Coperture | Edilizia | Progettazione
Data Pubblicazione:

Morfologia delle coperture, scelta delle pendenze, geometria delle falde e problemi di tracciamento

In questo articolo vengono analizzate in maniera sintetica le variabili principali per la definizione architettonica e compositiva delle coperture, gli elementi tecnici che permettono di definire correttamente le pendenze delle falde, le metodologie principali di modellazione stereometrica delle coperture in funzione dello smaltimento efficace delle acque meteoriche e alcuni accorgimenti pratici per evitare errori nel tracciamento che possono influenzare la qualità funzionale dei tetti.

Le coperture dal punto di vista architettonico

Quando si pensa al tetto dal punto di vista architettonico, è quasi inevitabile raffigurarlo come una struttura primordiale, accogliente e protettiva che richiama alla memoria la bella e triste immagine di Adamo, appena cacciato dal paradiso, nel tentativo disperato di ricoverarsi dalla pioggia divina, con le mani appoggiate sulla testa che creano le sime di un “tetto” a capanna, immagine egregiamente evocata dall’architetto, storico e urbanista Filarete, nel suo “Trattato di architettura”. Questa funzione prevalentemente protettiva della copertura, ha lentamente plasmato anche la forma, le pendenze e le caratteristiche tecniche dei tetti in vari luoghi e tempi, lungo l’intera storia dell’architettura.
Dal punto di vista architettonico e compositivo, l’approccio concettuale alle coperture degli edifici è prevalentemente di due modalità differenti e, per certi aspetti, contrapposte.

 

La copertura come presenza architettonica

Nel primo caso la copertura costituisce una “quinta facciata” dell’oggetto architettonico ed è un elemento visibile che spesso diventa parte o addirittura il fulcro compositivo dell’intero edificio.

La struttura a falde del tetto è realizzata a partire dalla sua intersezione con le facciate verticali, anzi, spesso diventa la loro continuazione con altri materiali adatti alla funzione protettiva del manto superficiale. In tutti i casi, il tetto rimane visibile e, a volte insieme ai suoi elementi complementari come comignoli, abbaini o prese d’aria moderne, partecipa alla composizione architettonica e rimane quasi sempre visibile all’osservatore.

Questa forte “presenza” architettonica si può notare in coperture molto diverse tra loro: dalla copertura a falda unica che, partendo da terra, nasconde e sostituisce le pareti verticali, diventando “facciata” obliqua, a tetti con falde generosamente ampie e sporgenti dalla sagoma dell’edificio, poste a difesa delle pareti verticali, alle raffinate cupole o le complesse curvature di superfici parametriche dell’architettura odierna.

Lungo l’intera storia dell’architettura mondiale questa impostazione stilistica, combinandosi anche con le texture superficiali e cromatiche dei manti di copertura, ha determinato la nascita e la diffusione di forme, intrecci di falde, volumi e stili che caratterizzano fortemente molti luoghi urbani e generalmente tutti i paesaggi antropizzati. Anche i centri storici italiani con i loro tetti sporgenti in laterizio, sempre visibili da ogni prospettiva, sono uno degli esempi più emblematici di questo approccio semantico che, volente o nolente, costringe ancora oggi progettisti e tecnici a conoscerlo e maneggiarlo, per poter fronteggiare la necessità di intervenire sugli edifici storici o quella di inserire edifici nuovi senza creare fratture architettoniche, cromatiche e materiche con la tradizione.

 

Forte presenza compositiva e architettonica della copertura in edifici di periodi e aree geografiche molto diverse tra loro


La copertura come assenza architettonica

Nel secondo caso la copertura o il tetto rimane una “quinta faccia” nascosta del cubo architettonico primordiale, una parte utile ma fuori dal campo visivo del fruitore della strada, una appendice tecnica del fabbricato che non ha sostanzialmente nulla da offrire alla percezione e alla “bellezza architettonica” degli edifici. In un certo senso, si tratta di un fenomeno “moderno” ma gli esempi abbondano anche nella lunga tradizione architettonica europea fatta di cattedrali, castelli e palazzi, nei quali le strutture a falde tradizionali del tetto sono invisibili e nascoste dall’imponenza delle facciate verticali.

Lo stesso fenomeno avviene anche nel caso delle coperture a falde e piane moderne che “scompaiono” dietro i muri perimetrali prolungati delle facciate che circondando la copertura, formando cosi uno spazio tecnico dove depositare (spesso a casaccio) componenti tecnologici e parti impiantistiche come i condizionatori, le unità di trattamento dell’aria, pannelli fotovoltaici, comignoli, sfiati e botole tecniche. Si tratta di un’idea legata fortemente anche allo sviluppo tecnologico e la nascita di nuovi materiali da costruzione come le guaine, l’acciaio e il cemento armato, che si fa strada negli anni venti del novecento, a partire dalla teorizzazione della copertura piatta di Le Corbusier nella sua opera Urbanism del 1925, dove si esalta il desiderio di linee rette, pulite e ordinate che disegnano lo skyline urbano, al posto delle “deprimenti” e angolose coperture a falde.

Fa parte di questo raggruppamento stilistico anche la casistica delle coperture piane che vengono rese fruibili come terrazze attraverso sistemi a secco di doppia copertura. Anche in questo caso però, nonostante, dal punto di vista architettonico, lo spazio sulla copertura venga utilizzato e valorizzato, il tetto come struttura a falde “scompare” sotto la pavimentazione orizzontale.

 

Tipologie di coperture “nascoste” dalle facciate verticali in edifici di epoche e luoghi differenti


Ovviamente, in tutti e due gli approcci, le caratteristiche tecniche dei tetti e le difficoltà realizzative sono più o meno le stesse e vanno prevalentemente affrontate basandosi sui criteri funzionali come la capacità e la stabilità strutturale, la continuità e l’impermeabilità della superficie in funzione dello smaltimento efficace delle acque, l’isolamento termo-acustico, la ventilazione, lo scambio igrometrico e la qualità/durata nel tempo del manto superficiale.

Probabilmente, l’unica differenza sostanziale che generà anche qualche difficoltà tecnica ulteriore, è che nei tetti “nascosti”, lo schema compositivo per la raccolta e lo smaltimento delle acque, diventando necessariamente più complesso, tende a seguire l’errata logica di una “piscina” impermeabile alle infiltrazioni d’acqua.

Questa impostazione si affida generalmente alla continuità superficiale delle guaine e dei teli incollati o saldati in grado di evitare le infiltrazioni e “tenere” l’acqua, anche quando sono presenti errori grossolani di progettazione o di esecuzione delle falde. Tutto questo, banalmente unito anche alla semplice mancata pulizia delle grondaie e dei punti di scarico, si traduce purtroppo in fenomeni accelerati di degrado e perdita dell’impermeabilità delle coperture che diventano facilmente un colabrodo nell’arco di pochi anni di vita. Le coperture devono essere impermeabili ma non sono piscine.

Che poi, paradossalmente, persino nelle stesse piscine il fondo ha sempre delle pendenze minime e delle falde, progettate per lo svuotamento periodico e costruite con la stessa logica delle coperture classiche.

Tuttavia, la complessità crescente dell’intero pacchetto della copertura negli ultimi anni e l’aumento del numero di vari strati di materiali differenti, assemblati insieme per far fronte a esigenze normative e funzionali sempre più stringenti, non influiscono particolarmente nella progettazione geometrica del tetto e non rendono più complesso il suo tracciamento. La logica della composizione stereometrica o la separazione della superficie in un numero variabile di falde con pendenze prestabilite, rimane fondamentalmente la stessa.

 

L'ARTICOLO CONTINUA 
NEL PDF IN ALLEGATO...

Articolo integrale in PDF

L’articolo nella sua forma integrale è disponibile attraverso il LINK riportato di seguito.
Il file PDF è salvabile e stampabile.

Per scaricare l’articolo devi essere iscritto.

Iscriviti Accedi

Gazmend Llanaj

Architetto e Ingegnere - Responsabile del CPTO presso l’Istituto Professionale Edile di Bologna (IIPLE-CPTO)

Scheda

Coperture

News e approfondimenti tecnici e normativi sulle coperture, con riferimento alle diverse tecnologie e soluzioni applicabili e all’innovazione

Scopri di più

Edilizia

L'edilizia ricomprende tutte quelle attività finalizzate a realizzare, trasformare o demolire un edificio. Essa rappresenta sicuramente uno dei...

Scopri di più

Progettazione

News e approfondimenti riguardanti il tema della progettazione in architettura e ingegneria: gli strumenti di rilievo, di modellazione, di calcolo...

Scopri di più

Leggi anche