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Movimentazione dei carichi sospesi in cantiere: rischi, norme di sicurezza e soluzioni innovative

La movimentazione di carichi sospesi in cantiere comporta rischi elevati (caduta materiali, urti, instabilità). L’articolo esamina questi pericoli, il quadro normativo completo (D.Lgs. 81/08 e norme tecniche), le responsabilità delle diverse figure coinvolte e le tecnologie più avanzate per prevenire gli incidenti.

Sollevamento e movimentazione carichi sospesi in cantiere: serve un approccio ingegneristico

Nei cantieri edili le operazioni di sollevamento e trasporto di carichi sospesi presentano criticità particolarmente rilevanti in termini di sicurezza. Infortuni gravi o mortali possono avvenire sia per caduta dall’alto di materiali sia per schiacciamento o urto durante le manovre di sollevamento.

Secondo le analisi INAIL, le cadute di oggetti dall’alto rappresentano circa il 17% di tutti gli infortuni mortali sul lavoro; oltre un terzo di questi eventi si verifica nel settore costruzioni.

Da qui possiamo dedurre che in un caso su tre il materiale caduto proveniva da macchinari o attrezzature di sollevamento (GRU, PLE, ecc…) ciò fa comprendere l’importanza della prevenzione.

Queste operazioni di movimentazione, particolarmente complesse e spesso sottovalutate, richiedono un rigoroso approccio ingegneristico.

Il punto da cui partire è l’identificazione dei principali rischi associati ai carichi sospesi, garantire il rispetto del quadro normativo (leggi e norme tecniche), definire chiaramente le responsabilità di ciascun ruolo e adottare le migliori tecnologie disponibili per la prevenzione.

 

Principali rischi nella movimentazione di carichi sospesi

Facendo un’analisi puntuale dei rischi questo ci consente di implementare misure di prevenzione e di protezione idonee.

Ad esempio, i pericoli più rilevanti connessi alla movimentazione di carichi sospesi riguardano:

  • la caduta del carico;
  • gli urti e oscillazioni del carico;
  • l'instabilità del mezzo;
  • gli errori umani.

Quello che si può definire il rischio maggiore è la caduta del materiale trasportato dall’alto, dovuto ad esempio a cedimento di funi, accessori di sollevamento o agganci errati. Dalla caduta di un carico ovviamente si generano delle conseguenze gravissime.

Per tali ragioni è fondamentale scegliere in maniera accurata attrezzature di imbracatura adeguate e verificare ogni aggancio prima di sollevare un carico, senza che questo venga mai lasciato incustodito.

Nelle fasi di sollevamento vi è la probabilità di generare urti e oscillazioni del carico.

Lo spostamento di un carico sospeso può oscillare colpendo persone, strutture o altre attrezzature.

Per ridurre e mitigare questo rischio è indispensabile un’imbracatura corretta (con baricentro bilanciato del carico) e l’uso di funi guida (tag line), nonché un’attenta coordinazione tra operatore gruista e segnalatore a terra.

 

Sollevamento dei carichi in cantiere: principali sistemi utilizzati
Figura 1 – Principali sistemi utilizzati in cantiere per il sollevamento dei carichi. (© Dario Pio Mancino)

 

In caso di errato utilizzo delle attrezzature di sollevamento o condizioni ambientali non idonee allo svolgimento di determinate attività vi possono essere delle problematiche correlate alla stabilità del mezzo di sollevamento (gru a torre, autogrù, ecc.).

Sollevare un carico oltre la portata nominale, errata configurazione della gru (es. braccio troppo sfilato senza adeguata zavorra) o dei cedimenti del suolo possono portare al collasso o ribaltamento.

Monitorare costantemente i venti è un altro aspetto fondamentale. Basta leggere i manuali di suo e manutenzione dei mezzi o la normativa per comprendere che bisogna assolutamente sospendere l’uso di gru e apparecchi di sollevamento all’aperto quando le condizioni meteo diventano critiche. L’istallazione di un adeguato anemometro e di dispositivi di blocco intervengono quando si superano soglie di vento sicure. La migliore forma di prevenzione è la pianificazione.

Analizzando con attenzione il centro di gravità del carico, la portanza del terreno, le interferenze e le condizioni climatiche ci consente di prevenire questo tipo di incidente.

Molti incidenti con carichi sospesi vedono tra le cause concause comportamenti errati o procedure inadeguate, come l’uso di golfari sottodimensionati o funi fissate male.

 

Sollevamento dei carichi in cantiere: schema interferenza tra gru
Figura 2 – Interferenza tra gru (© Dario Pio Mancino)

 

Mi è capitato di osservare direttamente una situazione critica in cantiere: l’uso scorretto dell’imbracatura e la presenza ravvicinata di un operatore durante il sollevamento hanno determinato il cedimento improvviso di un golfare, con conseguente basculamento del carico e impatto sull’area di lavoro. È in scenari come questi che si coglie l’importanza della formazione e addestramento sul campo per gruisti e imbragatori. Solo attraverso l’addestramento mirato e la definizione puntuale delle procedure operative – come l’elaborazione di un piano di sollevamento – è possibile ridurre il margine di errore individuale e garantire manovre standardizzate, sicure e replicabili.

 

Schema operativo di verifica con mezzo di sollevamento mobile
Schema operativo di verifica con mezzo di sollevamento mobile. (© Dario Pio Mancino)

 

Quadro normativo: leggi e norme tecniche di riferimento

 

Il D.Lgs. 81/2008 e D.Lgs. 17/2010

Il riferimento principale per la sicurezza nelle operazioni di movimentazione dei carichi sospesi è il D.Lgs. 81/2008 , noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro.

In particolare, il Titolo III del decreto disciplina l’uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, imponendo specifici obblighi al datore di lavoro:

  • Art. 71: obbliga il datore di lavoro a mettere a disposizione attrezzature conformi e idonee, a garantirne la manutenzione e a sottoporle a verifiche periodiche;
  • Art. 72 e 73: stabiliscono che l’uso delle attrezzature di sollevamento sia riservato a lavoratori adeguatamente formati e addestrati, secondo percorsi specifici.

Particolarmente rilevante per la movimentazione dei carichi sospesi è anche l’Allegato VI del decreto, che contiene indicazioni operative per l’uso sicuro delle attrezzature di sollevamento. Tra le prescrizioni principali, si evidenzia il divieto assoluto di passaggio o sosta di persone sotto carichi sospesi, nonché il divieto di sollevare persone con mezzi non progettati espressamente per tale scopo.

Accanto al Testo Unico, un altro importante riferimento è il D.Lgs. 17/2010 , che recepisce in Italia la Direttiva Macchine 2006/42/CE. Questo decreto si applica alla progettazione, costruzione, immissione sul mercato e messa in servizio delle macchine, comprese quelle per il sollevamento di carichi. Esso impone requisiti essenziali di sicurezza e salute (RES) da rispettare sin dalla fase di progettazione.

  

Le norme tecniche di riferimento (UNI, ISO, EN)

Oltre alla normativa cogente, la movimentazione di carichi sospesi deve avvenire nel rispetto di precise norme tecniche volontarie, che forniscono criteri di progettazione, costruzione, utilizzo e controllo delle attrezzature di sollevamento.

Tra le principali norme tecniche si segnalano:

  • UNI ISO 12480-1:2024 - Apparecchi di sollevamento - Uso sicuro - Parte 1: Generalità
    Fornisce indicazioni per l’uso sicuro delle gru e la corretta gestione delle operazioni di sollevamento, con particolare attenzione ai carichi sospesi, ai segnali manuali e alla comunicazione tra operatori.
  • UNI EN 14492-2:2009 Apparecchi di sollevamento - Argani e paranchi motorizzati - Parte 2: Paranchi motorizzati
    Definisce i requisiti di sicurezza per la progettazione e l’uso di paranchi elettrici e argani impiegati per il sollevamento verticale di carichi.
  • Serie UNI EN 1492 / EN 818 / EN 1677 – Imbracature e accessori di sollevamento
    • EN 1492-1 e EN 1492-2 : riguardano le fasce di sollevamento in fibre sintetiche.
    • EN 818-4 : specifica le caratteristiche delle catene di sollevamento di grado 8.
    • EN 1677 : descrive gli accessori per catene come ganci, maglie di collegamento e anelli di sollevamento.

Queste norme tecniche costituiscono un riferimento essenziale non solo per i fabbricanti di attrezzature, ma anche per i datori di lavoro, i tecnici della sicurezza e i responsabili di cantiere chiamati a gestire le operazioni di sollevamento in condizioni di sicurezza e conformità.

 

Altri riferimenti pratici e normativi

  • Linee guida INAIL – Documento tecnico per la movimentazione manuale e meccanica dei carichi.
  • Manuali d’uso e manutenzione dei costruttori di attrezzature di sollevamento: obbligatori per l’impiego corretto.
  • Registro delle verifiche periodiche (Art. 71 D.Lgs. 81/08): gli apparecchi di sollevamento devono essere sottoposti a verifiche periodiche obbligatorie da parte di soggetti abilitati.

 

Responsabilità delle figure coinvolte

La movimentazione dei carichi sospesi in cantiere rappresenta una delle fasi più delicate dell’intero processo costruttivo, tanto da richiedere non solo il rispetto rigoroso delle normative, ma anche una piena consapevolezza delle responsabilità operative da parte di tutti gli attori coinvolti. Nella mia esperienza diretta, ho potuto constatare che la sicurezza reale nasce solo quando la teoria incontra la pratica, e la norma si trasforma in comportamento coerente e condiviso.

 

Figura 4 – Schema esemplificativo delle disposizioni del punto 5.3.1 dell’Allegato II del D.M. 11 aprile 2011 - Fonte: Procedura INAIL – “La progettazione della sicurezza nel cantiere”

 

In ogni contesto operativo in cui ho avuto modo di intervenire, ho imparato che il primo presidio di sicurezza non è la gru, né il gancio, né tantomeno un sistema di monitoraggio: è l’azione pianificata del datore di lavoro. È sua la responsabilità primaria di costruire un contesto operativo in cui ogni sollevamento venga affrontato come un’operazione ad alto rischio, non come una routine da sbrigare. Egli deve prevedere procedure, istruzioni operative, risorse, strumenti e dispositivi idonei a scongiurare ogni possibile incidente: dalla scelta dell’attrezzatura al suo corretto mantenimento, fino alla formazione mirata di ogni operatore, nulla può essere lasciato al caso, né improvvisato.

In parallelo, fondamentale è il ruolo del Servizio di Prevenzione e Protezione: non un mero supporto tecnico, ma una cabina di regia per l’analisi preventiva e la pianificazione.

Noi RSPP dobbiamo essere capaci di trasformare ogni check-list in uno strumento strategico, affinando continuamente il Documento di Valutazione dei Rischi per includere le variabili più critiche della movimentazione sospesa. Ma tutto ciò resterebbe sterile se non vi fosse il supporto del Coordinatore per la Sicurezza, tanto in fase di progettazione quanto in quella di esecuzione.

Nel dialogo progettuale, infatti, il CSP ha spesso svolto una funzione chiave nell’intercettare le interferenze tra macchine di sollevamento e altri lavori in quota, prevedendo nel PSC linee guida operative che, se applicate correttamente, hanno fatto la differenza tra il rischio latente e la gestione controllata.

In cantiere, invece, il CSE ha rappresentato quel filtro cruciale tra il progetto e la realtà, osservando, correggendo, sospendendo se necessario. Ho assistito personalmente a momenti in cui un suo intervento tempestivo – magari su una manovra effettuata fuori dalla finestra temporale autorizzata – ha evitato incidenti potenzialmente gravi.

Difatti se queste figure agiscono “a monte”, è sul campo che si gioca la partita più pericolosa e al tempo stesso più decisiva. In questo contesto, il preposto è – e deve essere – la figura chiave. Egli non osserva da lontano, ma vive il rischio in tempo reale: condivide lo spazio con gli operatori, ne percepisce la stanchezza, ne coglie gli automatismi errati e interviene. Nella mia pratica quotidiana ho potuto notare quanto sia determinante la prontezza del preposto nell’interrompere una manovra non sicura o nel richiamare un lavoratore che si avvicina inopportunamente a un carico in sospensione. Senza questa vigilanza costante, anche la migliore delle pianificazioni può fallire.

L’operatore, infine, è colui che trasforma il progetto in azione. La sua è una responsabilità che non può essere sottovalutata, perché ogni gesto – dal controllo pre-operativo alla gestione della visibilità del carico, dal rispetto della velocità di manovra fino al coordinamento con il segnalatore – può avere conseguenze dirette sull’incolumità propria e altrui. In tanti anni di lavoro in cantiere, ho compreso che la competenza tecnica non basta: serve consapevolezza, rigore e la capacità di dire “no” anche quando si è sotto pressione. Un bravo gruista è colui che rifiuta di sollevare un carico se ha anche solo il sospetto che l’imbracatura non sia corretta. È colui che interrompe l’operazione se un lavoratore non autorizzato entra nell’area di manovra.

Ecco perché, quando affronto il tema della sicurezza nei sollevamenti, insisto sempre su un approccio sistemico, in cui ogni figura sia parte attiva di un processo coordinato e non una semplice rotella ingranata. La responsabilità non si delega, si esercita. E solo quando ciascun soggetto – dal datore di lavoro fino all’ultimo degli operatori – percepisce che il proprio ruolo è essenziale, si può dire di aver davvero avviato una cultura della sicurezza.

Perché è nei dettagli – nei DPI indossati correttamente, nelle segnalazioni fatte col tempo giusto, nella verifica attenta di un golfare – che si gioca la differenza tra un’operazione ben riuscita e un potenziale incidente. E quando un carico oscilla sospeso nell’aria, non basta la legge serve coscienza, formazione continua e quella professionalità silenziosa che, giorno dopo giorno, rende ogni cantiere un luogo sicuro e degno del nostro lavoro.

 

[...] CONTINUA LA LETTURA NEL PDF IN ALLEGATO.

L’articolo prosegue illustrando alcune tra le tecnologie e i dispositivi più innovativi per prevenire gli incidenti in cantiere. Oggi è possibile sollevare carichi in sicurezza grazie a soluzioni intelligenti: sistemi anticollisione, gru dotate di sensori digitali, ganci a distanza, geofencing e molto altro. 

Articolo integrale in PDF

L’articolo nella sua forma integrale è disponibile attraverso il LINK riportato di seguito.
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