Il futuro della lettura tra memoria cartacea e sapere digitale: un viaggio nei paesaggi della conoscenza
In un futuro dominato dalla tecnologia, il libro cartaceo riemerge come simbolo di esperienza sensoriale e memoria collettiva, tra riflessioni su archivi, spazi della conoscenza e paesaggi interiori. Un omaggio alla Giornata del Libro che intreccia Asimov, Calasso e l’arte, celebrando la fisicità della lettura come atto progettuale ed emotivo.
Libri di carta come infrastrutture culturali: spunti per architetti e urbanisti
“Oggi Tommy ha trovato un vero libro!”
Margie lo scrisse quella sera nella pagina del suo diario che portava la data 23 aprile 2157. Era un libro antichissimo. Il nonno aveva detto una volta che quand’era bambino, suo nonno gli aveva detto che c’era stata un’epoca in cui tutte le storie e i racconti erano stampati su carta. Si voltavano le pagine. Erano gialle e fruscianti. Era bellissimo leggere parole che stavano ferme invece di muoversi su uno schermo.
Ma quando uno arriva in fondo a un libro, che cosa fa? Lo butta via immagino. Il nostro schermo invece deve avere avuto un milione di libri sopra ed è ancora buono per chissà quanti altri.
Chi si sognerebbe di buttarlo via?
Secoli fa i maestri erano persone… E i ragazzi avevano un edificio speciale e andavano là con quelli della loro età. Non erano insegnanti digitali, che vivevano in casa con te, programmati per adattarsi alla mente di uno studente o di una studentessa. Mentre Tommy si allontanò fischiettando con il vecchio libro polveroso stretto sotto il braccio, Margie pensò ai bambini di quei tempi, e a come dovevano amare la scuola. Chissà come si divertivano!
Tutto al mondo esiste per finire in un libro (Mallarmé).
Ma se il mondo è un libro, ogni libro è il mondo (Blanchot).
Un libro sferico in cui tutti scrivono e tutti sono scritti (Borges).
Oggi è la Giornata internazionale del Libro e del Diritto d’Autore. Mi perdonerà Isaac Asimov se, riscrivendo alcune parti di un suo celebre racconto, ho coerentemente attualizzato giorno e mese rispetto all’anno di un probabile futuro. Ci siamo già immersi (in quel concreto futuro) e la collocazione caotica degli immensi magazzini di Amazon è ben più (commercialmente e prestazionalmente) razionale delle ripartizioni tematiche di archivi e biblioteche o dei principi del “posto giusto” tanto amati da Roberto Calasso.
“Ma li hai letti tutti?” disse entrando in casa … Era la domanda cruciale, peculiare di chi non sa cosa significhi leggere, di chi non sa come i libri si leggono, si consultano e si compulsano (scrive Calasso in “Come ordinare una biblioteca” edito da Adelphi). Alcuni libri non si leggono o non si leggeranno mai interamente.
Alcuni rimarranno dorsi con scritte che guarderai con la coda dell’occhio avvertendone la presenza camminando nel corridoio. Alcuni saranno letti, riletti, sottolineati a matita e risottolineati in diverse stagioni della vita. Alcuni ti guardano ogni notte mentre stai per addormentarti e sono lì al risveglio come musetti felini che provano a coccolarti. Altri non vogliono essere trovati e fanno a gara con la tua memoria per l’arte di perdere. Scusatemi ma io (con i libri di carta) mi diverto ancora tantissimo!

Entrare nell'infinita molteplicità dell'immaginario è un'inestimabile privilegio e tutto attraverso quell'incredibile assottigliamento dello spazio che è la pagina di un libro. Un'esperienza corporea, fisica, erotica a volte nella sinestesia olfattiva e tattile, totalmente libera nell'estrazione e nello sfogliarsi inverso o casuale, inesauribile nella variazione anche se ripetitiva ed estenuata.
Cosa possiamo incorporare nei libri?
Asimov come H.G. Wells prima, hanno prefigurato una digitalizzazione dei saperi e del linguaggio, scrutando la "fine dei libri" un po' diversa dagli effetti distopici del calore di "Fahrneheit 451". L'artificio è sempre artificio.
Nello scorrere verso un tempo bel oltre il "mezzo del cammino" sento, ogni giorno che passa, che le decine di migliaia dei miei compagni di vita è come se appartenessero ad una città (ormai megalopoli) pronta per l'exodus... messaggi nella bottiglia di vetro verde.

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