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Le prescrizioni e la progettazione dei Pavimenti per Magazzini VNA

Il vicepresidente di Conpaviper, l’ing. Giovanni Saba, ha approfondito il tema della prescrizione e progettazione dei Pavimenti per Magazzini VNA insieme all’ing. Christian Pierini, socio Conpaviper, durante le "Conversazioni sui pavimenti in calcestruzzo nella logistica" all’interno del III FORUM dei Massetti e Pavimenti Continui all’interno del SAIE 2022 di Bologna.

«Chi produce il capitolato di intervento dovrebbe conoscere quello che scrive, e non succede quasi mai» questa la considerazione con cui il vicepresidente di Conpaviper, l’ing. Giovanni Saba, ha aperto l'approfondimento dedicato a "Le prescrizioni sui Pavimenti per Magazzini VNA" durante il ciclo di "Conversazioni sui pavimenti in calcestruzzo nella logistica" durante il III FORUM dei Massetti e Pavimenti Continui all’interno del SAIE 2022 di Bologna.

Esperto di progettazione delle pavimentazioni delle grandi logistiche, soprattutto logistiche intensive, l'ing. Giovanni Saba ha discusso dell'argomento con l’ing. Christian Pierini, socio Conpaviper ed esperto del settore.

Parliamo di pavimentazioni con corsie spesso molto strette all’interno di scaffalature molto alte, in cui la movimentazione avviene con sistemi automatici e con muletti spesso a ruote dure.

Pavimentazioni in calcestruzzo Super Flat: ecco a cosa prestare attenzione

Christian Pierini conferma questa difficoltà: «la pavimentazione è un po' più complessa da gestire perché sono pavimentazioni dove non conta solo la planarità sulle lunghe distanze ma anche quella che io definisco microplanarità, le planarità sulle brevi misurazioni».

Pierini sottolinea inoltre l’importanza per questi magazzini intensivi nella cura del sottofondo della pavimentazione: «deve essere fatto un sottofondo molto prestazionale. Quindi stabilisco sempre dei limiti K di winkler, il modulo di deformazione, intorno ai 100 mega Pascal di modulo di deformazione, e soprattutto è importante stabilire le prove di piastra anche il rapporto tra il secondo e il primo ciclo, che deve essere sempre basso e tendenzialmente meno di due.»

Ma non basta: «Occorre lavorare sullo spessore. Chiaro che la tendenza sulle logistiche intensive, soprattutto quelle di grandi dimensioni, è di fare pavimenti sempre più sottili. Purtroppo quando ci sono dei pavimenti Super Flat o addirittura a corsie strette la pavimentazione deve avere uno spessore più consistente, sopra i 20 cm». Altrimenti, a causa soprattutto dei fenomeni di ritiro, si hanno problemi di curling.

D’accordo Giovanni Saba, che evidenzia come «l’effetto di imbarcamento sia un fenomeno naturale, che può essere controllato da due cose: dallo spessore, perchè quando lo spessore diminuisce l'effetto di curling, soprattutto nei campi di getto molto grandi, si hanno deformazioni maggiori, ed al ritiro del calcestruzzo».

Occorre quindi agire sui calcestruzzi scegliendoli in modo da ridurre i problemi da ritiro, e sui campi di getto, oltre che sullo spessore.

Per Pierini, però, è «anche inutile sforzarsi troppo sul materiale quando si deve fare un pavimento super flat, perché poi comunque per arrivare al risultato finale molto spesso è comunque necessaria una rettifica.»

«Un altro problema sono i tagli e i giunti di costruzione» aggiunge Pierini, "di solito io quando progetto una logistica intensiva progetto un pavimento jointless, quindi il pavimento dove abbiamo soli giunti di costruzione.» E sui giunti i due ingegneri esprimono diverse considerazioni interessanti.

Problematiche di natura geotecnica e di deformazione dovute a carichi pesanti

L’approfondimento prosegue sui problemi geotecnici e di deformazione dovuta a carichi pesanti: «È ovvio che la pavimentazione industriale non può essere trattata come una soletta da progettare in maniera a se stante. Anche per la pavimentazione deve essere fatta una progettazione geotecnica. Capita di frequente di dover mettere dei pali riduttori di cedimento. Serve una progettazione integrata. Capita spesso quindi di dover fare interventi di consolidamento di terreno Jet Grouting. La pavimentazione diventa quindi veramente una struttura, non può essere trattata come uno strato di finitura. Pertanto, deve essere fatta una progettazione integrata che risulta essere la cosa più difficile da fare» ha precisato l’ing. Pierini.

Come garantire durabilità alle superfici

Giovanni Saba affronta anche un altro tema importante che riguarda queste pavimentazioni, nello specifico della vita utile della superficie «a nostra disposizione abbiamo spolveri, o pastine, o trattamenti consolidanti a base di resine. Qual è l'importanza di una progettazione preliminare? Io parlo sempre di prestazione, ovvero di un numero che mi definisce la vita utile ipotetica di una pavimentazione industriale. Parliamo di prestazioni meccaniche ma anche di resistenza all'abrasione per attrito, ricordiamo che su queste pavimentazioni circolano 'macchinette' che continuano ad andare sempre sullo stesso punto. È importante definire definire la resistenza all'abrasione prima, è importante definire il materiale.»

Anche ing. Pierini è d’accordo: «questo è fondamentale perché ,soprattutto nel caso di magazzini robotizzati, non possiamo avere neanche pavimenti troppo lisci. Se io faccio un pavimento super liscio è chiaro che io ho molto meno degrado della pavimentazione però, molto spesso, abbiamo delle specifiche di progetto date dai committenti che devono avere un minimo di grip. Occorre quindi utilizzare gli spolveri o pastine, preferibilmente con aggregati molto duri - quindi corindoni - o aggregati sicuramente superiori a 7 della Scala Mohs.»

Anche in questo caso, i due esperti non mancano di approfondire sull’argomento superfici, in particolare per i pavimenti VNA. La discussione prosegue con una considerazione che invita tutti a un confronto continuo: «Non abbiamo lo storico, non abbiamo ancora un numero di contestazioni sufficienti per capire a fondo i problemi».

Caratteristiche di pavimentazione VNA tipo

Giovanni Saba prosegue il confronto invitando l'ing. Pierini a rispondere a una domanda, secca e diretta: «Christian, se ti capita di progettare una pavimentazione VNA deve mantenere i suoi requisiti per 10 anni, che tipo di soluzione proponi?». Pierini risponde: «Io proporrei una pavimentazione sicuramente di uno spessore di intorno ai 25 cm e con calcestruzzo fibrorinforzato. É diventata consuetudine utilizzare queste soluzioni fibrorinforzate perché questo sposa anche l’esigenza di tenere alta la produttività dei getti. Difficilmente scendo sotto Rck 30/37 per il calcestruzzo e tendo a suggerire, o comunque a proporre degli additivi, non dico espansivi, ma comunque additivi di controllo del ritiro fino a 250 micrometro. Io consiglio di ridurre i campi di getto intorno ai 600/700 metri quadri per non avere problemi di fessurazioni. Sul discorso del trattamento superficiale, in quasi tutti i pavimenti che ultimamente ho progettato ho scelto di utilizzare spolveri al corindone e trattamenti a silicati di litio.».

Pavimentazione VNA: analisi delle deformazioni e calcolo strutturale

La conversazione, sempre incentrata sugli aspetti di progettazione della pavimentazione, prosegue sull’analisi delle azioni e quindi sulla parte strutturale del calcolo delle deformazioni. Entrambi gli esperti condividono una considerazione importante: «Bisogna tenere conto anche delle deformazioni a lungo termine: si parla di ingegneria pura. Come dice il prof. Giovanni Plizzari, la pavimentazione industriale dovrebbe essere trattata come una struttura vera e propria, che è molto semplice ma complessa allo stesso momento. Se io ho una trave di un
prefabbricato che cede di un centimetro non se ne accorge nessuno, ma se una pavimentazione cede di un centimetro se ne accorgono tutti
».

Su sollecitazione del pubblico, durante la conversazione si è parlato anche del piano di manutenzione dei pavimenti.

È possibile trovare tutto il dettaglio della conversazione nel video

Video

Le prescrizioni sui Pavimenti per Magazzini VNA: con Giovanni Saba e Cristian Pierini

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