Restauro e Conservazione | Architettura | Materiali e Tecniche Costruttive
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Taliesin West di Frank Lloyd Wright: conservare un’architettura nel deserto con approccio "Learning by Doing"

Come si può conservare un’architettura immersa in un ambiente ostile come il deserto? Taliesin West, capolavoro di architettura organica firmato Frank Lloyd Wright, offre una risposta concreta: un "laboratorio sperimentale" dove progettisti e restauratori sperimentano materiali, tecniche e strategie di intervento seguendo il principio del “Learning by Doing”.

Un laboratorio nel deserto: il progetto originale di Frank Lloyd Wright

Frank Lloyd Wright progettò e costruì Taliesin West come sua residenza invernale e studio dal 1937 fino alla sua morte nel 1959. Wright formò centinaia di giovani studenti a Taliesin West in Arizona e Taliesin in Wisconsin attraverso la sua fellowship school, trasformando questi due luoghi in laboratori, dove sperimentava e perfezionava continuamente le sue idee di architettura organica, e apprendimento in comunità.

 

Planimetria di Taliesin West nel 1948
Taliesin West, planimetria (1948) (© Avery Archive)

 

Anziché isolarsi dal deserto, Wright adottò e diede priorità a forme e materiali che promuovessero la perfetta integrazione tra l’edificio ed il suo contesto. Wright utilizzò il suo campus nel deserto per sperimentare forme e materiali in modi innovativi, sempre alla ricerca di una rilevanza culturale e ambientale.

 

Vista del complesso architettonico di Taliesin West
Vista del complesso architettonico di Taliesin West (© Irene Matteini)

 

Finally, I learned of a site twenty-six miles from Phoenix, across the desert of the vast Paradise Valley. On up to a great mesa below McDowell Peak we stopped, turned, and looked around. The top of the world!

 

Vista del complesso architettonico di Taliesin West
Vista del complesso architettonico di Taliesin West (© Irene Matteini)

 

Architettura e materiali in situ: progettare, costruire, osservare, modificare

A Taliesin West, la quartizite pietra locale, il legno e la tela sono i materiali principali. Nelle mani di Wright, questi materiali venivano utilizzati per creare nuove forme organiche che ancoravano gli edifici al paesaggio, richiamando al contempo la muratura dei templi monumentali a piattaforma e gli spazi a corte delle civiltà dell’antica America. Incluso tra i Patrimoni UNESCO nel 2019, Taliesin West dimostra l'importanza fondamentale del paesaggio nella progettazione di un edificio, offrendo una risposta originale ad un sito ostile come il deserto.

Taliesin West fu progettata "in situ", come descritto dallo storico Neil Levine. Ogni inverno, quando Wright e i suoi studenti si recavano in Arizona dal Wisconsin, la costruzione del campus riprendeva: modifiche venivano apportate continuamente, un muro veniva aggiunto, rimosso, e le tele dei panelli di copertura venivano sostituite all’inizio della stagione (purtroppo ad oggi sono state sostituite con panelli in plexiglass).

I tavoli da disegno erano allestiti all’aperto dove si utilizzava carta da macellaio marrone per ridurre i riflessi del forte sole del deserto, come ricorda Bruce Pfeiffer un fellow che continuerà a vivere a Taliesin West per tanto tempo.

Dopo la morte di Wright nel 1959, la fellowship continua ad esistere sotto la direzione di Olgivanna, sua moglie che anch’essa continua ad apportare modifiche su l’intero complesso.

 

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Leggere le trasformazioni di Taliesin West: metodo e approccio alla conoscenza

Ad oggi, Taliesin West si presenta come uno straordinario "teaching ground" per insegnare come comprendere l’evoluzione di una architettura studiando esclusivamente le prove presenti nell’architettura stessa. Vista la limitata documentazione disponibile, pochi sono i disegni che ci sono pervenuti - gli studenti sono "costretti" a leggere l'edificio attentamente: osservare le orme lasciate dalle cassaforme in legno, contare i vari giunti costruttivi, osservare la configurazione delle pietre, confrontare foto storiche e racconti tramandati dai fellows di Wright per delineare una timeline della storia di questa architettura. Studiare a fondo e capire l’intento originale dell’architettura è fondamentale quando ci si trova di fronte ad interventi di restauro.

 

Caratteristiche del complesso architettonico di Taliesin West

L’intero complesso di Taliesin West si presenta come una megastruttura sospesa nel deserto, sviluppata su un unico livello e composta da unità distinte e quasi autonome, collegate tra loro da terrazze, passerelle e ponti.

Camminando in questo luogo, si percepisce chiaramente l’intento di Wright di incorniciare scorci e panorami, creando un’atmosfera quasi mistica.

 

Desert Masonry: la tecnica costruttiva in uso a Taliesin West

La "desert masonry", come la chiamava Wright, è stata utilizzata per costruire le strutture portanti. Si tratta di una muratura composta da pietre locali raccolte direttamente dal suolo del deserto, consolidate con cemento e sabbia per diventare un prodotto "cooked".

 

Taliesin West: schema degli elementi costruttivi delle murature desert masonry
Schema degli elementi costruttivi. (© Qianhui Ni, Ying Wang)

 

Gli studenti raccoglievano le pietre che poi venivano inserite all’interno delle casseforme di legno in maniera singolare. Di solito, le rocce più grandi e i massi fratturati venivano disposti con il lato piatto rivolto verso l'esterno, mentre le pietre più piccole chiamate "goose eggs" venivano inserite per riempire gli spazi vuoti dopo la rimozione della cassaforma.

 

Dettaglio di un pilastro in desert masonry
Dettaglio di un pilastro in desert masonry. (© Kate Whitney-Schubb)

 

Camminando in questo luogo, si notano variazioni uniche nella muratura, frutto del lavoro di studenti diversi che, di anno in anno, vi hanno messo mano.

Tra gli studenti più conosciuti che hanno frequentato questa fellowship ricordiamo Paolo Soleri che si è occupato della costruzione del ponte in desert masonry come si vede nell’iconica foto scattata da Pedro Guellero.

 

Costruzione del ponte in desert masonry a Taliesin West
Costruzione del ponte in desert masonry (© Pedro Guellero)

 

Un’esperienza immersiva di conservazione a Taliesin West

Questa primavera, Taliesin West ha fatto da cornice ad un seminario tenuto congiuntamente dalla Prof. Matteini e dal Prof. Matero della University of Pennsylvania, School of Design, in collaborazione con la Frank Lloyd Wright Foundation.

In questo contesto, 10 studenti del Master in Historic Preservation presso la Weitzman School of Design dell'Università della Pennsylvania di Philadelphia sono stati protagonisti di un seminario, con l'obiettivo finale di fornire un'analisi delle condizioni attuali di alcune strutture del campus e di produrre raccomandazioni per la loro conservazione. Weitzman School of Design coltiva da tempo una collaborazione con la Frank Lloyd Foundation, che ha generato un proficuo scambio tra le due istituzioni.

 

utilizzo del georadar (GPR) per rilevare le armature metalliche
Una studentessa insieme a Katelyn Gennaro di Proceq Screening Eagle impegnate nell'utilizzo del Georadar per rilevare la presenza di armature metalliche nelle murature. (© Kate Whitney-Schubb)

 

Questo seminario ha esaminato le realtà materiali del patrimonio attraverso la lente dell'architettura di Frank Lloyd Wright, esplorando uno dei suoi migliori esempi di architettura organica. Gli studenti hanno trascorso una settimana a Taliesin West, dove hanno avuto l'opportunità di "vivere e sperimentare " questo luogo come “fellows” nello spirito del "Learning By Doing".

Gli studenti hanno svolto ricerche d'archivio, documentazione sul campo, valutazione delle condizioni, studi sui materiali, culminando nella produzione di una relazione tecnica contenente linea guida per la conservazione di queste architetture.

  

Le architetture sotto osservazione: Kiva, ponte e torre dell’acqua

Gli studenti hanno lavorato in tre teams, ognuno dei quali si è concentrato su una struttura suggerita dalla Fondazione parte del campus: Kiva, il ponte in muratura (Desert masonry bridge) e la torre dell’acqua (Water Tower). Queste tre strutture si trovano nella parte più orientale del campus e sono state costruite nei primi anni, ovviamente subendo modifiche continue nelle decadi successive.

 

Taliesin West: vista della torre dell'acqua, del ponte e della Kiva
Vista della Torre dell'acqua, del Ponte e della Kiva (© Kate Whitney-Schubb)

 

La Kiva, inizialmente utilizzata come sala cinematografica, si presenta come una struttura a pianta quadrata di un piano costruita interamente in desert masonry, uno dei primi tre edifici realizzati a Taliesin West. Deve il suo nome alla simbologia dei Navajo, popolazione indigenza dell’Arizona settentrionale, i quali chiamavano Kiva, un luogo di solito interrato utilizzato per le cerimonie religiose. A Taliesin West, la forma esterna della Kiva illustra l’uso del motivo della ziggurat rovesciata, ricorrente nelle architetture di Wright. Sebbene i suoi cornicioni sporgenti e ribassati generino una silhouette assolutamente unica, variazioni dell’architettura a gradoni si ritrovano in tutto il corpus dell’opera di Wright — il caso più celebre è il Solomon R. Guggenheim Museum.

Questo edificio è collegato alla torre dell’acqua da un ponte costruito in desert masonry realizzato tra il 1947 e 1948, che è andato a sostituire un precedente ponte in legno. Inizialmente pensato come una struttura sospesa, già a distanza di qualche anno dalla costruzione, Wright assieme ai fellows si erano accorti di cedimenti ed è per questo che è stato aggiunto un pilastro all’estremità sul lato della Kiva. La soletta presenta una configurazione in calcestruzzo armato tradizionale con l’impiego di barre in acciaio con due parapetti in desert masonry.

La Torre dell’acqua – Water Tower – si trova all’altra estremità del ponte. Questo elemento ha subito diverse alterazioni nel corso degli anni. Inizialmente concepita come torre d’ingresso per marcare l’entrata sud-est del campus, è poi stata trasformata con l’aggiunta di una cisterna in metallo per la raccolta dell’acqua che ne ha cambiato le dimensioni e la configurazione. La cisterna purtroppo venne utilizzata solo per un periodo molto breve.

Per ciascuna struttura sono state prodotte mappe di degrado, condotti test non-distruttivi in situ con il supporto di Proceq Screening Eagle, e sono stati prelevati una campionatura limitata di materiali per condure analisi in laboratorio presso l’Università della Pennsylvania.

 

Lo stato di conservazione delle strutture

Le tre strutture si presentano generalmente in buone condizioni, con lievi segni di degrado quali fessurazioni, dilavamento del calcestruzzo ed efflorescenze.

Il limitato utilizzo di armature in acciaio nella muratura — riscontrato esclusivamente nelle solette del tetto della Kiva e del ponte — unitamente al clima arido del deserto, ha contribuito a creare condizioni favorevoli alla conservazione della muratura, riducendo al minimo i fenomeni di corrosione delle armature.

 

Taliesin West: mappatura stato di conservazione del ponte
Stato di conservazione dettagliato del ponte. (© Kate Whitney-Schubb, Ke-An Chiang, Nour Jafar, Kodak Han)

 

La particolarità di questo complesso, nato come un “summer camp”, risiede proprio nella sua capacità di sopravvivere e mantenersi nel tempo grazie alle condizioni favorevoli del clima desertico, caratterizzato da bassa umidità e scarse precipitazioni. Tuttavia, questa stessa aridità, se da un lato preserva i materiali inerti come la muratura, dall’altro impone una manutenzione costante e intensiva per materiali più “vivi” e sensibili, come il legno, che richiedono interventi regolari per contrastare l’usura dovuta all’esposizione continua ai raggi UV.

 

La sfida alla conservazione di Taliesin West

Ad oggi, la vera sfida a Taliesin West rimane quella di mantenere vivo questo luogo, soprattutto considerando che il programma di Fellowship non è più attivo da anni. Per affrontare questa sfida, la fondazione ha istituito il Taliesin Institute, con l’obiettivo di promuovere collaborazioni con università e istituti di ricerca, preservando così lo spirito originario del sito come laboratorio di sperimentazione e innovazione.

 

Una testimonianza personale: l’eredità di un’esperienza trasformativa

Taliesin West è forse uno dei luoghi più magici e intensi che abbia mai visitato. Come architetta, la mia prima visita è stata un’esperienza ipnotica: vivere e respirare quel luogo ha avuto un impatto profondo su di me. Da allora, ho custodito ogni momento trascorso lì, esplorando il deserto e ammirando l’architettura organica. Ispirata dallo spirito del Learning by Doing, ho dato vita alla CONCRETO Academy, un progetto europeo coordinato dalla Fondazione Pier Luigi Nervi, nato con l’intento di incarnare quello stesso approccio sperimentale e formativo.

 

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