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Classificazione energetica degli edifici: differenze e analogie tra l'Italia e alcuni Paesi europei

La certificazione energetica è uno strumento per classificare gli edifici tramite parametri energetici. Ogni paese europeo ha il proprio sistema di certificazione, in questo articolo andremo ad esaminare e confrontare quello italiano, spagnolo, francese e tedesco.

In Unione Europea gli immobili sono responsabili del 40% del consumo energetico totale. La lotta al cambiamento climatico e alla povertà energetica può essere intrapresa tramite strategie per la riduzione dei consumi e delle emissioni, quali l’efficientamento degli stabili.

L’Europa ha promosso con la Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) delle misure con l’obiettivo di avere un’edilizia a emissioni zero “ZEB” nel 2050.

Per raggiungere tale risultato occorre certificare gli edifici per poterli classificare sul parco immobiliare nazionale e in funzione della prestazione energetica stimata, valutare di conseguenza degli interventi di efficientamento.

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La certificazione energetica degli edifici è un processo attraverso il quale viene valutata l'efficienza di un edificio, fornendo informazioni sul consumo energetico e sulle sue emissioni di gas serra.

Il risultato di questa analisi è solitamente espresso mediante una scala di classi energetiche.

I criteri utilizzati per valutare l'efficienza energetica di un immobile possono includere l'isolamento termico, l'efficienza dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento, la produzione di acqua calda sanitaria ACS, l'illuminazione, la ventilazione e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile.

  

Certificazione energetica italiana

La classificazione energetica degli edifici in Italia si basa sulle direttive dell'Unione Europea e viene definita dal Decreto Ministeriale 26 giugno 2015 , noto come "Decreto sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici" (D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.).

Questo decreto stabilisce gli standard e le procedure per la valutazione e la certificazione energetica degli edifici in conformità con le direttive europee, tra cui l’EPBD.

Il documento che riporta le performance energetiche dell’edificio è l’APE, ovvero l’Attestato di Prestazione Energetica che è diventato obbligatorio per la prima volta con la Legge 63/2013.

La classe energetica di un immobile dipende dal suo consumo di energia per il riscaldamento, il raffreddamento, la produzione di ACS, il trasporto di persone/cose e l'illuminazione. All’interno dell’APE è rappresenta la classe in cui si colloca il fabbricato secondo le sue caratteristiche energetiche, su una scala che va dalla classe A4 (alto risparmio) alla G (poco risparmio).

PER APPROFONDIRE
Attestato di prestazione energetica - APE: cos'è, chi lo rilascia, a cosa serve, quanto dura

L'APE (attestato di prestazione energetica) deve essere redatto da un esperto indipendente (certificatore energetico), “accreditato” nel rispetto dei requisiti di legge, che ha specifiche responsabilità. Vediamo quali, oltre a ricordare a cosa serve l'APE, per quali edifici, come si richiede e dopo quanto tempo scade

  

Per eseguire questa valutazione in modo coerente e oggettivo è stato introdotto l'indice di prestazione energetica globale dell’edificio, in termini di energia primaria non rinnovabile EPgl,nren.

Questo rappresenta il consumo di energia di tutti i servizi in relazione alla superficie utile e viene espresso in kWh/m2 anno.

Per valutare la classe energetica, l’EPgl,nren dell’edificio in esame viene confrontato con quello di riferimento avente la stessa geometria, esposizione e ubicazione ma con caratteristiche energetiche della classe A1.

Se l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio in esame sarà inferiore a quello di riferimento, la classe energetica sarà uguale o superiore all’A1, viceversa sarà inferiore.

Questo indice non è univoco per tutti gli immobili aventi caratteristiche uguali, poiché è influenzato anche dalla zona climatica in cui è ubicato lo stabile e di conseguenza dai Gradi Giorno (GG) della località. In Italia le zone climatiche sono 6 e vanno dalla A (clima temprato) alla F (clima rigido).

Un’altra informazione che si può ricavare dall’APE italiano è il comportamento dell’involucro del fabbricato in estate e in inverno, rappresentato da delle faccine più o meno sorridenti.

Nel caso invernale si valuta l’indice di prestazione termica utile per il riscaldamento dell’edificio EPH,nd espresso in kWh/m2.

In quello estivo la prestazione energetica estiva dell’involucro viene definita in funzione della trasmittanza termica periodica YIE e dell’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile Asol,est/Asup utile.

Il certificato se completo di ogni sua parte, tra cui il codice impianto, ha una durata di 10 anni.

  

Figura 1 - Stralcio classe energetica di un APE.
Figura 1 - Stralcio classe energetica di un APE.

  

Certificazione energetica spagnola

La certificazione energetica degli edifici in Spagna è diventata obbligatoria con il “Real Decreto 235/2013” ed è regolata dal "Real Decreto 390/2021"; il quale stabilisce la procedura di base per la certificazione energetica degli immobili nel territorio nazionale.

Le procedure di calcolo degli indicatori energetici sono contenute nel documento “Condiciones técnicas de los procedimientos para la evaluación de la eficiencia energética de los edificios”.

Gli stabili sono classificati per ciascuno degli indicatori di efficienza energetica, all'interno di una scala che va dalla lettera A (edificio più efficiente) alla lettera G (edificio meno efficiente), a seconda della zona climatica e della tipologia di fabbricato.

Gli indicatori spagnoli per definire la classe energetica sono le emissioni annuali di CO2 /m2 e il consumo annuo di energia primaria non rinnovabile espresso in kWh/m2 anno.

Per valutare questi parametri si utilizzano gli indici C1, C2, C con i rispettivi valori riportati nelle tabelle sottostanti, che consentono di valutare la classe energetica per gli immobili a uso residenziale e non.

 

Figura 2 - Classificazione e indici energetici degli edifici ad uso residenziale privato.
Figura 2 - Classificazione e indici energetici degli edifici ad uso residenziale privato.

  

Figura 3 - Classificazione e indici energetici degli edifici ad uso non residenziale.
Figura 3 - Classificazione e indici energetici degli edifici ad uso non residenziale.

    

Come per l’APE italiano, anche il certificato di efficienza energetica spagnolo CEE rapporta il fabbisogno di energia primaria dell’immobile oggetto d’analisi con il valore medio dell’indicatore analizzato rispetto al parco di riferimento delle nuove abitazioni.

Anche la Spagna è divisa in zone climatiche; in particolare 17 che si differenziano in base ai Gradi Giorno (categorie nel caso invernale: α, A, B, C, D, E) e alla radiazione solare (categorie estive da 1 a 4).

  

Figura 4 - Esempio classi energetiche spagnole.
Figura 4 - Esempio classi energetiche spagnole.

  
Ogni CEE raccomanda degli interventi di risparmio energetico per ridurre i consumi e ha una validità di 10 anni.

  

Certificazione energetica francese

La certificazione energetica degli stabili in Francia è regolamentata dal "Diagnostic de Performance Energétique" DPE che riporta, al contrario dei Paesi sopra descritti, due scale di classificazione suddivise ciascuna in 7 classi energetiche.

La prima esplicita i consumi di energia primaria sull’unità di superficie espressi in kWh/m2 anno, mentre la seconda le emissioni di CO2/m2 annuali.

Ogni scala va dalla lettera A, corrispondente alla miglior performance energetica, fino quella più scadente rappresentata dalla lettera G.

Gli indici descrivono le prestazioni energetiche dell’edificio riferite ai servizi di climatizzazione invernale, estiva, illuminazione, ventilazione e produzione di acqua calda sanitaria.

Come per gli altri Paesi, anche la Francia è suddivisa in zone climatiche che influenzano la valutazione della classe energetica, queste sono distinte rispettivamente in tre aree: H1, H2 e H3.

Un’altra analogia del DPE con gli Stati precedenti riguarda i suggerimenti sugli interventi di risparmio energetico che si possono attuare e la validità del certificato, sempre di 10 anni, al termine della quale deve essere redatto nuovamente.

   

Certificazione energetica tedesca

L'ordinanza sull'isolamento termico e la tecnologia dei sistemi per il risparmio energetico negli edifici (Energieeinsparverordnung EnEV 2002) ha reso obbligatoria la certificazione dei fabbricati in Germania dal 2008.

Tutt’oggi è in vigore la legge sull'energia degli edifici (Gebäudeenergiegesetz GEG) entrata in vigore il 1° novembre 2020 che ha sostituito l’EnEV.

La principale differenza che si osserva tra i certificati degli altri Paesi e quello tedesco, è che quest’ultimo si riferisce non alla singola unità immobiliare, ma bensì all’intero edificio, anche se composto da più appartamenti. Inoltre, non è presente in Germania la suddivisione del territorio in zone climatiche per redigere la certificazione.

In Germania si possono trovare due tipologie di certificati energetici, uno che attesta il fabbisogno del fabbricato mentre l’altro fornisce informazioni sui consumi, entrambi di durata di 10 anni.

Il certificato di consumo si valuta in riferimento alle bollette degli ultimi 3 anni; pertanto, è notevolmente influenzato dalle abitudini degli inquilini; mentre il certificato di domanda calcola il fabbisogno dell’edificio su valori standard dipendenti dal clima.

In entrambi i certificati tedeschi, i risultati per definire le classi energetiche sono espressi in kWh/m2 anno, sia in termini di energia primaria che energia finale.

Nel certificato di domanda troviamo anche le CO2 /m2 emesse annualmente. Le classi energetiche vanno dalla lettera H alla A+, corrispondente a quella più efficiente.

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