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L’impianto elettrico di cantiere, tanto sconosciuto quanto pericoloso

Il rischio elettrico nei cantieri: uno scenario di rischio troppo spesso sottovalutato! Molte le sfaccettature da considerare per garantire la sicurezza dei lavoratori, partendo dall’impianto elettrico di cantiere, tanto sconosciuto ai più quanto pericoloso.

Sotto l’esperta guida dell’ing. Gianmario Trezzi, si cercherà di fornire alcune semplici e pragmatiche indicazioni sui possibili punti critici da controllare per essere tranquilli che l'impianto stesso sia accettabilmente sicuro.

Un contributo per accendere i riflettori su tale fonte di rischio, indirizzato soprattutto a chi si occupa di sicurezza nei cantieri ma non ha una specifica competenza in ambito elettrico.


Il rischio elettrico nei cantieri, ancora troppo sottovalutato

Non solo le cadute dall’alto, ma anche il pericolo di folgorazione risulta tra gli importanti scenari di rischio nei cantieri, un settore ancora pesantemente colpito dagli infortuni sul lavoro.

Rischio elettrico che, in questi ambienti, ha una natura peculiare, a causa della precarietà dei luoghi e della dinamicità degli impianti: almeno una parte di essi segue l’evolversi del cantiere stesso. A questo si aggiungono le gravose condizioni ambientali e di utilizzo. Ma le sfaccettature da considerare, per la tutela della sicurezza dei lavoratori contro i rischi di natura elettrica nei cantieri, sono molteplici. 

Un rischio complesso, che può causare gravi infortuni, dovuti ad un possibile arco elettrico o folgorazione, anche a distanza dall’impianto elettrico stesso o dall’apparecchio elettro-alimentato; il rischio quindi risulta indipendente dalla natura del lavoro stesso, ed è presente sia nei lavori elettrici, edili o di altra natura. Infatti, purtroppo, risulta frequente leggere di un operatore folgorato da corrente elettrica per le più disparate cause.

Per essere folgorati è sufficiente, ad esempio, avvicinarsi e non necessariamente entrare in contatto con un conduttore di un elettrodotto con un braccio sollevatore di un mezzo, senza dimenticare i rischi dettati dal connubio “letale” tra energia elettrica e presenza di acqua (ndr. vedasi, ad esempio, infortuni con betoniere).

Eppure spesso questo scenario di rischio è poco noto o, comunque, sottovalutato. Da qui l’idea di avviare una seriedi contributi che possano accendere i riflettori sulla questione e fornire qualche spunto di riflessione soprattutto a chi non ha una competenza specifica in ambito elettrico.

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Le principali criticità da considerare con un impianto elettrico di cantiere

Partiamo soffermandoci sulle principali criticità di sicurezza che si possono incontrare in un impianto elettrico di cantiere, tanto sconosciuto ai più quanto pericoloso. 

Evitando di addentrarci nella complessità dell'impiantistica elettrica proveremo, in modo semplice e pragmatico, a fornire qualche indicazione utile sui possibili punti critici da attenzionare. 

Per farlo, abbiamo pensato di formulare e provare a rispondere ad una domanda banale, se non persino quasi inutile, che risulta però utile alla trattazione dell’argomento e che bisognerebbe comunque sempre porsi quando ci si trova di fronte ad un impianto elettrico di cantiere: “cosa si deve controllare per essere tranquilli che l'impianto stesso sia accettabilmente sicuro?” (ndr. “accettabilmente sicuro” e non “sicuro”, perché, si sa, la sicurezza assoluta, il rischio zero, non esiste). 

Per rispondere a questa semplice domanda, però, bisogna fare delle necessarie premesse: 

  1. Prima di tutto bisogna sapere che, se si parla di rischio elettrico, per cantiere non si intendono solo le aree dove si svolgono le lavorazioni di tipo puramente edile o di ingegneria civile (ad esempio come l'elenco dell'allegato X del D.Lgs. 81/2008) ma si intendono tutte le aree (fisse o mobili) in cui si svolgono qualsiasi tipo di lavorazioni temporanee (edile, elettrica, idraulica, meccanica, stradale, di potatura, ecc..).
  2. Per la sola parte inerente gli impianti elettrici, si considerano le cosiddette “aree proprie di cantiere” che corrispondono a quelle zone (fisse o mobili) direttamente interessate dalle lavorazioni temporanee (considerando tutte le tipologie di lavorazioni), rimanendo esclusi dalla definizione di “aree proprie di cantiere” gli ambienti non soggetti alle lavorazioni specifiche di cantiere, che potremo definire come “elettricamente standard”, quali mense, dormitori, uffici, servizi vari, sale riunioni, spogliatoi, uffici di vendita e simili.
     
  3. Per queste specifiche “aree proprie di cantiere” si applicano le regole elettriche specifiche per i cantieri, riportate nella CEI 64-8 sez. 704 e nella guida CEI 64-17, mentre per le altre aree, che per semplicità definiamo come “elettricamente standard”, si applicano le regole elettrotecniche generali.
  4. Gli impianti elettrici di cantiere sono soggetti a situazioni più stressanti e gravose rispetto agli ambienti “elettricamente standard” per molti motivi, quali ad esempio: la precarietà e le gravose situazioni di utilizzo, le intemperie (pioggia, caldo estremo, freddo, neve, ghiaccio, raggi UV), urti, polvere, getti d'acqua, acidi, solventi, aggressivi chimici, sporcizia, fauna, insetti, animali vari, flora, muffe. Non vanno dimenticati altri fattori importanti di stress dell'impianto elettrico quali: la lunga durata del cantiere, talvolta di anni, le dimensioni anche di chilometri dei cantieri stradali, ferroviari e gallerie, la mobilità delle varie parti costituenti l'impianto elettrico per adeguarsi e seguire lo sviluppo delle lavorazioni.
  5. Tutto questo porta ad avere delle situazioni di maggior rischio dell'impianto elettrico di cantiere rispetto alle situazioni “standard” e, pertanto, risulta necessario avere un livello di preparazione e di attenzione maggiore per i vari operatori presenti.
  6. Un fattore fondamentale da non dimenticare è che spesso l'impianto elettrico, in questo caso comprendiamo anche tutto quello che viene alimentato con l'elettricità, come gli utensili elettrici, i macchinari elettrici e le attrezzature elettriche, viene manipolato ed utilizzato da personale che non è consapevole del potenziale rischio elettrico presente; questo è dovuto alla diffusa mancanza di preparazione (i cosiddetti PEC) ed alla scarsa attenzione durante l'esecuzione delle varie lavorazioni ed operazioni. 

Fatte queste premesse, cerchiamo di proporre degli spunti per rispondere alla domanda iniziale, analizzando le principali criticità che si possono incontrare in un impianto elettrico di cantiere. 

L'analisi delle possibili criticità presenti possiamo dividerla in due grandi gruppi:

A - La parte documentale

1- Il progetto

Vi siete mai domandati perché non avete quasi mai visto un progetto di un impianto elettrico di cantiere? La risposta è semplice, basta leggere il DM 37/2008 art. 10 c. 2, che esclude dall'obbligo di redazione del progetto le forniture elettriche provvisorie per i cantieri. Questo comporta che, non intervenendo un professionista a progettare e quindi a dare delle indicazioni sulla realizzazione dell’impianto elettrico, tutta la realizzazione è lasciata alla “professionalità e responsabilità” dell’installatore elettrico, che in alcuni casi risulta carente, portando al conseguente aumento delle situazioni di rischio. 

2- La dichiarazione di conformità

In base al DM 37/2008 art. 10 c. 2, risulta obbligatorio il rilascio della dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico di cantiere. 

Bisognerebbe, però, soffermarsi ed analizzare nel dettaglio come deve essere compilata correttamente e come deve essere presentata una vera “dichiarazione di conformità alla regola dell'arte dell'impianto”, poiché la quasi totalità delle dichiarazioni sono o nulle o incomplete o redatte su modelli non conformi. Secondo l’esperienza personale di chi scrive, infatti, solo una percentuale intorno al 5% delle dichiarazioni risultano idonee, complete e compilate correttamente. 

3- Il calcolo di probabilità di fulminazione

Documento sconosciuto ai più; viene redatto generalmente solo su sollecito degli ispettori o dell'ASL-ATS e la quasi totalità delle volte, risulta essere incompleto, ovvero non sono considerate tutte le strutture presenti in cantiere. 

4- La classificazione degli ambienti

Documento inesistente nella quasi totalità dei progetti elettrici in ambienti “standard”; figuriamoci trovarlo nei cantieri dove non c'è nemmeno l'obbligo del progetto dell’impianto elettrico.

Ad avviso di chi scrive, però, è un documento essenziale per poter definire “le condizioni al contorno” e per poter scegliere i componenti corretti in base alle condizioni ambientali situate.

La presenza di sostanze aggressive, acidi o solventi, sono solo alcuni esempi per capirne l'importanza. In questi casi vanno definiti anche i componenti dell'impianto elettrico che possano resistere a tali sostanze; oppure se siamo in presenza di ambienti a rischio di esplosione, ecc.... 

5- Le verifiche iniziali, di manutenzione e del DPR 462/2001

Se dicessimo “le verifiche queste sconosciute” potremmo sembrare banali e ripetitivi, ma diremmo il vero. 

Nella norma CEI 64-8 ed. 08/2021, al capitolo 6, sono indicate le specifiche riguardanti le varie tipologie di verifiche inerenti agli impianti elettrici.

A) Le verifiche preliminari

Il D.M. 37/2008 all'art 7 c. 1 riporta: “Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalla normativa vigente, comprese quelle di funzionalità dell'impianto, l'impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati”. 

Anche il modello della Dichiarazione di conformità riporta: “....DICHIARA sotto la propria personale responsabilità, …...avendo in particolare: …....controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richieste dalle norme e dalle disposizioni di legge.”

Questo significa che, se non vengono effettuale le verifiche con esito positivo, compresa la verifica di funzionalità, non può essere rilasciata la dichiarazione di conformità e quindi consegnato ed utilizzato l'impianto elettrico. Meglio non aggiungere altro sulla questione, perché si dovrebbe scrivere qualche pagina al proposito.

B) Le verifiche di manutenzione periodiche 

Questa tipologia di verifiche serve ad evitare che decada la responsabilità di chi ha redatto la Dichiarazione di Conformità dell'impianto alla regola dell'arte, a mantenere l'impianto efficiente (sostituire le parti difettose, rotte o non idonee) ed a mantenere l'impianto sicuro in tutte le sue parti. Si ricorda che ci sono molte norme e guide CEI inerenti alle verifiche da effettuare periodicamente sull'impianto elettrico; inoltre il D. Lgs. 81/2008 all'art. 86 c. 1 riporta: “il datore di lavoro provvede affinché gli impianti elettrici …. siano periodicamente sottoposti a controllo secondo le indicazioni delle norme di buona tecnica e la normativa vigente per verificarne lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza.”

C) Verifiche periodiche del DPR 462/2001

Anche nei cantieri, si applica il D.P.R. 462/2001 per quanto riguarda le verifiche periodiche; infatti, i cantieri, per la maggior parte, risultano essere dei luoghi di lavoro (ovvero con presenza di lavoratori). Nel caso dei cantieri, la periodicità delle verifiche periodiche considerate nel DPR 462/2001, è di due anni. Andrebbe però stabilito da che data partire per calcolare i due anni, ma anche questo argomento sarebbe da approfondire dettagliatamente.

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