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Economia circolare – Il valore della sostenibilità: la visione di Buzzi Unicem

Approfondimento sul Case history BUZZI UNICEM pubblicato da Confindustria

LʼEconomia Circolare: il progetto di Confindustria

Confindustria ha sviluppato un’iniziativa ad hoc per lʼinformazione, lʼaggiornamento e la condivisione di esperienze e buone prassi, rivolta alle imprese e al management, attraverso azioni mirate che puntano a far emergere le opportunità legate al modello economico circolare, attivando dinamiche di knowledge-sharing e diffondendo le best practice disponibili nel Paese.

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Tra queste best practice è stata pubblicata quella di Buzzi Unicem, in cui sono riportate le attività avviate, molte da tempo, per un forte impegno sul piano della sostenibilità ambientale e dell'economia circolare.

BUZZI-UNICEM.jpgCase history: BUZZI UNICEM

Un’azienda internazionale, dedicata alla produzione e vendita di cemento, calcestruzzo preconfezionato ed aggregati naturali. Buzzi Unicem impiega circa 9.900 dipendenti in 14 paesi e nel 2018 ha realizzato un fatturato consolidato di € 2,9 miliardi.

Il gruppo si caratterizza per la visione a lungo termine dell’impresa, la priorità̀ dedicata allo sviluppo sostenibile, le strutture produttive di alta qualità̀. Buzzi Unicem persegue la creazione di valore attraverso la profonda e sperimentata conoscenza del settore in cui opera e l’efficienza gestionale.

Fasi del ciclo di vita su cui si è concentrato il progetto: Uso e Valorizzazione Energetica

Il progetto prevede l'utilizzo di combustibili alternativi derivati dalla selezione e dal trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani, sempre a valle della raccolta differenziata, in parziale sostituzione di quelli fossili tradizionali (coke di petrolio, carbon fossile) nei forni di produzione del clinker da cemento.

Tale utilizzo genera un risparmio sui costi energetici produttivi e riduce l'impatto ambientale (emissioni) di una cementeria. Come tecnologie e procedure innovative l'azienda utilizza il CSS (Combustibile Solido Secondario) che deriva dalla selezione dei materiali contenuti all'interno degli RSU Indifferenziati e dal loro trattamento.

Il processo di produzione del CSS prevede la biostabilizzazione della parte organica residua. Si rimuove la parte metallica ed inerte (recupero di materia), senza uso dei separatori, ed infine si rimuove il cloro organico contenuto negli RSU Indifferenziati attraverso l'utilizzo di lettori ottici NIR.

La frazione ottenuta da questo processo viene poi finemente triturata, per agevolare efficacemente la combustione all’interno del forno della cementeria.

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LINK all'area di CONFINDUSTRIA con le Case History


L'intervista a Daniele Bogni, Stakeholders Engagement Owner

Cos’è per voi l’economia circolare?

Il modello economico circolare di Buzzi Unicem è strutturalmente inserito nella “Politica cambiamenti climatici” riportata nel Bilancio di Sostenibilità 2017.

Buzzi Unicem riconosce l’importanza degli sforzi messi in atto dalla comunità internazionale per limitare i cambiamenti climatici.

Rispettando l’opinione prevalente della comunità scientifica, che attribuisce parte del surriscaldamento alle emissioni di gas serra e in particolare di anidride carbonica (CO2), ed in linea con gli obiettivi fissati negli anni dai protocolli internazionali sul clima, Buzzi Unicem è impegnata a ridurre le proprie emissioni di CO2. L’impegno è esteso a tutti i Paesi dove il Gruppo opera.

L’economia circolare è dunque il miglior veicolo per applicare la nostra “Politica cambiamenti climatici”.

Quest’ultima, infatti, definisce le linee guida per l’attuazione di azioni volte al recupero di materia, al recupero energetico, all’ottimizzazione dei processi produttivi ed al dialogo con i territori, fondamentali per realizzare il modello economico circolare. Tutte azioni queste che, oltre ad essere sostenibili ambientalmente e socialmente, apportano anche valore economico.

Ecco dunque che l’Economia Circolare diventa un fattore di competitività rilevante.

Come viene applicato, nella pratica, il modello economico circolare nella vostra realtà aziendale? Con quali risultati?

Per quanto riguarda il Processo di produzione del cemento: La composizione di base dei cementi attuali è una miscela di silicati e di alluminati di calcio. Le materie prime naturali, dopo essere state frantumate ed omogeneizzate, sono cotte a circa 1.450 °C dentro ad un forno rotante. Dalla cottura e raffreddamento si ottiene il clinker che, macinato con il gesso, si trasforma in cemento.

L'utilizzo di materie prime decarbonatate nella miscela generatrice del clinker: Le materie prime naturali contengono elevate percentuali di composti carbonatici. Per tale ragione. per effetto termico, la CO2 in essa contenuta si separa e viene rilasciata in atmosfera. Circa il 60-65% della CO2 emessa, proviene quindi dalla decarbonatazione della materia prima, solo il resto dalla combustione. L’impiego di materie prime già decarbonatate, recuperabili da altri processi produttivi, in applicazione dei principi di circolarità ,consente una riduzione delle emissioni di CO2.

L'Utilizzo di combustibili alternativi: Per cuocere ad elevate temperature la miscela generatrice del clinker si devono utilizzare dei combustibili che possiedono un elevato potere calorifico. Questi sono tipicamente combustibili fossili non rinnovabili (coke di petrolio e carbon fossile) ed alternativi. Per ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 generate dall’impianto di cottura si può ricorrere, per esempio, all’utilizzo dei combustibili alternativi, quali farine animali e combustibili solidi secondari derivati dalla lavorazione dei RSU che, durante il processo di combustione, visto il loro contenuto di biomassa inglobato sono carbon neutral. L’utilizzo di combustibili che derivano dalla lavorazione e dal trattamento dei RSU (CSS) si inserisce a pieno titolo nell’economia circolare, aiutando inoltre la chiusura del ciclo dei rifiuti, a valle della raccolta differenziata e con un processo di lavorazione dell’RSU, che nelle sue fasi di trasformazione in CSS consente una riduzione delle quantità, per via dell’eliminazione dell’umidità, oltre ad ulteriore recupero di materia (metalli e inerti contenuti).

Gli Additivi di macinazione: Per ottenere il cemento è necessario macinare finemente il clinker, materiale responsabile dello sviluppo delle resistenze dei manufatti finali , con il gesso ed altri costituenti secondari. Gli additivi, figli dell’evoluzione della chimica intelligente, sono aggiunti in frazioni percentuali durante le fasi di macinazione e consentono al cemento di ridurre la percentuale di utilizzo di clinker nella miscela generatrice del cemento, a parità di prestazioni. Ridurre clinker per unità di cemento significa ridurre emissioni di CO2. Un’altra importante caratteristica degli additivi è di favorire il processo di produzione del cemento aumentando il rendimento delle fasi di macinazione dei molini, con conseguente innalzamento della produttività degli impianti e riduzione del fabbisogno elettrico: minori consumi elettrici significano minori emissioni di CO2 e minori costi.

L'Utilizzo di costituenti secondari per la produzione di cemento: La possibilità di produrre il cemento riducendo la percentuale di clinker in ricetta, grazie all’utilizzo di particolari additivi di macinazione e mantenendo invariate le prestazioni, può consentire anche un maggior impiego di costituenti secondari, già previsti dalla normativa europea vigente, che a loro volta derivano da altre lavorazioni industriali.

Si realizzano dunque ancora una volta i principi dell’Economia Circolare, arrivando a recuperare materiali quali i gessi di desolforazione e le ceneri volanti, provenienti dal trattamento degli effluenti gassosi delle centrali termoelettriche a carbone, e la loppa d’altoforno, prodotti questi con proprietà pozzolaniche e pienamente sostitutive delle pozzolane naturali, estratte da cave dedicate.

Quali sono le eventuali criticità riscontrate nell’applicare il modello circolare all’interno della vostra azienda?

Il Rapporti con il territorio: Per quanto riguarda l’utilizzo di materie prime già decarbonatate, occorre tener presente che spesso, sono materie prime di recupero che derivano da altri processi produttivi. Sono generalmente classificate come “rifiuti” e per tale ragione il loro utilizzo non è facilmente accettato dalla popolazione che vive nei pressi della cementeria. Le stesse autorità comunali hanno difficoltà a comprendere che tali materiali non rappresentano un problema di tipo ambientale e, di conseguenza, spesso osteggiano anch’esse il loro utilizzo, anche solo per consenso politico. Lo stesso discorso vale per i combustibili alternativi. In questo caso riscontriamo un paragone improprio da parte di alcuni stakeholder che tendono a paragonare una cementeria che utilizza i CSS (combustibili che derivano da una complessa lavorazione dei RSU) ad un termovalorizzatore che incenerisce i RSU tal quali. Esistono tra i due diversi tipi di impianti delle differenze sostanziali che, nel caso di utilizzo dei CSS in una cementeria, significano una riduzione degli impatti ambientali e delle emissioni di CO2.

Le Autorizzazioni Integrate Ambientali: L’utilizzo dei combustibili alternativi e delle materie prime di recupero deve essere autorizzato nelle AIA (Autorizzazioni Integrate Ambientali) a seguito di un processo di valutazione degli impatti ambientali (VIA). Durante queste fasi di analisi, anche a livello provinciale e regionale, talvolta emergono pregiudizi tecnici e politici suffragati da giudizi poco oggettivi, che ostacolano gli obiettivi relativi all’Economia Circolare.

Avevate già o avete sviluppato al vostro interno specifiche competenze in tema di ambiente, sostenibilità ed economia circolare? Oppure è stato necessario ricercarle all’esterno dell’azienda?

L’azienda è strutturata da anni con diverse aree che sovraintendono i seguenti temi:

Ecologia, Ambiente e Sicurezza:  La gestione degli aspetti ambientali, di salute e di sicurezza è in carico al servizio EAS (Ecologia, Ambiente e Sicurezza). In capo alla struttura centrale risiedono le attività di coordinamento e di controllo, mentre in ogni cementeria la figura del Responsabile Ambiente e Sicurezza, coadiuvato in impianto da tutti i colleghi, completa l’organizzazione del servizio e favorisce le azioni di implementazione del Sistema di Gestione Ambiente e Sicurezza.

Dialogo con il territorio: Dialogare con il territorio significa “coinvolgere i portatori d’interesse”, modificando le modalità d’interazione con le persone che vivono i territori dove operano i nostri impianti. Sebbene non sia sempre facile mettersi nei panni del comune cittadino che desidera avere informazioni sulle implicazioni (economiche, ambientali e sociali) del nostro processo produttivo, il nostro impegno è fondamentale per la costruzione di un dialogo attivo. Buzzi Unicem ha istituito da alcuni anni la figura del Responsabile dei Rapporti con gli Stakeholder, che unitamente ai Direttori di Stabilimento e alla Direzione del Cemento Italia, svolge compiti di ascolto e divulgazione sui Territori, oltre allo sviluppo di collaborazioni con Enti, Associazioni, Onlus, Scuole (progetti di alternanza scuola – mondo del lavoro), mettendo a servizio delle comunità le proprie competenze.

Sostenibilità: Da più di 100 anni Buzzi Unicem produce due materiali essenziali per il benessere della società: il calcestruzzo ed il suo costituente più prezioso, il cemento. Con questi materiali vengono realizzate infrastrutture essenziali come strade, ponti, gallerie, aeroporti, dighe oltre naturalmente a edifici per uso abitativo e industriale.

Siamo coscienti che il nostro processo produttivo comporti degli impatti. Per questo motivo, già da alcuni anni, la sostenibilità è entrata a far parte del nostro modello di lavoro e nel bilancio che pubblichiamo ormai dal 2001, documentiamo i risultati raggiunti e quelli che ci prefiggiamo di raggiungere a medio termine: temi rilevanti come la sicurezza nei luoghi di lavoro, il monitoraggio delle emissioni in atmosfera, il consumo di materie prime, acqua ed energia, la tutela della biodiversità, lo sviluppo di nuovi prodotti e nuovi processi a minor impatto ambientale, sono dettagliati nel nostro

Bilancio di Sostenibilità: Abbiamo intrapreso anche un nuovo approccio di comunicazione e collaborazione con le comunità locali vicine ai nostri siti produttivi perché ci sentiamo parte integrante del territorio e pensiamo di poter contribuire positivamente al suo sviluppo.

Non meno importante è la nostra attenzione alla diffusione e alla verifica del rispetto dei nostri valori. L’onestà, la competenza, la passione dei nostri dipendenti e dei nostri principali fornitori sono i pilastri sui quali l’azienda è stata fondata e sui quali vogliamo continuare a costruire il nostro futuro.

Quali sono i vostri progetti futuri legati al modello economico circolare?

L’impegno aziendale è rivolto al miglioramento dei risultati, derivanti dalle azioni di riduzione delle emissioni di CO2, a sfondo “Circolare”, e piani di ricerca dedicati (ad esempio progetto www.Cleanker.eu), come pure sono in corso svariati progetti con un preciso focus sulla mitigazioni dei cambiamenti climatici.

Siamo consapevoli che per attuare questo modello ci siano difficoltà e ostacoli, ma li stiamo affrontando con competenze trasversali e team multidisciplinari per massimizzarne il risultato.


Il caso Robilante

La Cementeria BUZZI UNICEM S.p.A. di Robilante (CN) attiva dagli anni 60 e rinnovata nel corso del tempo, produce annualmente circa 1.000.000 t/anno di clinker.

Il clinker è un prodotto intermedio del cemento realizzato tramite preparazione e successiva cottura di una "miscela generatrice" composta da calcari e scisti e con l'eventuale aggiunta di additivi naturali e/o materiali di recupero da altri processi industriali per l'apporto di ferro, silice ed allumina. Il clinker viene successivamente macinato con l’aggiunta di limitate quantità di gesso ed eventuali altri componenti secondari (correttivi) per produrre le diverse qualità di cemento, come previsto dalla norma tecnica europea UNI EN 197/1.

Prima il recupero di materia e successivamente quello di energia dai rifiuti nell'industria del cemento (co-processing) costituiscono una soluzione virtuosa per la gestione integrata dei rifiuti: è infatti una soluzione sicura per la collettività, l'ambiente e l'industria, che permette il risparmio di risorse naturali non rinnovabili e il recupero di rifiuti in condizioni controllate.

Il cementificio di Buzzi Unicem di Robilante:

  • utilizza CSS e rifiuti dall’anno 2003
  • con la prima Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) del 2007, l’azienda ha ottenuto il permesso di utilizzare 70.000 tonnellate/annue di combustibile da rifiuto, con vincolo per provenienza e caratteristiche. Nell’anno 2011, il limite è stato portato a 110.000 tonnellate/annue
  • nel 2016 ha raggiunto una percentuale di sostituzione delle materie prime naturali del 5% circa e di sostituzione dei combustibili fossili tradizionali di oltre il 30%.
  • nel periodo di vigenza dell’AIA - Autorizzazione Integrata Ambientale, sono stati effettuati numerosi interventi nel comparto emissioni in atmosfera, grazie ai quali la situazione risulta pienamente conforme alle BAT (Best Available Techniques, Migliori tecniche disponibili) per il settore cemento, stabilite a livello europeo dalla Decisione di esecuzione della Commissione  2013/163/UE del 26 marzo 2013 e dal documento BRef “Reference Document on Best Available Techniques in the Cement, Lime and Magnesium Oxide Manufacturing Industries” del novembre 2013.

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