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La certificazione del calcestruzzo e la ricetta dei tonnarelli cacio e pepe

I componenti per realizzare i diversi calcestruzzo sono pochi, ma la produzione del prodotto deve tenere in considerazione tanti fattori, molti variabili nel tempo. Sulla base di questa considerazione si vuole spiegare perchè certificazione di prodotto e cvt non sono applicabili per il calcestruzzo.

Il calcestruzzo non è certificabile poichè la sua qualità dipende anche da fattori esterni

La ricetta dei tonnarelli cacio e pepe è una delle più semplici della cucina italiana. Per quattro persone servono ca 320 g di tonnarelli, 200 g cacio e pepe, in proporzione q.b..
Eppure fare dei tonnarelli cacio e pepe buoni non è semplice. I problemi più comuni sono di ottenere un grumo unico di formaggio, o di arrivare a una composizione poco cremosa, oppure il cacio fila e non stiamo puntando a una pizza.
E non è solo questione di ingredienti buoni, ma è la mano del cuoco che sa trasformare questo insieme di prodotti in una pasta da favola, immancabile in una trasferta romana.
Si può certificare una ricetta di tonnarelli cacio e pepe ? no, perchè il q.b. del pepe dipende da sapore del formaggio, che non è sempre uguale, perchè la preparazione della cremina dipende da tanti fattori, e non può essere predisposta sempre nello stesso modo …. Insomma l’unica e vera certificazione è quella che dà il cliente al momento del primo boccone.

Il calcestruzzo è abbastanza simile ai tonnarelli cacio e pepe
. I costituenti sono pochi: il cemento, gli aggregati, gli additivi, l’acqua .. e volte dei file, delle fibre, del polistirolo …
Ma la qualità del calcestruzzo non dipende solo dalla qualità degli ingredienti o dal mix design iniziale. Se quel giorno in cui viene prodotto piove e fa freddo, gli aggregati saranno bagnati e porteranno più acqua, il calcestruzzo tenderà a fare presa con velocità inferiori … e se invece c’è molto vento e fa caldo occorre tenerne conto per evitare problemi di essiccamento in cantiere … e così via.
La qualità di un calcestruzzo dipende quindi si dalla qualità delle materie prime, e dalla qualità del mix design di riferimento, e dalla qualità dell’impianto di saper gestire al meglio le variabili produttive, ma anche da quell’insieme di fattori interni esterni di cui abbiamo fatto qualche esempio e dalla capacità di chi segue la produzione di considerarli nel modo corretto.
Ecco perchè il calcestruzzo come specifico prodotto non è certificabile (il processo sì) perchè la qualità dipende anche da fattori la cui gestione richiede molto di più di una procedura, esattamente come i tonnarelli cacio e pepe. Insomma l’unica e vera certificazione è quella che da il direttore lavori con i controlli di accettazione allo stato fresco e indurito.

Non a caso in Europa non hanno previsto una marcatura CE del calcestruzzo. La qualifica di un prodotto sfuso di queste caratteristiche deve riguardare i processi, non il prodotto.
Ecco perchè pensare di imporre un CVT per la commercializzazione di un calcestruzzo con fibre è sbagliato. Chissà se lo capiranno anche chi ha pensato di poterlo fare.

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