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Alta velocità lungo la costa adriatica: il MIT affida lo studio di fattibilità per una nuova tratta ferroviaria

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha commissionato a Rete ferroviaria italiana (RFI) uno studio di fattibilità per una nuova tratta ferroviaria ad alta velocità lungo la costa adriatica. Si confrontano due opzioni: velocizzare la linea esistente o costruire una nuova linea da Bologna a Bari. Lo studio di fattibilità sarà completato entro il 2023, valutando costi, benefici e impatti sulle velocità e i tempi di percorrenza. Si mira a migliorare la connettività e ridurre il divario infrastrutturale nella regione.

Un'opportunità di sviluppo per la linea ferroviaria adriatica

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha commissionato a Rete ferroviaria italiana (RFI) uno studio di fattibilità per valutare la realizzazione di una nuova tratta ferroviaria ad alta velocità lungo la costa adriatica.

L'obiettivo è potenziare la connettività e ridurre i tempi di percorrenza tra le città adriatiche e il resto del Paese. Secondo i dati statistici, attualmente si impiega meno tempo per raggiungere Milano da Napoli rispetto a Pescara, nonostante la distanza tra quest'ultima città e Milano sia inferiore.

Due opzioni in confronto

L'alternativa iniziale è la velocizzazione della linea ferroviaria esistente, che richiederebbe un investimento di circa 5 miliardi di euro. Questo progetto consentirebbe ai treni di raggiungere una velocità massima di 200 chilometri all'ora, migliorando i tempi di percorrenza ma senza una rivoluzione significativa.

Tuttavia, il principale ostacolo è rappresentato dal binario unico della tratta ferroviaria Termoli-Lesina, che rimane incompleta da oltre due decenni.

La seconda opzione è quella di costruire una nuova linea ferroviaria ad alta velocità da Bologna a Bari.

Questo progetto avrebbe un costo stimato tra i 40 e i 50 miliardi di euro, consentendo ai treni di viaggiare fino a 300 chilometri all'ora.

La nuova tratta creerebbe un'importante connessione tra il Nord e il Sud del Paese, riducendo notevolmente i tempi di percorrenza e colmando il divario infrastrutturale che si è creato lungo la costa adriatica negli ultimi decenni.

Peraltro il rafforzamento consentirebbe di migliorare il trasporto merci su una rotta basilare del commercio europeo, considerando l'importanza dei porti di Bari, Ancona, Ravenna e Mestre, riducendo il carico su gomma.

Un impatto quindi sostenibile dal punto di vista economico e ambientale.

Inoltre consentirebbe di "liberare" città oggi divise a metà dalla linea ferroviaria esistente.

Capitolo 3: Studio di fattibilità e confronto delle alternative

RFI sarà responsabile di elaborare lo studio di fattibilità, che sarà completato entro la fine del 2023. Questo permetterà di valutare in modo approfondito i costi e i benefici di entrambe le opzioni.

Il confronto si concentrerà sulla convenienza economica e sugli impatti sulle velocità e i tempi di percorrenza.

Sarà fondamentale prendere una decisione ponderata che tenga conto dei vantaggi per la mobilità, l'economia locale e la qualità della vita dei cittadini delle regioni adriatiche interessate.

L'accordo del 2022 tra MIMS e Regioni per il potenziamento della dorsale adriatica

Nel corso dell'anno precedente, è stato raggiunto un accordo tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e le regioni coinvolte per il potenziamento della nuova dorsale adriatica ad alta velocità. Questo provvedimento mira a ridurre di un'ora i tempi di percorrenza tra Bologna e Bari, attualmente fissati a un minimo di 5 ore e 37 minuti. Inoltre, si prevedono vantaggi significativi anche per il trasporto merci, che già fa ampio uso del versante adriatico e che potrà beneficiare di una linea a maggiore capacità.
Gli investimenti previsti per questo progetto ammontano a 8,5 miliardi di euro, di cui 7,9 miliardi derivanti dagli stanziamenti del bilancio, sia vecchi che nuovi, e 600 milioni provenienti dal bando di coesione 2021-2027. L'obiettivo è completare l'opera entro il 2030. In alcuni casi, i bypass che verranno realizzati libereranno il sedime ferroviario in centri importanti come Pesaro, Fano e Ortona, consentendo interventi di riqualificazione urbana e miglioramenti lungo il lungomare adriatico.

I dati statistici sulle linee ferroviarie di Rete ferroviaria italiana (RFI)

Attualmente, RFI gestisce un'estesa rete di linee ferroviarie in Italia. Secondo i dati statistici disponibili, le linee ferroviarie in esercizio ammontano a 16.829 chilometri. Di queste, 6.464 chilometri sono classificate come linee fondamentali, mentre 9.415 chilometri sono linee complementari e 950 chilometri sono linee di nodo.

Le linee ferroviarie sono suddivise tra binario doppio e binario singolo. In particolare, sono presenti 7.731 chilometri di linee a doppio binario e 9.098 chilometri di linee a binario singolo. Per quanto riguarda l'alimentazione, 12.184 chilometri di linee sono elettrificate, mentre 4.645 chilometri di linee sono non elettrificate (diesel).

Inoltre, le linee ad alta velocità gestite da RFI coprono una distanza complessiva di 1.467 chilometri, consentendo un trasporto rapido e efficiente tra diverse città italiane.

Questi dati evidenziano l'importanza e l'ampiezza della rete ferroviaria gestita da RFI e sottolineano la necessità di potenziare e sviluppare ulteriormente le infrastrutture ferroviarie, in particolare lungo la costa adriatica, al fine di migliorare la connettività e la mobilità nel Paese.

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