Muratura | Laterizi
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Murature in laterizio: dalla corretta posa in opera agli errori da evitare nel faccia a vista

Quali sono le regole da rispettare per la corretta posa dei laterizi nelle murature? Come si realizza un muro faccia a vista a regola d'arte e come scegliere la malta più adatta?

In questa intervista l'Architetto e Ingegnere Gazmend Llanaj, responsabile del CPTO presso l’Istituto Professionale Edile di Bologna (IIPLE-CPTO), descrive quali sono gli errori da evitare quando si costruisce con il laterizio, evidenziando anche come garantire maggior durabilità alle opere e svelando alcune novità del settore: dall'uso della stampa 3D per creare pezzi speciali, all'impiego di microsensori a tempo inseriti all’interno dei mattoni o mescolati con l’impasto di argilla.

 

La corretta posa delle murature strutturali e di tamponamento 

Architetto Llanaj, da tanti anni si occupa di formazione nell’ambito edile, può spiegarci qual è la corretta posa in opera delle murature strutturali e di tamponamento?


«La corretta posa dei laterizi nelle murature parte sempre da una regola base molto semplice: “non fare sorelle”; in sostanza non bisogna mai mettere due mattoni uno sull’altro, per evitare in questo modo la formazione di giunti verticali continui. La maggior parte degli errori di posa, infatti, dipende proprio dal mancato rispetto di questo criterio. È fondamentale “tessere” le strutture murarie in modo tale che i mattoni siano sfalsati, così da garantire un comportamento unitario e una maggiore resistenza sia in caso di assestamenti naturali del fabbricato sia in caso di movimenti sismici. La stessa normativa, nel caso delle murature portanti, prevede che ci sia almeno un quarto di sovrapposizione tra un mattone e l’altro».

 

Apparentemente sembra una regola semplice ed elementare, qual è la difficoltà?

«Finché si tratta di pareti monostrato in mattoni, quindi di murature a una testa (nel gergo del cantiere ci si riferisce alla larghezza dei mattoni comuni di circa 12 cm), l’applicazione della regola è abbastanza semplice. Le difficoltà di una tessitura corretta crescono progressivamente nelle murature a più teste e quando bisogna garantire la connessione tra i pezzi anche negli angoli degli edifici o in presenza di interruzioni come quelle per porte, finestre, architravi, davanzali ecc. Si tratta di tutta una serie di particolari costruttivi che rendono più complessa la soluzione pratica. Non a caso, le esperienze storiche nell’utilizzo dei mattoni tradizionali hanno progressivamente portato alla modularità dimensionale: basti considerare il mattone pieno UNI, le cui misure consentono di utilizzarlo in tutte e tre le dimensioni per riuscire a creare tessiture e particolari costruttivi complessi».

 

Realizzare una muratura faccia a vista a regola d'arte 

Quali sono gli errori da evitare nella realizzazione della muratura faccia a vista?


«La muratura faccia a vista rappresenta il top delle possibilità costruttive che il laterizio offre, significa nobilitare il materiale conferendogli la massima esaltazione estetica. Tuttavia richiede che si lavori con grande attenzione e in modo “pulito” evitando, ad esempio, di sporcare i mattoni durante la posa con la malta, impedendo la penetrazione del legante nei pori del laterizio. La precisione geometrica, la stuccatura corretta e la pulizia superficiale dei mattoni sono fondamentali nelle murature faccia a vista, perché anche un occhio poco esperto si accorge facilmente di eventuali errori di posa o difetti estetici. Si dovranno quindi evitare: tessiture irregolari e improvvisate, il cambio di dosaggio o degli ingredienti della malta durante la lavorazione, le irregolarità dimensionali delle fughe, la scarsa e incompleta pulizia dei mattoni, la presenza di efflorescenze, eccessive differenze cromatiche dei laterizi causate dalla mancata mescolanza dei pezzi prelevati dagli stessi bancali. In compenso se costruito “a regola d’arte”, il muro a vista rimane sempre, una tipologia di facciata con un’elevata resa estetica».

 

Tecniche per garantire la durabilità del laterizio come rivestimento delle facciate 

Oggi sempre più spesso il laterizio viene utilizzato come “una pelle” ricorrendo all’uso del faccia a vista. Secondo la sua esperienza, quali sono gli errori da non fare (o quelli più comuni) per garantire la durabilità di questo materiale come rivestimento degli edifici?

«Negli ultimi anni, con la necessità di soddisfare i requisiti della normativa sul risparmio energetico, è cresciuta l’attenzione nei confronti delle prestazioni termiche del laterizio. Si assiste al progressivo sviluppo dei blocchi alveolati e microporizzati che si utilizzano in murature monostrato in grado di far fronte contemporaneamente a necessità strutturali e termoacustiche. Dall’altro lato assistiamo a un processo di “assottigliamento” dei paramenti esterni in laterizio che nelle pareti multistrato si trasformano in una sorta di pelle esterna dell’edificio. Il mercato si è adeguato producendo mattoni per muri faccia a vista di spessore ridotto: dai 12 centimetri della “testa” di un mattone UNI si arriva a dieci e otto centimetri, fino a trasformarsi in veri e propri listelli di uno o due centimetri di spessore. Questi ultimi possono essere incollati come semplici “piastrelle” oppure nella versione più moderna, possono essere montati a secco nella struttura metallica di una facciata ventilata. Gli errori tipici che si notano spesso nella progettazione e nella posa dei rivestimenti in laterizio esterno di questo tipo sono: la mancanza di protezione della parte bassa della facciata dall’acqua piovana di rimbalzo (assenza di zoccolatura protettiva), assenza di protezioni adeguate delle parti perimetrali e degli spigoli vivi di muratura ottenuti con mattoni tagliati “a spicchio”, mancata progettazione dei particolari costruttivi attorno alle aperture come davanzali o protezioni sufficienti nella parte superiore dei fabbricati ecc.».

 

Murature in laterizio: dalla corretta posa in opera agli errori da evitare nel faccia a vista
Fig. 1 - Errata progettazione della tessitura con giunto verticale continuo
Fig. 2 - Degrado per mancanza di protezione dall'acqua piovana di rimbalzo (zoccolatura assente) e spigolo vivo 

 

Esempi di errata progettazione delle murature
Fig. 3 - Degrado della facciata per errata progettazione del becco di scarico dell'acqua piovana
Fig. 4 - Degrado e sfaldamento dei mattoni per continuo ristagno dell'acqua piovana

 

I pezzi speciali in laterizio

Cosa sono i pezzi speciali? E quali attenzioni occorre avere in questo contesto?


«Oltre ai mattoni che appartengono a una tradizione millenaria, come quello sesquipedale o manubriato o ai mattoni “modulari” che, grazie alle loro proporzioni, offrono maggiori possibilità di tessitura muraria, esistono anche i cosiddetti pezzi speciali. Questi laterizi sono elementi complementari ideali per interventi in edifici in cui si vuole garantire una maggiore durata nel tempo e una corretta tessitura nonostante la presenza di angoli irregolari oppure elementi architettonici di forma complessa come davanzali, cornici marcapiano, archi, architravi oppure colonne che richiedono l’impiego di pezzi realizzati ad hoc. Basti pensare agli archi in mattoni che si vogliono lasciare a vista o alle colonne in cemento armato rivestite con il laterizio. I pezzi speciali ovviamente hanno un costo maggiore, ma ne vale sempre la pena nell’economia complessiva di un’opera edile. Il grande vantaggio di questi materiali è che si possono addirittura progettare su misura a seconda delle esigenze, commissionandone la produzione alle fornaci anche in modiche quantità. In questo contesto si deve fare molta attenzione alle differenze cromatiche dei pezzi speciali in rapporto ai mattoni semplici con i quali verranno “tessuti” nella struttura muraria».

 

gazmend_murature_laterizio_03.jpgFig. 5 - Muratura ad angolo smussato con l'impiego di pezzi speciali

 

La malta più adatta per le murature 

Nella realizzazione di una muratura hanno un ruolo importante anche le malte. Quali sono le tipologie di malta per le murature? Parlando invece dei giunti di malta, meglio quello continuo o quello interrotto?



«Se parliamo di una muratura strutturale e quindi portante, diventa fondamentale la resistenza a compressione finale della malta che appunto serve a realizzare il letto di appoggio dei mattoni o blocchi di laterizio. Oggi sempre più spesso si utilizzano malte premiscelate che garantiscono tale resistenza, evitando così di dosare le componenti in cantiere con il rischio di essere approssimativi. Il mercato offre una vasta gamma di prodotti premiscelati a “prestazione garantita” M5, M10, M15 e cosi via. La classe della malta definita da questa sigla, costituita dalla lettera M seguita da un numero, indica la resistenza fm espressa in N/mm². Le difficoltà maggiori con le malte si riscontrano nelle murature faccia a vista che non sono soggette a prescrizioni particolari di tipo strutturale e dove, essendo il giunto di malta ben visibile, occorre una maggior attenzione anche agli aspetti estetici. La malta deve avere una composizione sempre uguale quando si tratta di impasti a composizione prescritta, altrimenti la facciata diventerà una specie di pigiama in cui si notano macchie di diverso colore o granulometria degli inerti. L’ultimo accorgimento riguarda la posa e la gestione dei giunti di malta che hanno una funzione strutturale e di tenuta. Nella muratura tradizionale erano previsti sia orizzontalmente sia verticalmente, oggi invece, con l’utilizzo dei blocchi in laterizio, spesso anche alleggerito per murature portanti e qualche volta armate, la malta rimane fondamentale soprattutto negli strati orizzontali. Verticalmente può anche non essere prevista perché i blocchi vengono incastrati tra loro. Infine, sempre nel caso della muratura a vista, un errore frequente commesso dai posatori è quello in cui la malta viene applicata solo nell’angolo del giunto verticale senza riempire lo spazio tra i due mattoni testa a testa che di conseguenza dietro rimane vuoto. Anche in questo caso il ruolo del direttore lavori è fondamentale per evitare che succeda».

 

Il ruolo del progettista, del direttore lavori e del collaudatore



Per garantire un’opera edilizia durabile occorre che tutte le figure del processo edilizio svolgano bene i propri compiti. Al fine di una corretta esecuzione delle murature, cosa è necessario che il progettista prescriva? Che ruolo ha invece il direttore dei lavori e il collaudatore?


«Ritengo che la durabilità di un edificio sia data soprattutto da una cura maniacale dei dettagli e dei particolari costruttivi a cui il progettista deve pensare fin dall’inizio. Spesso però accade che vengano trascurati e il muratore si ritrovi solo in cantiere a risolvere eventuali passaggi critici. Se è bravo e ha le giuste conoscenze, saprà creare una tessitura regolare, giocando con le fughe ed evitando di tagliare i mattoni a due/tre centimetri nelle spallette di una finestra o di una porta. È quindi fondamentale che il progettista riesca a definire ed elaborare un vero progetto esecutivo, cosa che purtroppo avviene raramente, invece di fornire progetti di massima o incompleti; progetti esecutivi quindi, con il maggior numero possibile di dettagli costruttivi e indicazioni sulle tessiture da realizzare. Inoltre, anche il Direttore dei Lavori dovrà fornire i necessari chiarimenti e le modifiche di volta in volta rese indispensabili per superare le incongruenze tra progetto e situazioni reali in cantiere. Spesso, durante la mia attività professionale, mi è capitato di incontrare in cantiere tecnici che non avevano la minima idea di come guidare e assistere le maestranze nelle situazioni in cui dovevano risolvere problemi anche semplici di tessiture murarie senza incorrere nel tipico errore delle “pietre sorelle”. Il ruolo del collaudatore invece, in questo contesto è relativamente marginale se escludiamo le murature che hanno anche una funzione statica o strutturale. In tutti i casi, chi controlla e assevera i lavori svolti, dovrà fare attenzione alla verifica documentale delle schede tecniche e di sicurezza dei materiali utilizzati come il laterizio, le malte e le eventuali finiture superficiali».  

 

Ristrutturare e adeguare gli edifici in muratura 


Oggi sempre più spesso, negli edifici di nuova costruzione, l’involucro e le partizioni interne vengono realizzate in pareti monostrato costruite con blocchi di laterizio alveolato o forati leggeri di media dimensione. Tuttavia, gli interventi sull’esistente rimangono all’ordine del giorno e quindi saper “mettere mano” sulle murature “tradizionali” richiede conoscenze e competenze differenti. Può darci qualche consiglio su come operare al meglio sull’esistente?


«Il nostro Paese è ricco di edifici realizzati in muratura tradizionale e le necessità odierne di isolamento termico, miglioramento energetico e sismico degli edifici o adeguamento funzionale degli spazi, richiedono una grande conoscenza delle murature da parte dei professionisti. È quindi importante sapere com’è fatto un angolo, conoscere le tessiture tradizionali e le regole di posa del laterizio per effettuare una corretta tecnica di cuci e scuci e di ripristino di una parete, a esempio, lesionata a causa di un terremoto. Questo significa lavorare adattando l’impostazione concettuale e le modalità di intervento a quelle delle tessiture tradizionali. Un esempio significativo che posso citare in questo ambito, è quello degli interventi su edifici residenziali multipiano realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta con mattoni bolognesi (28x13,5x6,5 cm) dove spesso s'incontrano pareti portanti realizzate con spessori di una sola testa di mattone (13 cm + intonaco sulle due facce). Per poter intervenire correttamente su queste murature è necessaria la competenza storico-architettonica del progettista ma anche la competenza del mastro muratore che dovrà intervenire sulla muratura sostituendone dei pezzi, realizzando aperture per porte, innestare nuovi elementi e collegamenti, eseguire le tracce per gli impianti ecc». 

 

Il laterizio e la compatibilità con materiali diversi

Il laterizio è un elemento che fa parte della storia delle nostre costruzioni e porta con se alcune regole spesso dimenticate. Ad esempio, pensiamo al tema della compatibilità dei materiali. A cosa si deve fare attenzione?



«Gli aspetti più rilevanti di cui bisogna tener conto, oltre a quello strutturale, sono tanti e tra questi per esempio c’è quello della dilatazione termica dei materiali. Nei casi in cui il laterizio viene utilizzato per realizzare l’involucro o il rivestimento delle strutture in cemento armato, occorre un’attenta progettazione dei punti e delle linee di contatto tra i due materiali. È essenziale che siano previsti giunti di dilatazione strutturali e di spostamento, ma la stessa attenzione va posta su tutti gli altri punti nei quali sono presenti più materiali ed è il caso degli architravi di porte e finestre, generalmente in acciaio o in calcestruzzo».

 

Edifici in cemento armato con tamponature in laterizio: l'esecuzione del rapporto muro-telaio 



Uno dei punti critici degli edifici in cemento armato con tamponature in laterizio è il rapporto muro-telaio in c a. Puoi illustrarci la corretta esecuzione di questo punto della struttura?



«Tra le soluzioni possibili, le tecniche più utilizzate sono prevalentemente due: una è quella di rivestire l’edificio con il laterizio, ciò significa che i pilastri, la struttura e lo scheletro sono interni e questo conferisce continuità alle murature garantendo maggiore stabilità e una tenuta termica più uniforme. L’altra scelta, più diffusa nella pratica edilizia, è quella di una struttura o meglio di un telaio in cemento armato e di una muratura di tamponamento. Questo sistema tuttavia, necessita di alcuni accorgimenti, infatti, in caso di terremoto (come avvenuto in tanti edifici durante il sisma del 2012 in Emilia) la parte in muratura tende a essere “espulsa” dalla cornice in cemento armato che invece rimane intatta. Per ovviare a questo fenomeno sono state brevettate tecniche particolari che utilizzano dei cuscinetti elastici tra la struttura rigida in cemento armato e la muratura di tamponamento. Nel dettaglio s’inseriscono strati di gomma che fungono da cuscino ed evitano l’effetto di martellamento laterale tra la muratura e il telaio. Infine, una terza alternativa, è quella delle facciate ventilate con il rivestimento esterno in laterizio. La facciata viene montata in maniera meccanica ed è importante garantire una disconnessione tra i due strati».

 

Stampa 3D, sensori, materiali termoisolanti e facciate ventilate: le novità nel mondo del laterizio


Quali sono le principali innovazioni in questo settore?


«Il mondo dei laterizi si evolve in molte direzioni. Tra le principali novità vi è l’inserimento di materiali termoisolanti all’interno dei fori nei blocchi di laterizio alveolato. In termini di prestazioni termiche, la differenza con i blocchi alveolati tradizionali dove i fori rimangono vuoti, è minima e il comportamento termico è quasi uguale ma il vantaggio è quello di non vanificare l’effetto termoisolante dei blocchi con quantità notevoli di malta che penetra nei fori stessi durante la posa. Generalmente si utilizzano polistirolo, lana di roccia, lana di vetro, oppure perlite. In sostanza, si tratta di un sistema semplice che permette di evitare la realizzazione dei cappotti termici, a parità di prestazioni termiche complessive dell’involucro».

«Negli ultimi anni si pone sempre più attenzione alle prestazioni termiche estive delle pareti esterne. Per questo motivo le facciate ventilate, che permettono una migliore protezione estiva dell’involucro, cominciano a essere sempre più presenti nell’architettura dei territori che sono caratterizzati da un tipico clima mediterraneo. Il laterizio con la sua grande capacità di adeguamento funzionale e versatilità di utilizzo, si presta bene anche nella realizzazione di questi sistemi a secco, basati sull’assemblaggio ed il fissaggio meccanico degli elementi. A questo proposito, all’Istituto Edile di Bologna, in collaborazione con la IBL spa, abbiamo sperimentato e messo a punto un sistema di facciata ventilata con listelli di laterizio pre assemblati in pannelli sottili di impasto cementizio armati con rete metallica. Il risultato è un pannello di soli tre centimetri che, applicato alla facciata ventilata, ha una resa estetica tipica della tessitura tradizionale ma che viene montato completamente a secco, agganciandolo con quattro piccole staffe alla struttura metallica della facciata e che può essere facilmente rimoso e sostituito in ogni momento». 

 

Facciata ventilata con listelli di laterizio pre assemblatiFig. 6 - Sistema antisismico con inserti di materiale elastico tra il telaio in ca e la muratura di tamponamento
Fig. 7 - Utilizzo dei listelli di laterizio come rivestimento di facciata ventilata

 

Un’altra vera innovazione nel settore è rappresentata dalla tecnologia di stampa 3D dei laterizi che permette di realizzare mattoni con un’elevata resa estetica e dalle forme e dimensioni più svariate, inclusi i cosiddetti pezzi speciali. Il vantaggio enorme che presenta la stampa 3D consiste nel fatto che gli stessi mattoni possono essere liberamente modellati al computer, scegliendo trame e forme complesse, stampando anche in serie elementi tutti differenti uno dall’altro che successivamente si possono comporre in un puzzle. Il costo dei pezzi rimane invariato indipendentemente dalla complessità formale grazie alla tecnica di produzione. L’introduzione della stampa 3D nella produzione dei laterizi sta portando ancheun utilizzo “decorativo” dei mattoni in rivestimenti interni di grande effetto plastico chiaroscurale. 

 

gazmend_murature_laterizio_05.jpgFig. 8 - Esempi di tessiture decorative complesse con l'utlizzo dei mattoni stampati in 3D

 

Una recentissima novità è costituita anche dalla progettazione e realizzazione di mattoni ed elementi in ceramica dotati di microsensori a tempo, inseriti all’interno dei pezzi o addirittura mescolati con l’impasto di argilla nella fase di produzione. L’inserimento di sensori, anche biodegradabili, all’interno del blocco in laterizio consente di gestire e monitorare in tempo reale l’edificio, fornendo continuamente dati ambientali come la temperatura, l’umidità, i micromovimenti o altri parametri di comportamento strutturale. Il controllo dei parametri ambientali e termoigrometrici, nonché del comportamento strutturale, si unisce in questo modo al crescente processo di digitalizzazione dell’edilizia che include ormai sistemi e componenti sempre più interconnessi in una logica di IoT. I laterizi di questa nuova generazione, contribuiranno probabilmente allo sviluppo complessivo dei “gemelli digitali” di edifici reali, in grado di ottimizzare la gestione, la manutenzione e l’intero ciclo di vita delle costruzioni».

 

Laterizi stampati in 3DFig. 9 - Mattoni di forma complessa stampati in 3D che diventano pezzi speciali unici 

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