline.
La megalopoli thai ha raddoppiato la popolazione in 37 anni: la mappa interattiva del VUI mostra zone di informale densità che convivono con grattacieli di lusso affacciati sul Chao Phraya. Qui la sfida è duplice: mitigare l’isola di calore urbana e difendersi dall’innalzamento delle acque, mentre l’edilizia verticale si propone come soluzione di compromesso fra espansione e resilienza.
Amsterdam & Rotterdam – l’Olanda che risale in quota.
In un paese celebre per la sua pianura, le due città sperimentano un’urbanistica ibrida: recupero dei waterfront, icone come De Rotterdam di OMA e riusi brownfield lungo l’IJ. L’indice segnala un equilibrio quasi “nordico”: densità moderata (circa 4,3 punti) ma vivibilità elevatissima (8,7). La lezione olandese è chiara: la verticalità può rilanciare aree portuali dismesse senza soffocare la dimensione di prossimità.
Le cifre-chiave del 2024
Se si scorre la tabella pubblicata dal CTBUH, si scopre che Hong Kong totalizza 9,7 punti in altezza, 9,4 in densità e solo 6,1 in vivibilità; Toronto 8,8-5,6-8,4; Bangkok 7,2-7,8-5,9; Amsterdam/Rotterdam 5,9-4,3-8,7; Mumbai 6,1-10,0-4,2.
Cinque numeri, cinque storie urbane: nessuna metropoli eccelle su tutti e tre gli assi, a riprova che la città perfetta non coincide con il record in classifica, ma con l’armonia dei suoi parametri.
Le cifre che contano (estratto 2024)
Città | Tall Buildings | Density | Livability |
---|---|---|---|
Hong Kong | 9,7 | 9,4 | 6,1 |
Toronto | 8,8 | 5,6 | 8,4 |
Bangkok | 7,2 | 7,8 | 5,9 |
Amsterdam-Rotterdam | 5,9 | 4,3 | 8,7 |
Mumbai | 6,1 | 10,0 | 4,2 |
Valori normalizzati 0-10 (fonte: VUI 2024). caf.ctbuh.org
Uno sguardo critico
- La verticalità non basta. Le torri, prive di infrastrutture e servizi, si trasformano in “isole d’aria” più che in fattori di coesione sociale.
- Vivibilità come ago della bilancia. L’indice invita i governi urbani a monitorare accessibilità, equità e salute perché “abitare in alto” non diventi sinonimo di esclusione.
- GIS narrativo. Lo story-map dimostra come la scienza dei dati possa farsi racconto: mappe, grafici e zoom dinamici parlano a cittadini e stakeholder con la potenza di un geopoema.
- La prospettiva italiana. Milano, Roma e Napoli non compaiono – ancora – nella classifica: la loro sfida sarà accogliere nuova residenza dentro tessuti storici delicati, senza rinunciare né alla quota né alla qualità.
Conclusione: oltre la vetta, la vita
Dalle palafitte lacustri al vetro specchiante delle torri, l’umanità ha sempre cercato un piano più alto da cui vedere il mondo.
Il Vertical Urbanism Index ci rammenta che la vetta definitiva non è l’ultimo piano, ma la qualità della vita che ogni cittadino sperimenta dal piano terra al cielo.
L’urbanistica verticale, allora, non è un traguardo: è un sentiero in cui altezza e densità devono camminare al passo con equità, ambiente e bellezza.
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