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Codice di Buona Pratica Massetti: il dimensionamento del pavimento

Come passare dallo spessore minimo allo spessore nominale dei massetti considerando le tolleranze di posa del sottofondo e dei vincoli posizionati sopra la pavimentazione.

Come determinare lo spessore nominale (o di progetto) del massetto?

Il presente è il quarto di 9 articoli scritti col fine di presentare le principali caratteristiche del Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti edito da Conpaviper. Il suo scopo è di fare chiarezza sulla metodologia di calcolo per il dimensionamento geometrico dei singoli strati che compongono il pavimento.

Definizione di Pavimento o Sistema Pavimento: insieme degli strati compresi tra il supporto strutturale e la pavimentazione finale: sottofondo, strati resilienti, isolanti termici, massetto, impianti radianti, giunti di varia natura, rivestimento o pavimentazione, strati di desolidarizzazione, freno al vapore.

È tradizione da parte delle norme e delle schede tecniche fornire lo spessore minimo del massetto e non quello nominale o di progetto utilizzato in fase di esecuzione del pavimento. Anche la Rev. 5 del Codice segue questa regola, tuttavia fornisce gli strumenti per poter convertire il primo nel secondo.

Più precisamente, lo spessore minimo del massetto è quello sotto il quale non è possibile scendere. Deve essere dimensionato in funzione dei carichi previsti, della destinazione d’uso, del tipo di finitura, della rigidezza degli strati componenti il sottofondo e della modalità di realizzazione del massetto.

Lo spessore nominale o di progetto del massetto: è lo spessore che deve essere realizzato per garantire il rispetto dello spessore minimo. Lo spessore nominale del massetto è la risultante delle quote dei vincoli, degli spessori degli strati compresi tra il massetto ed il sottofondo (con le loro tolleranze) e della tolleranza di esecuzione della quota del sottofondo. Tali calcoli devono essere eseguiti tanto più accuratamente quanto minore è lo spessore del massetto.

Per ottenere il valore nominale occorre correggere quello minimo come indicato di seguito. In fase di dimensionamento di massima, in prima approssimazione, per ottenere il valore dello spessore nominale, occorre aumentare di 1 cm lo spessore minimo del massetto e ridurre della stessa quantità lo spessore del sottofondo.

Si riporta di seguito il valore limite delle tolleranze accettabili dai sottofondi in funzione della loro massa volumica e dalla tipologia costruttiva del massetto e i corrispondenti valori di correzione della quota del sottofondo e del valore nominale del massetto.

Se le tolleranze dei sottofondi aumentano, quindi diminuisce la precisione della loro posa, occorre incrementare gli spessori nominali del massetto. Questo calcolo non tiene conto della tolleranza di posa dei vincoli di quota, per cui nella progettazione del Sistema Pavimento occorre utilizzare i valori delle quote effettive e non quelle teoriche, come nell’esempio di seguito riportato.

Esempio

Si consideri l’esempio di seguito riportato in cui viene quotato lo spessore minimo del massetto di un pavimento di una civile abitazione di nuova costruzione.

I valori riportati non tengono conto dei vincoli architettonici del piano finito reale e delle tolleranze di realizzazione del sottofondo. Ciò potrebbe causare un ridotto spessore del massetto e quindi il Sistema Pavimento potrebbe non essere più adeguato al tipo di pavimentazione e/o alla destinazione d’uso.

Si supponga che il sottofondo non sia stato ancora posato, quindi, per tenere conto delle tolleranze di posa del sottofondo e dei vincoli architettonici, è possibile correggere la sua quota senza variare il pannello radiante e lo strato resiliente di progetto.

Si ipotizzi che, prima del getto del sottofondo, vengano rilevate le quote dei vincoli dell’appartamento. Nel disegno di seguito riportato è stato supposto che il piatto doccia sia il vincolo montato più in alto mentre la scala sia il vincolo montato più in basso: ammettiamo 10 mm sotto la Quota del Piano Finito (QPFN). Sempre nella medesima figura il sottofondo è stato disegnato come se fosse realizzato su due livelli perfettamente piani: in realtà è per ricordare che il posatore del sottofondo che supporta massetti radianti è obbligato a rispettare la tolleranza della quota della superficie superiore pari a ±8 mm (vedi tabella sopra riportata).

Il punto critico è situato in prossimità della scala che è stata installata 10 mm più bassa e statisticamente potrebbe essere possibile che il posatore del sottofondo sfiori la sua massima altezza di +8 mm in sua prossimità. Lo spessore minimo del massetto, previsto di 30 mm, potrebbe essere ridotto di 18 mm e diventare quindi 30 – 18 = 12 mm.

Per prevenire questa rischiosa situazione e avere la certezza che la condizione di spessore minimo del massetto sia rispettata ovunque nell’appartamento, una soluzione è quella di abbassare la quota del sottofondo di 18 mm, come nella figura di seguito riportata.

Si potrebbe osservare che l’esempio riportato sia relativamente banale, tuttavia il problema del mancato rispetto dello spessore minimo del massetto in cantiere è piuttosto diffuso, soprattutto nell’ambito delle ristrutturazioni e nei massetti radianti ribassati.

Nella Rev. 5 del Codice nel paragrafo 6.3 l’argomento è trattato più approfonditamente.


La Rev. 5 Codice di Buona Pratica è l’unico documento oggi in circolazione in cui vengono fornite le risposte a questi interrogativi.

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Massetti: prescrizioni per il progetto e controllo

Lo speciale si compone di 9 articoli scritti col fine di presentare le principali novità introdotte dalla Rev. 05 del Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti edito da Conpaviper.

Piano Editoriale dello Speciale

  1. Dal massetto al pavimento.
  2. Il progettista del Sistema Pavimento.
  3. I parametri che influenzano la resistenza meccanica del pavimento.
  4. Il dimensionamento del pavimento.
  5. Influenza dei sottofondi sulla stabilità dei pavimenti.
  6. I giunti nei massetti.
  7. I massetti ribassati e a bassa inerzia.
  8. Prestazioni meccaniche dei massetti.
  9. Codice di Buona Pratica Massetti: l’Allegato A.

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