Campi Flegrei | Geologia e Geotecnica | Ingegneria Strutturale | Sicurezza | Sismica
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Campi Flegrei: un viaggio nella storia e nelle caratteristiche geologiche di quest'area vulcanica

Nel cuore del Mediterraneo, a pochi chilometri dalla storica città di Napoli, si estende uno dei luoghi più affascinanti del mondo geologico: i Campi Flegrei. Un focus sulle origini e sull'evoluzione dei fenomeni vulcanici e sismici che hanno caratterizzato questa zona.

I Campi Flegrei: origini geologiche

I Campi Flegrei sono un'area vulcanica che si trova nella zona occidentale di Napoli, racchiudendo i territori di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della metropoli partenopea stessa. L'appellativo "Campi Flegrei" derivante dal greco e che tradotto significa "campi ardenti" è questo spiega molto bene la natura vulcanica di questa zona.

Infatti questi luoghi sono contraddistinti da un insieme di caratteristiche geologiche uniche, tra cui sorgenti termali, fumarole e laghi termali. Le acque termali e le fumarole sono testimoni della calorosa interazione tra l'acqua e il magma profondo, producendo sorgenti sulfuree e vaporizzazioni spettacolari.

Posizionamento dei Campi Flegrei. (© INGV - Osservatorio Vesuviano)

Quando parliamo di Campi Flegrei intendiamo non un unico "edificio" vulcanico centrale come il Vesuvio, ma piuttosto un vasto complesso vulcanico attivo da oltre 80.000 anni, caratterizzato da vari centri vulcanici sparsi all'interno e in prossimità di una vasta area depressa nota come "caldera."

Essa stessa è nata dal continuo cedimento di una grande quantità di terra portato dal collasso della sommità del serbatoio magmatico sottostante a seguito di eruzioni, in particolare due:

  • Ignimbrite Campana (40.000 anni fa)
  • Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni fa).

L'eruzione dell'Ignimbrite Campana è stata l'eruzione mastodontica, con la più alta energia documentata nel Mediterraneo e con un'enorme quantità di cenere dispersa nell'atmosfera, con ovviamente impatti non solo locali, ma anche a scala globale. Questa caldera, con un diametro di oltre 13 chilometri, si caratterizza per la presenza di numerosi crateri, fumarole e sorgenti termali, testimonianze tangibili dell'attività vulcanica in corso.

In seguito all'eruzione del Tufo Giallo Napoletano, l'attività vulcanica nei Campi Flegrei è stata particolarmente intensa, con più di 27 eruzioni registrate solo negli ultimi 5.500 anni. 

LEGGI ANCHE: Rischio sismico Campi Flegrei: il Governo approva il Piano straordinario. Studi di vulnerablità sismica e 'zona rossa' Il nuovo decreto-legge per la sicurezza dei Campi Flegrei introduce la possibilità di adottare un piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico: previste l'individuazione della 'zona rossa', le linee guida per l'eventuale evacuazione, lo studio di microzonazione sismica e l'analisi di vulnerabilità sismica dell'edilizia pubblica e privata.

Eruzioni Vulcaniche e attività sismiche nella storia

I Campi Flegrei sono stati testimoni di numerose eruzioni vulcaniche nel corso della storia, alcune delle quali hanno avuto un impatto significativo sulla regione circostante.

Tra le eruzioni più celebri vi è quella del 1538, quando il vulcano composto di tufo Monte Nuovo emerse in soli pochi giorni, trasformando un'area precedentemente pianeggiante. Questo evento fu un evento importante nell'approfondimento dell'attività vulcanica e attirò l'attenzione di scienziati e naturalisti dell'epoca. 

Un'altra peculiarità di questo luogo è la presenza dei cosiddetti "Pozzi di Pozzuoli". Questi pozzi furono scavati in epoca antica per estrarre materiali vulcanici utilizzati nella costruzione di edifici e monumenti nell'area di Napoli. Oggi, questi pozzi costituiscono non solo un sito archeologico di grande valore storico, ma anche un'affascinante finestra sulla geologia sotterranea della regione.

Il fenomeno del bradisismo

La caldera dei Campi Flegrei è soggetta a un lento processo di deformazione del suolo noto localmente come " bradisismo ."

Nel periodo 1970-72 e 1982-84, l'area dei Campi Flegrei è stata interessata da crisi bradisismiche durante le quali il suolo, in particolare nella città di Pozzuoli, ha subito un sollevamento totale massimo di circa 3.5 metri. La prima di queste crisi ha causato l'evacuazione forzata dell'area fatiscente di Rione Terra, mentre la seconda è stata caratterizzata da intensa attività sismica con danni significativi agli edifici.

Un episodio particolarmente rilevante fu l'eruzione del 1982, quando il vulcano Solfatara diede segnali di risveglio. Benché questa eruzione fosse di portata relativamente modesta, sottolineò l'importanza di un'intensa monitorizzazione dell'attività vulcanica nella regione.

Deformazioni del suolo rilevate dalla rete GNSS dell'Osservatorio Vesuviano presso la stazione di Rione Terra dal 2000 ad agosto 2023 (fonte_ Bollettino di Sorveglianza mensile di agosto 2023) (© INGV - Osservatorio Vesuviano)

Successivamente, c'è stata una fase di subsidenza generale, che è stata invertita a partire dal 2005 da un processo di sollevamento costante del suolo, che continua ancora oggi.

Sollevamento del suolo al Serapeo nei secoli. (© INGV - Osservatorio Vesuviano)

Attualmente, il livello di allerta per i Campi Flegrei è stabilito come "GIALLO" dal Dipartimento della Protezione Civile, in base ai risultati del monitoraggio e alle valutazioni espresse dalla Commissione Grandi Rischi. A differenza del livello di allerta "verde," che corrisponde all'attività vulcanica normale, il livello "giallo" indica una variazione di alcuni parametri monitorati dall' INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) che richiede un'attenzione particolare.

La regione è situata in una delle aree vulcaniche più attive al mondo, grazie alla presenza di un punto caldo che alimenta l'attività vulcanica. La convergenza delle placche tettoniche africana ed eurasiatica causa la formazione di faglie nella crosta terrestre, consentendo al magma di emergere in superficie, creando un ambiente geologico dinamico e volatile.

Mappa degli spostamenti GNSS orizzontali (a) e verticali (b) registrati nell’area flegrea da gennaio 2016 a agosto 2023 (fonte_ Bollettino di Sorveglianza mensile di agosto 2023) (© INGV - Osservatorio Vesuviano)

La Necessità della Ricerca e della Sorveglianza

Date le costanti manifestazioni di attività vulcanica nella regione, come sta succedendo nell'ultimo mese di settembre, i Campi Flegrei sono oggetto di attenta sorveglianza da parte dei vulcanologi. Comprendere le dinamiche vulcaniche in questa zona è essenziale per la sicurezza delle comunità circostanti. Il monitoraggio delle variazioni di temperatura delle sorgenti termali, della pressione dei gas e dei movimenti del terreno fornisce informazioni cruciali sullo stato di attività del vulcano.

Ultimi aggiornamenti:  Terremoto ai Campi Flegrei: registrata scossa di Magnitudo 4.2
Mercoledì 27 settembre è avvenuta una scossa di terremoto di Magnitudo 4.2, che ha avuto come epicentro i Campi Flegrei. Non si registrano danni particolari. Tre i piani previsti dalla Protezione Civile, ossia un piano di analisi della vulnerabilità del territorio, uno di comunicazione e uno di emergenza/esodo. Il Presidente di INGV Doglioni spiega quali possono essere i due possibili scenari futuri.

Fonte: INGV- Osservatorio Vesuviano

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