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Stretta sui bonus edilizi, Federcostruzioni chiede misure concrete di politica industriale

Federcostruzioni evidenzia la necessità di politiche industriali concrete per sostenere la competitività del settore delle costruzioni in Italia e all'estero, data la persistente incertezza economica e normativa. Le previsioni per il 2024 indicano un contesto instabile, con il settore delle costruzioni che rimane cruciale per la crescita economica, ma con sfide legate all'inflazione, alla politica monetaria e al cambiamento climatico.

PIL 2023: le stime Istat prevedono una crescita dello 0.9%

In occasione della conferenza stampa Saie, Fiera delle Costruzioni che si terrà a Bologna dal 9 al 12 ottobre di quest’anno, Federcostruzioni ha fotografato e commentato l’andamento del settore che merita e ha necessità di “una serie di misure concrete di politica industriale, per sostenere la competitività della filiera delle costruzioni in Italia e all’estero, e permettere al Paese di rispettare gli impegni internazionali ed europei sul clima”. Vediamo in dettaglio i dati.

 Secondo le stime dell'Istat, nel 2023 l'Italia ha registrato una crescita del PIL del +0,9%, confermando le incertezze che permeano il panorama economico nazionale.

Le previsioni per il 2024 sono ancora avvolte da un velo di incertezza, tuttavia, potrebbero beneficiare di un ritorno dell'inflazione a livelli più bassi del previsto. Ciò potrebbe spingere la Banca Centrale Europea a ridurre i tassi di interesse, fornendo un certo margine per mantenere stabili i consumi e gli investimenti. Tuttavia, le recenti mosse normative del governo, soprattutto riguardo ai bonus fiscali, sollevano interrogativi e preoccupazioni. L'eliminazione della possibilità di utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura per le nuove operazioni potrebbe colpire soprattutto le fasce più deboli della popolazione.

 

(Crediti: Federcostruzioni)

   

Il costo dell'energia, che ha un impatto significativo sulla filiera manifatturiera e edilizia, presenta variazioni rilevanti. Mentre il prezzo del gas si mantiene relativamente stabile, l'energia elettrica registra un calo nei prezzi, sebbene l'Italia rimanga sopra la media europea. La direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) avrà un impatto notevole sul settore delle costruzioni in Italia, poiché la maggior parte degli edifici esistenti non è in grado di soddisfare gli standard energetici richiesti.

Il settore delle costruzioni si attesta su una linea di crescita modesta, con una previsione di incremento della produzione del 3% nel 2023, confermando i valori raggiunti nel 2022. Tuttavia, le prospettive per il 2024 sono meno rosee, con una prevista flessione degli investimenti del 7%, secondo le stime del Centro Studi Ance e Angaisa.

 

(Crediti: Federcostruzioni)

 

Nonostante gli sforzi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che destina una percentuale significativa della spesa totale al settore delle costruzioni, inclusi incentivi come il Superbonus 110%, il settore si prepara ad affrontare sfide significative nel prossimo futuro.

La necessità di adottare misure concrete di politica industriale diventa imperativa per sostenere la competitività della filiera delle costruzioni sia a livello nazionale che internazionale, e per consentire all'Italia di rispettare gli impegni in materia di cambiamento climatico, sia a livello internazionale che europeo.

Paola Marone, Presidente di Federcostruzioni, presentando i dati alla conferenza stampa Saie, ha commentato: "il Governo ci lascia sconcertati dall’ultimo cambiamento normativo in materia di bonus fiscali. Nella valutazione delle informazioni pervenute, in attesa del testo normativo definitivo, pare sia eliminata la possibilità, per le nuove operazioni, di utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura nei casi in cui oggi è ancora consentita. In ogni caso, tale eliminazione non ha effetti retroattivi. Queste modifiche, se confermate, rischiano di destabilizzare ulteriormente il mercato già in affanno, inasprendo la situazione dei crediti incagliati e non tutelando le fasce deboli e abbandonando le imprese a nuove incertezze economiche, con rischio di chiusure e perdita dei posti di lavoro, come testimoniano dati convergenti da diversi settori della filiera e indicati nell’anticipazione del Rapporto annuale Federcostruzioni.

Federcostruzioni reputa quindi necessarie una serie di misure concrete di politica industriale, per sostenere la competitività della filiera delle costruzioni in Italia e all’estero, e permettere al Paese di rispettare gli impegni internazionali ed europei sul clima. Serve urgentemente un sistema di incentivi accessibili alle famiglie con la cessione dei crediti almeno per i redditi bassi, una visione complessiva e un sostegno pubblico adeguato per la filiera industriale delle costruzioni per la promozione degli investimenti per la transizione verde e la riduzione delle emissioni di CO2, il rafforzamento del meccanismo di adeguamento CBAM (Carbon Border Adjustment) rafforzando la sua efficacia di difesa delle produzioni europee e la rapida attuazione dell’energy release e gas release, una maggiore concorrenza nei servizi di ingegneria abbassando la soglia per gli affidamenti diretti».

 

IN ALLEGATO LA NOTA INTEGRALE DI FEDERCOSTRUZIONI. 

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