Dissesto Idrogeologico | Territorio
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Alluvioni: il 5,4% del territorio italiano è ad alto rischio di pericolosità

L'alluvione che ha colpito in questi giorni l'Emilia Romagna, provocando l'esondazione di 21 fiumi, migliaia di persone sfollate e soprattutto 14 morti, di sicuro non era un rischio che non conoscevamo.
Il Rapporto ISPRA, aggiornato al 2020, che riproponiamo di seguito fornisce un quadro delle condizioni di pericolosità e di rischio di alluvione in Italia e mette in evidenza come l'Emilia Romagna sia la seconda regione con la % di aree a pericolosità elevata.

Calabria ed Emilia Romagna le Regioni con maggiori percentuali di territorio a rischio

Circa il 5,4% del territorio nazionale ricade in aree potenzialmente allagabili, secondo uno scenario di probabilità/pericolosità elevata e questa percentuale sale al 14% in caso di scenario di probabilità/pericolosità bassa. Nelle aree a pericolosità elevata risiede il 4,1% della popolazione nazionale e ricade il 7,8% dei beni culturali, valori che raggiungono rispettivamente il 20,6% e il 24,3% nelle aree potenzialmente allagabili con bassa probabilità. Il 7,4% dei comuni italiani ha almeno il 20% della superficie in area allagabile in caso di scenario di probabilità elevata.

 

Estensione delle aree allagabili per i tre scenari di probabilità di alluvione a livello nazionale – Mosaicatura ISPRA, 2020

TABELLA 1: Estensione delle aree allagabili per i tre scenari di probabilità di alluvione a livello nazionale – Mosaicatura ISPRA, 2020

 

È quanto descritto nel Rapporto ISPRA sulle condizioni di pericolosità da alluvione in Italia e indicatori di rischio associati, presentato oggi e disponibile sul sito dell’Istituto. 

Dalle analisi presenti nel Rapporto, emerge che le Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Calabria sono quelle in cui le percentuali di territorio potenzialmente allagabile risultano superiori rispetto a quelle calcolate alla scala nazionale. In particolare, per lo scenario di pericolosità elevata, sono la Calabria con il 17,1% del territorio regionale e l’Emilia Romagna con l’11,6%, le Regioni con le maggiori percentuali di territorio potenzialmente allagabile.

 

Aree allagabili per scenario di pericolosità da alluvione elevata (High Probability Hazard – HPH) – Mosaicatura ISPRA, 2020

FIGURA 1: Aree allagabili per scenario di pericolosità da alluvione elevata (High Probability Hazard – HPH) – Mosaicatura ISPRA, 2020

 

In queste Regioni, la Provincia di Crotone è quella con maggiori percentuali di aree allagabili e popolazione esposta, mentre Ferrara è la Provincia in cui la popolazione esposta a rischio di alluvione, in caso di scenario di pericolosità media e bassa, è il 100% di quella residente. Percentuali simili (99,1%) si riscontrano nella Provincia di Rovigo in Veneto nel caso di scenario di bassa probabilità di alluvione.

In Veneto (21,2%) e Liguria (18,6%) si registrano le maggiori percentuali di beni culturali esposti a rischio di alluvioni per lo scenario di pericolosità elevata, rispetto al totale di beni culturali presenti nei relativi territori regionali. La Provincia di Venezia è in Veneto quella con il maggior numero in percentuale di beni culturali esposti a rischio di alluvione per tutti gli scenari di probabilità, con un minimo di oltre il 60% per lo scenario di probabilità elevata a un massimo di circa l’80% per quello di probabilità bassa. In Liguria è la Provincia di Savona quella con maggiore percentuale di beni culturali esposti per tutti e tre gli scenari di pericolosità.

Nel più vasto ambito del dissesto idrogeologico, la gestione e la mitigazione del rischio di alluvioni sono senza dubbio le componenti più rilevanti considerata l’estensione dei territori soggetti a pericolosità da inondazione e per gli impatti che gli eventi alluvionali sono in grado di causare a beni e persone segnando, anche drammaticamente, il nostro Paese.

 

FOCUS SULLE MAPPE DI PERICOLOSITA' DA ALLUVIONE

Le mappe di pericolosità da alluvione devono mostrare l’estensione delle aree allagabili e fornire informazioni sulla profondità o livello delle acque e sulle velocità del flusso o sulle portate (dove  opportuno), con riferimento a tre diversi scenari di probabilità: 

  • scarsa probabilità o scenari di eventi estremi
  • media probabilità di alluvioni (tempo di ritorno ≥ 100 anni)
  • elevata probabilità di alluvioni, se opportuno 

Per ciascuno di tali scenari la Direttiva richiede che vengano preparate mappe del rischio recanti le seguenti informazioni rappresentative delle potenziali conseguenze avverse per gli elementi esposti:

  • numero indicativo di abitanti potenzialmente interessati;
  • tipo di attività economiche insistenti nell’area potenzialmente interessata;
  • impianti di cui alla Direttiva 96/51/CE che potrebbero provocare inquinamento accidentale in caso di alluvioni e aree protette (di cui all’allegato IV, paragrafo 1, punti i), iii) e v) della Dir. 2000/60/CE) potenzialmente interessate; 
  • altre informazioni considerate utili dagli SM, come l’indicazione delle aree in cui possono verificarsi alluvioni con elevato trasporto solido e colate detritiche e informazioni su altre fonti notevoli di inquinamento.

 

Il Rapporto dell’ISPRA fornisce un quadro aggiornato al 2020 delle conoscenze riguardanti le condizioni di pericolosità e di rischio di alluvione in Italia. Partendo dal contesto normativo di riferimento europeo e nazionale e dagli adempimenti derivanti, sono descritte le attività che nel corso di due sessenni (i cosiddetti “cicli di gestione” previsti dalla normativa per la revisione dei Piani di gestione del rischio di alluvioni e dei relativi strumenti conoscitivi) le Autorità Competenti (Autorità di Bacino Distrettuali, Regioni, Province autonome, MiTE, ISPRA, DPC) hanno svolto e svolgono ai fini dell’implementazione della Direttiva Alluvioni e i risultati che ne sono conseguiti.

 

 

Oltre che alla scala nazionale, il quadro conoscitivo fornito nel Rapporto è dettagliato rispetto ai diversi livelli amministrativi e alla scala di Distretto Idrografico e di Unità di Gestione, gli ambiti territoriali di riferimento della pianificazione di bacino.

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Degrado ambientale dovuto principalmente all'attività erosiva delle acque superficiali, in contesti geologici naturalmente predisposti o per cause antropiche.

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