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Cambiamenti climatici: difendersi dal rischio inondazione grazie alla mappatura delle coste

ENEA ha sviluppato un nuovo servizio in grado di mappare le aree costiere a rischio inondazione per il cambiamento climatico che abbina modelli ad alta risoluzione, tecnologie satellitari e rilievi sul campo.

Uno strumento utile alle PA per pianificare strategie di adattamento ai cambiamenti climatici

Il nuovo servizio di mappatura proposta da ENEA ha l'obiettivo di fornire a decisori pubblici e pubbliche amministrazioni centrali e locali le tendenze evolutive del territorio, in modo da pianificare le strategie di adattamento al cambiamento climatico.

Il nuovo servizio climatico è stato messo a punto da un team di ricercatori composto da climatologi, esperti GIS, oceanografi e geologi ed è stato presentato al XXI Congresso International Union for Quaternary Research (INQUA), una delle più importanti conferenze internazionali sulle scienze del Quaternario che si è svolta di recente a Roma.

Nello specifico, l’approccio innovativo si compone di tre fasi.

Nella prima fase, grazie all’utilizzo dei modelli digitali del terreno di alcune delle piattaforme nazionali ed europee (come il Portale Cartografico Nazionale per i modelli digitali e il programma Copernicus per i movimenti verticali della superficie terrestre), vengono individuate le aree costiere che nei prossimi decenni saranno più vulnerabili alle variazioni del livello del mare.

La seconda fase riguarda la valutazione approfondita delle categorie di beni più esposte alle inondazioni.

La terza fase consiste nei rilievi sul campo. Misure, campionamenti, datazioni e rilievi geologici consentono, infatti, di migliorare la qualità dei dati e dei modelli digitali della superficie terrestre, ma anche di individuare le diverse componenti che contribuiscono agli scenari indicati nelle mappe di inondazione e che i satelliti non sono ancora in grado di rilevare singolarmente, vale a dire tettonica, subsidenza, carico e compattazione dei sedimenti litosferici, aggiustamento glaciale e variazioni delle falde acquifere conseguenti allo sfruttamento delle risorse idriche.

Ad oggi, sono state completate le mappe di Follonica-Piombino e Marina Di Campo in Toscana, Fertilia-Alghero in Sardegna e Parco Nazionale del Circeo (Latina-Sabaudia) nel Lazio (fig. 1, 2, 3), mentre sono in via di definizione quelle dei litorali della Spezia, Roma, Napoli, Brindisi, Taranto e Cagliari.

Figura 1. Mappa preliminare di inondazione di Follonica-Piombino per il periodo 2070-99
Figura 1. Mappa preliminare di inondazione di Follonica-Piombino per il periodo 2070-99
Figura 2. Mappa preliminare di inondazione di Marina di Campo per il periodo 2070-99
Figura 2. Mappa preliminare di inondazione di Marina di Campo per il periodo 2070-99
Figura 3. Mappa preliminare di inondazione di Alghero-Fertilia per il periodo 2070-99
Figura 3. Mappa preliminare di inondazione di Alghero-Fertilia per il periodo 2070-99

I risultati dei nostri studi hanno dimostrato che entro la fine del secolo, i beni maggiormente esposti al rischio di inondazione sono le zone umide, le aree di retrospiaggia e retroduna e alcune infrastrutture marittime”, sottolinea Sergio Cappucci del Laboratorio ENEA di Tecnologie per la dinamica delle strutture e la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico. “Per ciò che riguarda le zone umide e le aree di retrospiaggia – aggiunge – il rischio di inondazione rispetto all'attuale livello medio del mare è dovuto alla bassa quota e alla subsidenza, mentre per le infrastrutture costiere come porti, opere di difesa, moli, casse di colmata, la causa sembra riconducibile al naturale affondamento sul fondo marino”.

“Come ricorda il titolo Time for change del Congresso INQUA 2023, è tempo di cambiare e, grazie a questo nuovo approccio, ENEA può fornire in tempi rapidi un contributo a un inevitabile cambio di passo rispetto alle metodologie utilizzate fino ad oggi. Ad esempio, attraverso valutazioni e calibrazioni in tutto il territorio nazionale che consentirebbero di arrivare a una più puntuale definizione di quelle aree in cui la probabilità di inondazione deve essere considerata in dettaglio al fine di evitare rischi per le popolazioni e gli insediamenti produttivi”, conclude Sergio Cappucci.

Immagini

Figura 4. Mappa preliminare di inondazione di Latina-Sabaudia per il periodo 2070-99

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