Impermeabilizzazione | Coperture | Progettazione
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Progettazione e dettagli esecutivi della impermeabilizzazione secondaria di coperture piane

Facendo riferimento alla norma UNI 8178-2 che distingue gli strati di impermeabilizzazione primaria da quelli secondari in questo articolo si approfondiscono i criteri progettuali dello strato secondario fornendo utilissimi dettagli esecutivi e suggerimenti per una lavorazione a regola d'arte.

Impermeabilizzazione primaria e secondaria secondo la norma UNI 8178-2:2019

La Norma UNI 8178-2:2019 definisce come impermeabilizzazione primaria o elementi o strati primari, come gli “elementi a strati sempre presenti in un determinato schema funzionale e nelle relative soluzioni tecnologiche” e come elementi o strati secondari “elementi e strati finalizzati al controllo delle interazioni fisiche, chimiche e meccaniche, secondo la specifica soluzione tecnologica”.

La Norma chiarisce in buona sostanza che all’interno di una stratigrafia di copertura, è possibile distinguere due piani d’intervento, uno sempre presente a cui viene deputato il compito di “mantenere il manufatto all’asciutto”, quello primario, ed uno riferito più a mantenere l’integrità degli elementi accessori della copertura, quello secondario; la Norma stessa recita: ”…..omiss ….si ricorda che gli schemi funzionali….omiss….devono essere eventualmente integrati con elementi e strati secondari specifici, … omiss.” in modo da chiarire che una progettazione che prevede solo la valutazione e determinazione di uno strato primario può essere considerata corretta in mancanza di ulteriori elementi che necessitano di uno strato secondario (ad esempio una copertura piana con membrane a vista), mentre non può essere ritenuta corretta una progettazione che implichi la sola presenza di uno strato secondario, senza le necessarie valutazioni e determinazioni della tipologia di strato primario (ad esempio una copertura piana con massetto e pavimento, non può essere ritenuta corretta se presenta uno schema funzionale con presente il solo strato secondario). 

Vediamo di seguito di analizzare dettagliatamente il procedimento di progettazione, scelta e posa degli elementi o strati secondari.

 

Le proposte del mercato per l’impermeabilizzazione secondaria

Una volta valutate la composizione e le modalità applicative dell’impermeabilizzazione primaria, è giunto il momento di approfondire le molteplici possibilità d’intervento per gli strati secondari presenti sul mercato edile; di seguito verranno presentati e descritti quelli attualmente più diffusi e “rodati” sul territorio nazionale.

Per tipologia di materiali e modalità di posa, potremmo distinguere questi sistemi in 3 grandi famiglie:

  • Prodotti impermeabilizzanti cementizi bi-componenti a base di elastomeri e cemento;
  • Prodotti impermeabilizzanti liquidi o in pasta mono-componenti pronti all’uso a base di elastomeri e/o poliuretani (anche dette “guaine liquide”);
  • Membrane prefabbricate a base bituminosa e strati funzionali in plastica (solitamente in polietilene o polipropilene).

 Tutti i sistemi sopra elencati possono essere definiti strati secondari come da indicazione normativa, tutti possono essere pavimentati direttamente e possono trovare applicazione sia su supporti cementizi (massetti) che su pavimenti esistenti.

Ogni sistema può essere analizzato a partire dalle sue caratteristiche prestazionali e di posa, andando a valutarne la tipologia di materiale (prefabbricato o da applicare in opera), la facilità e la velocità di posa, la flessibilità d’uso, l’elasticità (o allungamento), le tempistiche di asciugatura, la capacità di migrazione del vapore e la storicità del sistema.

Di seguito si descrivono le varie tipologie presenti ad oggi sul mercato nazionale e si esprimono dei giudizi personali relativamente alle caratteristiche di ognuno.

 

Gli impermeabilizzanti cementizi bi-componenti

Per quanto riguarda gli impermeabilizzanti cementizi bi-componenti, sarà necessario procedere dapprima alla miscelazione dei due componenti per ottenere la pasta impermeabilizzante che andrà stesa sul supporto con una spatola liscia, previa pulizia dello stesso ed eventuale asportazione di parti in fase di evidente distacco.

 

Gli impermeabilizzanti cementizi bi-componenti posati su massetto cementizio

Fig. 1 - Posa su massetto cementizio

 

Gli impermeabilizzanti cementizi bi-componenti posati su vecchia pavimentazione

Fig. 2 - Posa su vecchia pavimentazione

 

Una volta stesa la prima mano ed aver atteso 4-5 ore, sarà possibile procedere all’armatura posando una rete in fibra di vetro, solitamente con maglia 4 x 4.5 mm (A), sulla parte orizzontale, avendo cura di fare una sovrapposizione di almeno 10 cm tra i teli di rete e raccordando i muri di contenimento o gli eventuali corpi passanti, con un’apposita fascia perimetrale (B) a base di butile o materiale elastico. Consecutivamente alla precedente lavorazione, sarà possibile stendere la seconda e ultima mano ed attendere la corretta stagionatura dello strato impermeabilizzante (solitamente attorno a 5 giorni con tempo buono).

 

Dettaglio posa fascia perimetrale impermeabile di raccordo

Fig. 3, 4 - Dettaglio posa fascia perimetrale impermeabile di raccordo

CONSIGLI

Una volta stagionato lo strato secondario di impermeabilizzazione del massetto, sarà possibile procedere alla posa della pavimentazione avendo cura di prevedere dai giunti perimetrali e di frazionamento per ampie superfici (un giunto ogni 25 m2 solitamente è sufficiente) e di usare collanti dotati di buone caratteristiche di deformabilità (tipo C2TES1 o C2TES2, rispettivamente classificati come deformabili e altamente deformabili), capaci di sopportare eventuali piccole deformazioni del supporto sottostante.

A chiusura del pavimento sarà infine possibile procedere alla sigillatura delle fughe delle piastrelle (che dovranno avere dimensione minima dettata dal formato ma mai inferiore a 3 mm , non è concessa la posa in esterno senza fughe), con sigillanti a base cementizia (meglio se additivati con lattice per rendere le sigillature più deformabili) o meglio ancora a base epossidica, in modo da rendere impermeabile anche la superficie esterna più esposta alle intemperie ed evitare infiltrazioni al di sotto della pavimentazione.

Riassumendo:

Vantaggi e svantaggi sistema di impermeabilizzazione con prodotti cementizi bi-componenti

Tabella 1 – Vantaggi e svantaggi sistema di ipermeabilizzazione con prodotti cementizi bi-componenti

 

Le guaine liquide

I prodotti impermeabilizzanti liquidi o in pasta mono-componenti pronti all’uso a base di elastomeri e/o poliuretani (anche dette “guaine liquide”) sono arrivati sul mercato dopo qualche anno rispetto ai prodotti bi-componenti cementizi e sono stati ideati per venire in contro alle richieste del mercato in termini di velocità e maggior garanzia di una corretta esecuzione (limitando le possibilità di errore causate da errate miscelazioni dei prodotti a due o più componenti); tali nuovi proposte sono costituite da miscele a base polimeri ad elevata elasticità e bitume o elastomeri e si possono trovare sia a base acqua che a base solvente.

Per quanto riguarda le modalità di posa, le operazioni ripercorrono per sommi capi quanto visto precedentemente ma questa volta la pasta impermeabilizzante che andrà stesa sul supporto sarà già pronta all’uso (solo per alcuni prodotti è indicata una diluizione per la posa a spruzzo), previa pulizia dello stesso ed eventuale asportazione di parti in fase di evidente distacco.

Diversamente dai prodotti cementizi bi-componenti, che riescono ad essere posati su supporti leggermente umidi senza risentirne, tali impermeabilizzanti mono-componenti a base di polimeri sono molto più esposti alle problematiche derivanti dai supporti umidi, che potrebbero essere causa di “sbollature” e distacchi dal supporto nelle stagioni estive (per una posa corretta la massima % di umidità del supporto non dovrebbe superare il 3-4 %).

La stesura della pasta impermeabilizzante potrà essere effettuata con spatola liscia, pennello, rullo o a spruzzo, in dipendenza della condizione specifica della lavorazione richiesta, con spessori che si aggirano attorno ad 1 mm per ogni mano, esagerare con gli spessori potrebbe comportare lunghi tempi di asciugatura).

 

Le guaine liquide posate su massetto cementizio

Fig. 5 - Posa su massetto cementizio

 

Le guaine liquide posate su pavimentazioni esistenti

Fig. 6 - Posa su vecchia pavimentazione

 

Una volta stesa la prima mano, sarà possibile procedere immediatamente (“fresco su fresco”) all’armatura posando un tessuto non tessuto di polipropilene (A), sulla parte orizzontale, avendo cura di fare una sovrapposizione di almeno 10 cm tra i teli di rete e raccordando i muri di contenimento o gli eventuali corpi passanti, con un’apposita fascia perimetrale (B) sempre in tessuto non tessuto (di altezza adeguata ad esempio 20 cm, metà posati in verticale e l’altra metà in orizzontale).

L’armatura dovrà impregnarsi della pasta impermeabile per poter diventare un tutt’uno con il seguente strato (per tale operazione è possibile fare della pressione con l’utensile in modo da far “trafilare” la pasta attraverso il tessuto che prenderà il colore della pasta). Consecutivamente alla precedente lavorazione, sempre fresco su fresco, sarà possibile stendere la seconda e ultima mano ed attendere la corretta stagionatura dello strato impermeabilizzante (solitamente attorno a 4 giorni con tempo buono).

 

Dettaglio posa fascia perimetrale di raccordo in tessuto non tessuto

Fig. 7, 8 - Dettaglio posa fascia perimetrale di raccordo in tessuto non tessuto

 

Una volta stagionato lo strato secondario di impermeabilizzazione del massetto, sarà possibile procedere alla posa della pavimentazione avendo cura di prevedere dai giunti perimetrali e di frazionamento per ampie superfici (un giunto ogni 25 m2 solitamente è sufficiente) e di usare collanti dotati di buone caratteristiche di deformabilità (tipo C2TES1 o C2TES2, rispettivamente classificati come deformabili e altamente deformabili), capaci di sopportare eventuali piccole deformazioni del supporto sottostante.

A chiusura del pavimento sarà infine possibile procedere alla sigillatura delle fughe delle piastrelle (che dovranno avere dimensione minima dettata dal formato ma mai inferiore a 3 mm , non è concessa la posa in esterno senza fughe), con sigillanti a base cementizia (meglio se additivati con lattice per rendere le sigillature più deformabili) o meglio ancora a base epossidica, in modo da rendere impermeabile anche la superficie esterna più esposta alle intemperie ed evitare infiltrazioni al di sotto della pavimentazione.

Riassumendo:

Vantaggi e svantaggi sistema di impermeabilizzazione con prodotti polimerici mono-componenti

Tabella 2 – Vantaggi e svantaggi sistema di impermeabilizzazione con prodotti polimerici mono-componenti

 

Gli ultimi nati sul mercato appartengono alla famiglia delle membrane prefabbricate a base bituminosa e strati funzionali a base polimerica.

...CONTINUA

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