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Interventi per la bonifica dei siti di interesse nazionale (SIN)

Il processo di bonifica dei siti di interesse nazionale (SIN) in Italia richiede un intervento coordinato e uniforme per affrontare le gravi problematiche di contaminazione ambientale. Il rapporto sul Fondo per la bonifica mette in luce le inefficienze nella gestione delle procedure di bonifica e nella tutela dei danni ambientali.

La bonifica dei SIN e la necessità di un approccio uniforme in Italia

I siti di interesse nazionale (SIN) rappresentano aree del territorio italiano che sono gravemente contaminate e richiedono un’azione coordinata a livello nazionale e regionale, ecco perché diventa importante attuare interventi rapidi per la messa in sicurezza e la bonifica di queste zone con investimenti adeguati.

Dal rapporto sul fondo per la bonifica e la messa in sicurezza dei Siti di Interesse Nazionale, delibera n. 87/2024/G, emergono criticità e problematiche significative riguardanti la gestione e le procedure relative all’emergenza. In particolare risulta inadeguato il coordinamento tra i procedimenti di bonifica e le misure risarcitorie per i danni ambientali, il che limita l’efficacia degli interventi programmati.

In Italia circa 35.000 siti sono soggetti a procedure di bonifica, di cui circa 16.000 ancora attivi; oltre il 56% delle procedure attive si trova inoltre nella fase iniziale, dedicata all'attivazione del procedimento, evidenziando che la maggior parte dei siti ha ad oggi uno stato di contaminazione che rimane sconosciuto o valutato soltanto in modo preliminare.

Questa è la prima rilevazione nazionale e presenta la necessità di ulteriori perfezionamenti, in quanto le modalità di raccolta dei dati variano notevolmente tra le diverse realtà locali, così come a livello regionale la distribuzione degli stati di contaminazione dei procedimenti in corso mostra una forte eterogeneità. Questa diversità è principalmente dovuta ai vari approcci adottati dalle regioni e dalle pubbliche amministrazioni nella gestione delle anagrafi e delle banche dati.

Alla luce di tutto ciò diventa fondamentale che le Regioni adottino un approccio uniforme nella compilazione delle anagrafi e delle banche dati, per fornire risposte equivalenti su tutto il territorio nazionale e garantire la comparabilità delle informazioni.

 

Riflessioni sulla norma e coinvolgimento delle comunità locali

Secondo il rapporto per i SIN è fondamentale che l'affidamento dell'attività di bonifica all'organo regionale non oscuri, ai sensi dell'articolo 252 del decreto legislativo 152/2006, la competenza ultima, la quale resta in capo allo Stato. Quest'ultimo ha facoltà di utilizzare l'accordo di programma, avendo come riferimento i principi di sussidiarietà, di adeguatezza e di differenziazione dell'attività amministrativa, nel rispetto delle specificità territoriali.

Dall’analisi delle singole situazioni si evidenzia una mancanza di coordinamento tra i processi di bonifica dei siti contaminati e le misure di tutela risarcitoria per i danni ambientali, procedimenti che possono essere avviati, a seguito degli eventi inquinanti, sia simultaneamente e sia in tempi diversi.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) potrebbe non rispondere adeguatamente all'urgenza della situazione, per tale motivo è stato previsto l'investimento 3.4 per la "bonifica dei siti orfani", con un finanziamento di 500 milioni di euro, il quale potrebbe probabilmente essere sottostimato rispetto alle risorse necessarie e all'urgenza degli interventi.
Purtroppo, ad oggi vi è la mancanza di un quadro normativo chiaro, che rende l'utilizzo degli strumenti procedurali generali, previsti dalla legge 241/1990, non completamente adeguato alla complessità delle istruttorie sul danno ambientali.

L'Italia, finanziariamente, ha dovuto affrontare notevoli oneri a causa della non corretta applicazione delle direttive europee, inclusa la condanna da parte della Corte di Giustizia UE nel 2014. Bisogna, infatti, prestare attenzione ai rischi per la salute pubblica correlati all'inquinamento.

Di fatto, a seguito delle bonifiche, diventa fondamentale monitorare costantemente l'ambiente e la salute delle comunità circostanti per valutare l'efficacia delle misure adottate.

Il coinvolgimento delle comunità locali è, quindi, essenziale per garantire il successo delle operazioni di bonifica. La stessa ripartizione delle responsabilità tra le amministrazioni locali e le regioni deve essere supporta con adeguati mezzi e risorse per affrontare al meglio le differenti esigenze emerse tra le varie realtà territoriali.

 

IN ALLEGATO LA DELIBERA DELLA CORTE DEI CONTI SUL FONDO PER LA BONIFICA.

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