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Metodologia di analisi cost-optimal con focus sui sistemi impiantistici

L'analisi è stata sviluppata con l’obiettivo di confrontare le prestazioni energetiche (kWhep/m2) ed economiche (Euro/m2) di diverse configurazioni progettuali comprendenti pacchetti di misure di efficienza energetica, identificando così quella o quelle che ricadono nell’area di cosiddetta ottimalità di costo.

Analisi verso un'ottimalità dei costi

L' ottimalità di costo definita come “il livello di prestazione energetica che porta al costo più basso durante il ciclo di vita economico stimato dell’edificio” è una metodologia che può essere adottata come strumento di supporto alle decisioni, ovvero per guidare le scelte del team di progettazione e della committenza, verso un edificio cosiddetto NZEB.

La metodologia e le sue definizioni

Il concetto di cost-optimality viene introdotto per la prima volta nella Direttiva europea EPBD (Energy performance of Buildings Directive) recast 2010/31/EU come strategia per la determinazione dei livelli di prestazione energetica raggiungibili con criteri di fattibilità economica.

Tale concetto viene mantenuto e rafforzato nelle successive revisioni della direttiva fino alla previsione, contenuta nell’ultima proposta di revisione della EPBD del 2021 ora in fase di discussione, di mantenere la metodologia come elemento fondamentale per la transizione energetica nel settore edilizio aggiornandone alcuni parametri di input al mutato contesto socio-economico e tecnologico.

All’interno del REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 244/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 gennaio 2012 viene descritta la metodologia di calcolo istituendo un quadro procedurale comparativo per il calcolo dei livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli elementi edilizi.

Il quadro metodologico specifica norme per comparare le misure di efficienza energetica, le misure che massimizzano l’energia da fonti rinnovabili e i pacchetti e le varianti di tali misure, sulla base della prestazione energetica (espressa in energia primaria) e del costo globale associato alla loro attuazione (nell’immagine in figura si evidenzia la prospettiva alla base della metodologia che propone di “pesare” gli aspetti tecnico-prestazionali con criteri di fattibilità economica). Stabilisce anche le modalità di applicazione di tali norme a determinati edifici di riferimento al fine di identificare i livelli ottimali in funzione dei costi per la definizione dei requisiti minimi di prestazione energetica a livello di normativa nazionale.

La procedura prevede, per ogni scenario di progettazione energetica, una valutazione dell’indicatore costo globale, inteso come valore attuale netto della somma di tutti i costi di investimento e operativi associati all’implementazione di tali misure in un periodo di calcolo definito nel ciclo di vita utile stimato dell’edificio, tenendo conto dei valori residui dei componenti con durata maggiore rispetto al periodo di analisi.

Il costo globale è determinato sommando i costi attualizzati, con un appropriato tasso di sconto, dei costi di investimento iniziali, dei costi periodici di sostituzione, dei costi annuali di manutenzione e dei costi annuali energetici e sottraendone del valore finale, come mostrato nell’equazione di seguito:


dove
• τ è il periodo di calcolo
• Cg(τ) rappresenta il costo globale riferito all'anno iniziale τ0
• CI è il costo dell'investimento iniziale
• Ca,i (j) è il costo annuale per il componente j all'anno i (compresi i costi di gestione e i costi periodici o di sostituzione)
• Rd (i) è il tasso di sconto per l'anno i
• Vf,τ (j) è il valore finale del componente j alla fine del periodo di calcolo (riferito all’anno iniziale τ0).

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