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Cemento illegale nelle coste italiane nel 2022: 52,9% reati registrati, circa 90 milioni di euro in sanzioni

Il nuovo rapporto "Mare Monstrum" di Legambiente uscito in occasione dell'anniversario dell'omicidio del sindaco pescatore di Pollica, Angelo Vassallo, avvenuto il 5 settembre 2010. Parliamo di 52,9% di tutti i reati registrati nelle regioni costiere è strettamente legato al settore delle costruzioni e degli abusi edilizi.

Cemento e illegalità sulle coste: i dati nel 2022 

Ancora una volta, nel corso del 2022, è emerso che il ciclo illecito delle attività edilizie che è stato il principale responsabile dell'attacco alle coste e al mare dell'Italia.

Un impressionante 52,9% di tutti i reati registrati nelle regioni costiere è strettamente legato al settore delle costruzioni. Questi reati spaziano dalla violazione delle norme urbanistiche all'edilizia abusiva, dalla gestione illegale delle cave fino ai crimini ambientali commessi durante gli appalti pubblici. In sostanza, la passione per la costruzione di ville con vista mare, anche se realizzate in modo illegale, e per gli stabilimenti balneari al di fuori della legge, in molte regioni italiane, non sembra diminuire.

Quasi tutti gli indicatori che contribuiscono a questo indesiderato primato sono in costante crescita. Nel corso di un anno, le forze dell'ordine e le Capitanerie di Porto hanno effettuato ben 664.175 controlli, rappresentando un aumento del 27,7% rispetto all'anno precedente quando furono condotti 520.000 controlli. Durante tali verifiche sono stati identificati e contestati 10.337 reati penali, che, sommati ai 17.029 reati amministrativi, hanno portato a un totale di 27.366 infrazioni, corrispondenti a una media di 75 reati al giorno o più di 3 all'ora. Il numero di individui denunciati o arrestati è stato pari a 10.689, costituendo il 54,4% del totale delle denunce e degli arresti registrati in questa edizione di "Mare Monstrum", rappresentando un aumento del 29,6% rispetto al 2021. Nel frattempo, il numero di sequestri di proprietà legati al cemento illegale ha registrato una leggera diminuzione, scendendo a 1.455 (-18,5% rispetto al 2021).

Tuttavia, c'è stata una marcata crescita sia nel numero di sanzioni amministrative, che è salito a 31.586 (rispetto ai precedenti 9.866), sia nel valore complessivo delle sanzioni e dei sequestri, che ha superato i 90 milioni di euro, rappresentando un aumento del 147% rispetto ai 36,37 milioni di euro registrati nel 2021.

La classifica "nera"

Nella classifica regionale dei reati legati al ciclo delle costruzioni, la Campania si posiziona al primo posto con 1.727 reati penali, equivalente al 16,7% del totale nazionale. Seguono la Puglia con 1.282 reati (12,4%) e la Sicilia con 1.047 reati (10,1%). La Toscana rappresenta l'8,8%, la Calabria l'8,4%, mentre il Lazio conta il 7,1%. La prima regione del Nord è il Veneto, con 669 reati (6,5% del totale nazionale).

La Campania detiene il primato assoluto tra le regioni per il numero di controlli effettuati, sequestri eseguiti e persone denunciate o arrestate. La Toscana, invece, guida per quanto riguarda il numero di illeciti amministrativi, mentre la Sicilia ha il primato per le sanzioni comminate.

Un ultimo dato rilevante riguarda le quattro regioni caratterizzate dalla presenza storica delle organizzazioni criminali, come la Campania, la Puglia, la Calabria e la Sicilia. Queste regioni concentrano il 38% dei controlli, il 47,7% dei reati, il 63,5% dei sequestri penali e quasi la metà delle persone arrestate o denunciate. Questi numeri confermano l'ampia diffusione delle attività illecite legate al cemento in territori gravemente influenzati dalla presenza delle organizzazioni criminali.

Le proposte contro il ciclo illegale del cemento

“Tredici anni fa veniva ucciso Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica da sempre impegnato contro illegalità e speculazioni e che Legambiente ha conosciuto e premiato consegnandoli le cinque vele. Il suo sia un esempio a cui guardare, perché per combattere le illegalità - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è importante che anche le realtà territoriali facciano la loro parte insieme alle istituzioni. Allo stesso tempo è fondamentale accelerare il passo sulle attività di controllo e quegli interventi normativi non più rimandabili: dalle demolizioni affidate ai Prefetti delle case abusive agli investimenti sui depuratori fino alla lotta alla pesca illegale”.

“L’importante lavoro, testimoniato dai numeri pubblicati da Mare Monstrum, di Capitanerie di porto e forze dell’ordine - aggiunge Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente - deve essere quanto prima accompagnato da un impegno decisamente più significativo da parte di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli comuni alle Regioni, dal parlamento al governo. Per questo Legambiente, che è costantemente impegnata in attività di monitoraggio e di volontariato, come quelle svolte grazie alla Goletta verde, alle indagini Beach litter e alla campagna “Spiagge e fondali puliti”, avanza oggi otto proposte all’Esecutivo Meloni che mettono in sintesi al centro la lotta all’abusivismo, alla maladepurazione e alle illegalità”.

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