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Da MCE Lab i consigli per il benessere in palestra, piscina e tensostrutture

Le strutture entro cui l’uomo vive, lavora, studia, svolge attività ludiche o sportive rappresentano una parte preminente dell’ambiente urbano. Poiché al loro interno si svolge una buona parte della nostra vita, le loro caratteristiche hanno una grande influenza sulla sensazione di benessere.

Il conseguimento del comfort termoigrometrico è un aspetto fondamentale per il benessere totale della persona

Sono circa 5,5 milioni gli italiani che si sono iscritti in palestra per migliorare il proprio fisico o anche solo per socializzare, l'8,3% della popolazione residente. Ma sono ben oltre i 18 milioni gli utenti che ogni anno frequentano i 5.200 grandi impianti sportivi del Paese, le 5.500 palestre, i quasi 5.000 club.

Il microclima di tutti questi ambienti è determinato dall’insieme di parametri ambientali quali temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria, che condizionano lo scambio termico tra individuo e ambiente: la sudorazione degli atleti, l'elevato numero di persone stipate in un'area limitata e il fatto che alcuni impianti funzionino 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana, sono tutti fattori ambientali che possono creare un clima interno malsano e sgradevole, soggetto a cattivi odori e alla proliferazione di batteri.

La qualità dell’aria indoor (temperatura, umidità relativa e purezza) é importante anche negli ambienti in cui ci si allena. – puntualizza il prof. Giuliano Dall’O’, Coordinatore di MCE Lab e Ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso il Dipartimento ABC (Architecture, Built environment and Construction engineering) del Politecnico di Milano – Il conseguimento del comfort termoigrometrico, cioè lo stato di piena soddisfazione nei confronti dell’ambiente stesso, costituisce una condizione indispensabile e prioritaria per il conseguimento del benessere totale.

L'uomo è omeotermo: i valori di temperatura interna del corpo umano devono essere mantenuti entro un campo estremamente ristretto, compreso tra 35,8°C e 37,2°C, tale intervallo garantisce le condizioni di salute e benessere dell’individuo. Affinché la temperatura del corpo rimanga costante, è necessario che la quantità di calore prodotta o assunta dall'organismo, sia uguale a quella trasferita all’ambiente. È pertanto particolarmente importante che negli ambienti destinati ad attività motorie e sportive siano garantite condizioni ottimali di microclima perché:

  • il rendimento fisico è migliore quando le condizioni microclimatiche sono ottimali;
  • le attività motorie e sportive aumentano la produzione di calore da parte dell’organismo.

In ambienti confinati adibiti ad attività motorie e sportive i parametri climatici devono essere regolati in rapporto all’intensità dell’impegno muscolare e alla conseguente produzione e necessità di dispersione del calore. – prosegue il prof. Dall’O’ – Ad esempio la temperatura in una palestra deve essere circa 18°C, negli spogliatoi circa 24°C, nei locali doccia circa 26°C. Nei campi da tennis deve essere garantita una temperatura minima dell’aria pari a 10-15°C, un’umidità relativa non superiore al 60-70% e una velocità dell’aria compresa tra i 0,15 e i 0,20 metri al secondo. In generale, comunque, l’esercizio di attività fisiche non richiede il mantenimento di temperature molto elevate: valori di circa 15-17°C sono considerati accettabili.

L'equilibrio termoigrometrico ideale per le piscine lo si raggiunge invece con una temperatura dell’aria di 28/30°C e con una umidità relativa del 55-60%.

Per il mantenimento della purezza dell’aria si ricorre alla ventilazione, la cui funzione essenziale è di immettere negli ambienti aria fresca (presa all'esterno e opportunamente filtrata) allo scopo di rinnovare l'aria contaminata e mantenere la temperatura costante.

L’impostazione di una portata d’aria sufficiente per garantire il comfort sia agli atleti che agli eventuali spettatori è fondamentale. Anche nelle coperture pressostatiche sono garantiti i ricambi d’aria necessari alle attività sportive, come previsto dalla normativa UNI e le indicazioni CONI in vigore.

Per fare qualche esempio, le piscine hanno bisogno di 20–30 ricambi/h, gli impianti sportivi al chiuso con temperature da 16 a 20°C sono 30 m3/h a persona al massimo affollamento per la zona atleti e 20 m3/h a persona per le zone riservate al pubblico.

 

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