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Il patrimonio storico tra conservazione e destinazione d’uso

Il patrimonio architettonico sottoposto a vincolo di tutela pone spesso problematiche gestionali di destinazione d’uso soprattutto se messe in relazione alle esigenze conservative e di sicurezza del manufatto stesso.
Il recente il crollo di un pavimento soprastante una volta a padiglione nell’ex monastero di Giaccherino, adibito a location per matrimoni ha posto nuovamente all’attenzione gli aspetti di sicurezza e di destinazione d’uso degli edifici storici.

La gestione dell’edilizia storica

Il recente avvenimento del crollo di un soffitto a volta di un antico monastero, oggi adibito a struttura ricettiva, solleva una problematica latente che riguarda in generale la gestione degli immobili di pregio.

Che il nostro paese abbia un ingente patrimonio storico di cui andare fieri è cosa nota, la gestione di tali patrimoni è però mutata nel tempo con il cambiare della società, della situazione economica e delle risorse a disposizione.

Ovvero se fino alla fine degli anni ’90 possedere un immobile di pregio storico artistico era, oltre che un vanto, un investimento di un bene dall’indubbio valore di mercato in cui la cui proprietà poteva scegliere, con ragionevole tranquillità, di alienare con importanti guadagni o conservare quale bene di pregio da tramandare ai posteri, oggi la situazione è di molto variata poiché i costi di gestione, le tasse sia locali che nazionali, connesse alla carenza di finanziamenti per la manutenzione ed alla scarsa attitudine all’adattamento del vivere un’immobile, ha reso il bene immobiliare storico un bene di lusso riservato a pochi.

Ciò riguarda trasversalmente tutta la fascia di proprietari dai privati agli enti pubblici, fatta esclusione per la tipologia museale e di rappresentanza. Per quanto attiene lo specifico degli enti ecclesiastici o monastici, che da sempre posseggono gran parte del patrimonio storico, anch’essi trovano difficoltà di gestione spesso connessa alla perdita dell’originaria destinazione d’uso, complice il calo delle vocazioni.

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La destinazione d'uso

La destinazione d’uso degli immobili storici di pregio è un dato di fondamentale importanza poiché spesso risulta strettamente connessa alla sua conservazione.

Se è indubbio che un immobile inutilizzato manifesterà velocemente patologie di degrado è altresì innegabile che un utilizzo improprio ne possa determinare la distruzione, spesso con annessi danni a cose e persone.

Per maggiore chiarezza proviamo ad esemplificare degli scenari:

  • Scenario 1 - Un immobile di oltre mille metri quadrati di grande pregio con dipinti murali, pavimenti e soffitti decorati, dimora di una sola famiglia, perde la sua destinazione d’uso per estinzione della famiglia. Il pensiero contemporaneo percorrerà presumibilmente la via che pare più breve e di maggiore resa economica, trasformare quei 1000 metri quadrati in una decina di appartamenti di pregio da vendere a caro prezzo sul mercato immobiliare. Ben si comprende che il rischio conservativo per tale immobile sarà altissimo anche solo per l’aumento dei carichi che graveranno la struttura, la quantità di impianti e strutture tecnologiche che dovranno arrivare in ogni dove e per la necessità di parcellizzare spazi, ideati per essere unici e dalla specifica espressione artistico-architettonica.
  • Scenario 2 - un luogo monastico che raccoglieva sino agli anni ’80 del ‘900 un centinaio di novizi con relativi padri spirituali, scale gerarchiche e tutto il mondo che si articola attorno al monastero. Tale edificio sarà composto da settori distinti; una parte con una moltitudine di piccole celle, spesso prive di bagno, che presumibilmente si troverà dislocato nei corridoi, avrà grandi dimensioni e sarà di uso comune. Altre parti comuni, spesso caratterizzate da decori di pregio; ampi saloni quali il refettorio, i chiostri ed altri spazi per la contemplazione e le attività comunitarie oltre agli ambienti di rappresentanza, magniloquenti e freddi. Tale immobile si svuota per calo delle vocazioni. Il pensiero contemporaneo si pone due ipotesi, la solita moltitudine di appartamenti oppure una struttura ricettiva. Delle due idee quella certamente meno invasiva è la struttura ricettiva soprattutto se temporanea come quella pensata per ospitare eventi. Tuttavia, un’analisi della struttura prima di procedere alla variazione di destinazione d’uso, s’impone.

Ora quando si affronta una variazione di destinazione d’uso in un edificio storico gli step da affrontare sono molteplici.

Innanzitutto, sotto il profilo delle autorizzazioni, sia dalla Soprintendenza competente che dagli enti locali, affinché risponda a tutti i parametri normativi previsti, ma soprattutto affrontare una variazione di destinazione d’uso non può prescindere dal rispetto e dalla conservazione dell’oggetto quale bene storico artistico.

  

Casa Lanzi Guarneri Gozzini, Gorlago Bg; castello in età medievale, casa nobiliare in età moderna ed edificio con più unità abitative e di rappresentanza oggi
Foto 1: Casa Lanzi Guarneri Gozzini, Gorlago Bg; castello in età medievale, casa nobiliare in età moderna ed edificio con più unità abitative e di rappresentanza oggi (Crediti: Silvia Conti)

  

La conservazione dei beni immobili storici

La conservazione degli immobili di valore storico artistico passa attraverso azioni, siano esse di manutenzione che di restauro o ristrutturazione, ideate e progettate con perizia e conoscenza della materia storica. Seguita da una fase di realizzazione di alta competenza tecnica, nel rispetto delle normative vigenti siano esse in materia di tutela dei beni culturali, antincendio, antisismica, sicurezza e altro.

Tale elenco di sovrapposizioni normative può sembrare complesso, a tratti contrastante, eppure perseguire un buon risultato è possibile.

Per perseguire un obiettivo di qualità è di fondamentale importanza coinvolgere, già dalla fase progettuale, tutte le figure competenti dai progettisti agli impiantisti ai conservatori e restauratori. Poiché ognuno di loro potrà contribuire nella propria area di competenza a tracciare il giusto percorso di recupero conservativo dell’immobile, attraverso una modalità collegiale che spesso potrebbe travalicare i parametri specifici della singola professione.

   

Casa Lanzi Guarneri Gozzini, Gorlago BG; intervento di manutenzione alle superfici lapidee esterne
Foto 2: Casa Lanzi Guarneri Gozzini, Gorlago BG; intervento di manutenzione alle superfici lapidee esterne (Crediti: Silvia Conti)

  

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