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Comfort termoigrometrico ambientale: quanto incide sui manufatti a base di legno?

In questo articolo un'analisi dell'incidenza delle condizioni del microclima indoor sui manufatti in legno, siano essi pavimenti o arredi in legno.

Cos’è il comfort termico

Il comfort termico può essere definito come una sensazione di benessere fisico e mentale. Una condizione di soddisfazione nei confronti dell’ambiente che ci circonda e coincide con lo stato in cui non sentiamo né caldo né freddo.

In altre parole, tutti noi, quando siamo in una stanza, che sia un’abitazione, un ufficio o altro, vogliamo “stare bene”, cioè percepire una giusta temperatura.

Il comfort igrometrico non solo esige una buona qualità dell’aria, ma dipende anche dalla temperatura e dall’umidità della stessa. La sensazione di “caldo” e di “freddo” è intimamente collegata all’umidità.

La temperatura e l’umidità vengono percepite insieme e pertanto si parla di comfort igrometrico.

Per raggiungere uno stato climatico confortevole negli ambienti interni, il bilancio termico fra il nostro corpo e l’ambiente circostante deve essere equilibrato, ossia non si devono verificare condizioni di stress termico.

I fattori che incidono sul comfort termico

I fattori che determinano il comfort termico in una stanza sono:

  • temperatura medie superficiali, o temperatura media radiante;
  • temperatura dell’aria;
  • umidità relativa dell’aria;
  • velocità dell’aria.

A questi bisogna aggiungere il tipo di attività fisica svolta e l’abbigliamento.

Temperatura dell’aria e temperatura media radiante

La temperatura che percepiamo all’interno di una stanza dipende non solo dalla temperatura dell’aria interna ma anche dalle temperature delle superfici che delimitano lo spazio in cui ci troviamo.

A loro volta, le temperature superficiali di muri, soffitti, pavimenti, finestre, il cui valore medio ponderato viene definito temperatura media radiante, dipendono:

  • dalla temperatura esterna;
  • dal valore di trasmittanza termica U dell’elemento costruttivo;
  • dalla temperatura dell’aria interna.

Se queste temperature sono basse rispetto alla temperatura dell’aria, come succede in inverno in un edificio non isolato, abbiamo una spiacevole sensazione di freddo, anche se la temperatura dell’aria supera i 20°C. Questo perché l’elevata differenza di temperatura tra il nostro corpo e le superfici che ci circondano causa un rapido trasferimento di calore per irraggiamento dal nostro corpo verso le superfici fredde.

Per questo, le temperature superficiali di una stanza non dovrebbero mai variare più di 2-3°C rispetto alla temperatura dell’aria interna.

Umidità dell’aria

Il benessere ambientale è fortemente condizionato non solo dalla temperatura ma anche dalla umidità dell’aria.

Una parte dello scambio termico del corpo umano avviene per cessione di calore ed umidità attraverso la pelle.

Se fra i 18 e i 22°C di temperatura dell’aria l’influsso dell’umidità sul benessere è comunque relativo, quando le temperature sono più elevate, l’influenza si fa più significativa.

Un'umidità dell’aria troppo elevata ostacola la traspirazione, e quindi lo scambio termico fra il nostro corpo e l’ambiente, creando una situazione di forte disagio.

Più alta è la temperatura, maggiore è il contenuto di umidità che l’aria può contenere. Ma anche umidità relative molto basse, inferiori al 35%, possono originare situazioni di disagio.

L’aria povera di umidità incrementa il movimento delle polveri che può risultare particolarmente fastidioso per chi soffre di asma o allergie. Inoltre, un’aria poco umida provoca fastidi e secchezza delle vie respiratorie.

Anche i manufatti in legno (parquet, mobili, porte ecc.) ne risentono e questo può causare la formazione di crepe e spaccature nel legno.

Velocità dell’aria

Se la temperatura dell’aria è inferiore alla temperatura ottimale di comfort, un incremento anche minimo della velocità dell’aria crea un movimento che percepiamo come corrente fredda e può provocare una maggiore dispersione di calore del nostro corpo verso l’ambiente.

Infatti, negli spazi interni siamo più sensibili ai moti d’aria ed agli spifferi, soprattutto se la temperatura di questa aria in movimento è inferiore a quella dell’aria circolante.

Per controllare e ridurre la velocità dell’aria bisogna:

  • garantire la tenuta all’aria dell’involucro,
  • evitare superfici fredde troppo grandi, come ampie finestre poco isolate,
  • ridurre l’altezza delle stanze.

Condizioni per il benessere termico

La zona di benessere varia da persona a persona, anche in funzione dell’età, del sesso, delle capacità di adattamento, delle abitudini e del metabolismo.

In linea generale viene individuata con il realizzarsi delle seguenti condizioni:

  • temperatura dell’aria compresa fra i 18°C ed i 22°C ed umidità dell’aria fra il 45% ed il 60%;
  • differenza tra la media delle temperature superficiali di pareti, pavimento, soffitto, (temperatura media radiante) e la temperatura dell’aria inferiore ai 2°C. Per ottenere questo bisogna isolare bene i muri perimetrali e il tetto e installare infissi termoisolanti;
  • oscillazione delle temperature verticali, dal pavimento all’altezza della testa, non superiore ai 2°C;
  • temperatura del pavimento compresa tra i 18°C e i 25°C;
  • temperature superficiali il più possibili omogenee fra loro;
  • velocità aria inferiore ai 0.2 m/s;
  • importante per il comfort termico è anche un corretto abbigliamento. Infatti, se indossiamo un abbigliamento troppo pesante possiamo percepire fino a 4°C in più, mentre con un abbigliamento leggero fino a 4°C in meno.

Quali sono condizioni ottimali del microclima indoor?

Secondo il Ministero della Salute – prendendo come riferimento i parametri già descritti in precedenza e considerando un attività fisica moderata ed un abbigliamento adeguato – le condizioni ottimali del microclima degli ambienti di lavoro e di vita più comuni sono quelle riportate nella seguente tabella:

La valutazione del comfort termico negli ambienti moderati è regolata dalla norma tecnica UNI EN ISO 7730:2006 Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale.

Per rilevare i parametri microclimatici, e fare un’adeguata valutazione del rischio da microclima, è necessario utilizzare appositi strumenti indicati dalla normativa UNI EN ISO 7726:2002 Strumenti per la misurazione delle grandezze fisiche.

Attraverso le norme sopra riportate è possibile progettare il comfort e quindi preservare tutto ciò che è in equilibrio con il comfort ambientale come ad esempio i manufatti lignei a base legno presenti nell’ambiente.

Benessere termoigrometrico: come si controlla

La doverosa valutazione da attuare per controllare la situazione all'interno dell’abitazione e assicurarsi di salvaguardare il benessere termoigrometrico dei soggetti dipende quindi dalla regolazione della temperatura e dell’umidità.

Regolare la temperatura è molto intuitivo e, come già detto, rappresenta un accorgimento a cui molti fanno attenzione.

Regolare l’umidità, invece, può essere visto come più difficile e probabilmente la maggior parte delle persone non ha ben chiaro come fare.

È in realtà molto semplice. Se il livello di umidità supera i valori di riferimento ciò che si può fare nell’immediato è aprire le finestre per alcuni minuti e ventilare l’abitazione correttamente, sia in estate che in inverno.

Questo consiglio è senza dubbio efficace per debellare la fastidiosa problematica della formazione delle muffe solo unitamente all’isolamento termico delle pareti interne.

Se l’abitazione non è stata correttamente isolata viene da sé che questo accorgimento non può essere del tutto risolutivo del problema.

Può anche essere utile munirsi di un deumidificatore. Questo apparecchio aspira l’aria, la filtra e la fa successivamente fatta passare attraverso un radiatore riempito di gas refrigerante. La bassa temperatura del radiatore condensa l’umidità presente e la raccoglie in una tanica. L’aria filtrata priva di umidità viene quindi rimessa in circolo da un ventilatore.
L’aiuto del deumidificatore è sicuramente prezioso, ma non deve mai sostituire la normale ventilazione degli ambienti che è estremamente importante fare aprendo le finestre.

Nei mesi invernali, con l’accensione del riscaldamento, l’umidità ambientale può diventare troppo bassa pertanto si dovrà usare un umidificatore.
Al momento dell’acquisto si deve tenere a mente che le dimensioni dell’ambiente indicate dal produttore si riferiscono a un ambiente con porte chiuse.

Se le porte sono aperte, alla metratura dell’ambiente da umidificare si deve aggiungere quella dell’ambiente adiacente.

Affinché l’apparecchio fornisca le prestazioni richieste anche a un livello di funzionamento basso e medio, non funzioni al limite delle sue prestazioni e abbia un livello di rumorosità ridotto, si consiglia di aggiungere 1/3 dei metri quadri alla superficie dell’ambiente sommata alla superficie dell’ambiente adiacente.

ESEMPIO (ambiente da 50 mq): se le porte sono aperte e l’ambiente adiacente ha una superficie di 20 mq, si devono sommare le due superfici (in questo caso 70 mq). Affinché l’apparecchio non funzioni al limite delle sue prestazioni, si consiglia di aggiungere 1/3 alla superficie di 70Mq. In questo caso si dovrà scegliere quindi un apparecchio progettato per ambienti dai c.a. 93 mq.

Se avete un umidificatore ad aria e non riuscite ad aumentare il tasso di umidità dell’aria, le cause possono essere diverse. Di solito una di queste è la presenza di molti materiali naturali nell’ambiente, come ad esempio il legno del parquet, mobili o la carta dei libri.

Incidenza del microclima indoor sui manufatti in legno

In un ambiente in cui è stata apportata umidità perché l’aria è troppo secca, l’umidità apportata viene prima assorbita dai materiali naturali.

Il tasso di umidità dell’aria inizia quindi a salire dopo che questi materiali raggiungono la saturazione.

Se nell’ambiente si trovano molti materiali naturali, sarà necessario più tempo per raggiungere un tasso di umidità ottimale.

Questi erano alcuni semplici ma fondamentali aspetti da considerare per garantire in casa un benessere termico e un comfort ambientale costante. Sono infatti necessari per salvaguardare la salute dei soggetti e non incorrere in pericolose situazioni di disagio e stress termico e garantire un corretto equilibrio termo igrometrico con materiali sensibili all’umidità come il parquet, i mobili e le porte ecc.

Si vuole sottolineare che l’umidità ambientale condiziona i movimenti dimensionali e volumetrici dei manufatti in legno presenti nell’ambiente.

Affinché tale comportamento non generi effetti indesiderati sui manufatti lignei, il clima dell’ambiente deve essere sempre mantenuto entro i limiti consigliati (temperatura dell’aria compresa tra 18°C e 22°C e in particolare l’umidità relativa dell’aria compresa tra il 45% e 60%).

Come già sopra riportato questi valori corrispondono peraltro alle condizioni di maggior benessere e salubrità anche per l’uomo e animali.

L’esposizione prolungata ad un clima eccessivamente secco può determinare la comparsa di lievi fessurazioni nei prodotti lignei, che tenderanno ad attenuarsi fino a scomparire, una volta ristabilite le corrette condizioni climatiche.

Viceversa condizioni estreme di umidità possono generare nel legno tensioni interne anche molto elevate, nei casi più gravi ciò può portare in alcune microfratture nello strato superficiale del legno, dovute allo scorrimento dell’interfaccia tra anelli di accrescimento conseguentemente al superamento del limite elastico a compressione).

Consigli per la posa di un nuovo parquet

Prima di iniziare la posa del parquet, è utile lasciarlo per almeno 48 ore nella stanza in cui verrà posato. Questo vale per un parquet massiccio per un parquet stratificato occorre rispettare i tempi di posa come prescritti nella scheda prodotto del produttore. Facendo così si adatta il legno alle condizioni dell’ambiente e si evitano così i danni dovuti ad un continuo rigonfiamento e ritiro del legno. Anche quando si stocca il materiale in cantiere è molto importante mantenere un corretto microclima.

Consigli per mobili nuovi in legno

Per garantire una lunga durata dei vostri mobili (soprattutto in legno massiccio) e impedire che si rovinino, dopo il montaggio è importante che si adattino progressivamente alle condizioni dell’ambiente.

Un accorgimento è di lasciare aperti sportelli e cassetti nei primi giorni per evitare che le varie parti in legno si rigonfino o si ritirino solo da un lato.

L’ideale sarebbe inoltre scostare i mobili di qualche centimetro dalle pareti. Questo accorgimento è particolarmente utile soprattutto negli edifici di nuova costruzione, dove le pareti possono contenere un’umidità residua.

Per creare un’atmosfera di benessere tra le mura domestiche, è essenziale posizionare correttamente i mobili.

È sconsigliato ad esempio accostarli troppo ai termosifoni o a un camino, perché io calore può asciugare eccessivamente il legno.

Se volete preservare i vostri mobili nel tempo è importante che la temperatura sia quella adatta e che l’umidità dell’aria sia costante.

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